Hiroki Totoki, CFO di Sony, ha incontrovertibilmente confermato che la penuria di PS5, continuerà a esserci per tutto il 2021. Il tutto mentre, giustamente, la domanda di console next-gen continua a essere ancora molto alta dato che si tratta di nuovi hardware.
La pandemia del COVID-19 ha messo alle strette anche il settore tecnologico, rallentando drasticamente anche la fornitura di materiali e, di conseguenza, l’assemblaggio delle console. Per il momento non c’è ancora nessun segnale positivo e, anzi, il CFO Totoki considera impossibile che si riesca ad aumentare la produzione quest’anno. La domanda elevata di PS5, in altre parole, continuerà a essere insoddisfatta.
La situazione tecnologica globale sta avendo problemi su quasi ogni fronte, e Sony è solo una delle più famose industrie colpite. A farle compagnia, per esempio, ci sono le schede grafiche Nvidia e AMD, ma anche l’azienda rivale Microsoft con le sue console Xbox Series X|S. Ad aggravare la situazione, soprattutto nei mesi passati, ci si erano messi anche gli scalper. Questo è quanto afferma Totoki nel recente report dei guadagni trimestrali di Sony:
Possiamo aumentare drasticamente l’offerta? No, non è probabile. La carenza di semiconduttori è un fattore, ma ci sono altri fattori che hanno un impatto sul volume di produzione.
Hiroki Totoki, CFO di Sony
Totoki ha anche affermato che parte del problema potrebbe essere arginato andando a procurarsi semiconduttori da fonti secondarie o alterando il design della PS5, ma al momento non conosciamo i dettagli di questa proposta. Sony vorrebbe anche impegnarsi a vendere almeno 14.8 milioni di console nell’anno fiscale del 2021, ma resta da vedere quanto la situazione pandemica possa ancora mettere i bastoni tra le ruote. Per il momento, dal lancio PS5 ha venduto 7.8 milioni di unità entro il 31 marzo.
Ai milioni di giocatori in attesa di ricevere la propria PS5 non resta che stringere ancora i denti e aspettare, ma lo stesso destino vale anche per i fortunati possessori della console che, per ora, devono accontentarsi di ancora pochi giochi che siano davvero next-gen, visto che anche i publisher e gli sviluppatori preferibilmente attendono che le console siano abbastanza diffuse per poter vendere le proprie idee.