Sembrerebbe una fake news o qualcosa di totalmente assurdo, ma un team di ricerca sta testando un videogame su prescrizione medica per vedere se può aiutare i pazienti con problemi di attenzione e di memoria persistenti a seguito di guarigione da Covid-19.
La nebbia mentale post-covid
L’ultimo anno e mezzo è stato a dir poco difficile. Tra restrizioni, lockdown e zone colorate – altra invenzione tipicamente made in Italy – la pandemia da Covid-19 ha letteralmente messo in ginocchio il mondo intero, e anche chi ne guarisce porta con se problematiche che alla lunga possono essere anche considerate invalidanti; tra queste problemi di attenzione e di memoria.
Molte persone, soprattutto chi ha dovuto affrontare il cosiddetto Long-Term Covid, anche dopo aver superato la malattia riscontrano difficoltà nel concentrarsi e questi sintomi possono perdurare anche per parecchi mesi dopo la guarigione clinica.
Da ADHD al Covid-19, quando il videogame è salutare
La Neuropsicologa Faith Gunning, che esercita la sua professione presso il Weil Corner Medicine di New York, ha dichiarato che il videogame EndeavorRX prodotto da Akili Interactive possa essere d’aiuto a molti dei pazienti che soffrono di “nebbia mentale” post guarigione.
EndeavorRX è salito alla ribalta la scorsa estate, quando è diventato il primo videogioco approvato dalla FDA – la Food and Drug Administration, l’ente governativo Statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici – come trattamento prescrivibile per il Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività nei bambini da 8 a 12 anni, e la Gunning ritiene che alcuni dei sintomi che mostrano i guariti da Covid-19 sono gli stessi che il Videogame ha come target.
Lo scopo della ricerca
Ero già interessata ad EndeavorRX e ritengo che ci sia bisogno di più interventi di ricerca possibili nell’ambito della salute cognitiva e mentale
Queste le parole della ricercatrice che ha avviato uno studio per verificare se, effettivamente, possono presentarsi miglioramenti a seguito di una “prescrizione videoludica”.
La struttura è molto semplice e si basa su una rivisitazione “inversa” degli studi caso-controllo su due gruppi di soggetti: una selezione di guariti dal Covid giocherà al videogame e lo studio verificherà se i sintomi migliorano rispetto ad una selezione di pazienti, anch’essi post-covid, ai quali non sarà permesso giocare.
La Gunning ed il suo team di ricercatori hanno individuato dei pattern, in pazienti deospedalizzati che avevano presentato sintomi da Covid-19 che andavano da moderati a gravi, inerenti aree come l’incapacità di fare più cose contemporaneamente ed un deficit dell’attenzione. La prima parte della ricerca ha rilevato difficoltà nel lavorare con la memoria, abilità imprescindibile nella vita quotidiana.
EndeavorRX come cura
I dati preliminari, che hanno analizzato gli esiti della sperimentazione su gruppi di anziani con problemi cognitivi e su gruppi di uomini e donne di mezza età con problemi cognitivi e di depressione, mostrano un miglioramento della connettività all’interno delle reti cerebrali che supportano l’attenzione e le capacità esecutive, oltre che un miglioramento dell’umore.
Questi disturbi non sono peculiari di chi si sta riprendendo da Covid, ma possono essere osservati in altre condizioni che hanno un impatto sul cervello. […] Indipendentemente dalla causa, se possiamo migliorare queste funzioni possiamo migliorare la vita quotidiana delle persone.
Faith Gunning
Lo studio ha scelto come vettore un videogame, inoltre, proprio per quella che è la sua peculiarità: la portabilità. Un videogioco può essere “somministrato” con più facilità ad una mole di persone nettamente superiore rispetto ad una cura farmacologica o a sedute di terapia.
Attualmente non vi è forza lavoro sufficiente per avviare un intervento cognitivo individuale per tutti i pazienti post-Covid. Quale idea migliore di farli giocare, se questo può migliorare la loro condizione?