The Last of Us Remake e nuovo Uncharted per PS5 | qual è il prezzo del successo?

Partiamo con calma: secondo un nuovo report Bloomberg di Jason Schreier, Sony sarebbe al lavoro sia su un Remake di The Last of Us per PS5 che su un nuovo capitolo della saga di Uncharted.

Tutto oro colato per milioni di Videogiocatori, ma qual è il rovescio della medaglia?

Un gioco, un blockbuster: la triste storia del VASG

È noto a tutti che i publisher puntino sempre al meglio per le loro IP, a maggior ragione nel caso in cui queste siano esclusive, perché da sempre migliore qualità equivale a migliori numeri in termini di vendite e guadagni.

Proprio su questo concetto si baserebbe la nuova visione di Sony che vorrebbe rendere ogni sua nuova IP un gioco AAA.
A causa di ciò ultimamente si sono creati dei malumori interni a Sony, tacciata di favoritismi interni e di aver creato un ambiente un pò troppo soffocante: è la triste storia del VASG – Visual Arts Service Group.

Nato nel 2007 come un gruppo interno di supporto alle produzioni – specializzato in motion capture ed animazioni – e composto da circa una trentina di membri, il VASG ha collaborato a titoli come Marvel’s Spider-Man, God of War e The Last of Us e, sotto la guida di Michael Mumbauer, aveva richiesto autonomia nelle scelte e di essere ufficialmente riconosciuto come studio di produzione a tutti gli effetti da Sony, in modo da potersi occupare del remake di alcuni titoli tra i più longevi prodotti dalla multinazionale giapponese.

Dopo quello che sembrava un iniziale accordo sul Remake di Uncharted, poi scartato per ragioni di budget, allo studio è stato dato il via libera per occuparsi della trasposizione next-gen di The Last of Us ma, anche in questo caso, Sony ha cambiato idea ed ha consentito a Naughty Dog di prendere “forzatamente” la leadership del progetto relegando lo studio VASG ad un ruolo di supporto, l’ennesimo.

The Last of Us Remake si farà?

Subito dopo il suo debutto nel 2013 su PS3 The Last of Us è diventato un fenomeno internazionale: ben 204 premi ricevuti dalla critica internazionale (tra cui il Best Game ai BAFTA Game Awards) e milioni di videogiocatori sparsi per il globo, hanno osannato l’avventura di Joel ed Ellie, tanto da spingere Sony ad un primo porting su PS4 – TLOU Remastered – già nel 2014; questo Remake per PS5 rappresenterebbe la terza iterazione del gioco negli ultimi 7 anni, rendendolo uno dei pochi titoli ad aver ricevuto una edizione per ogni console di gioco sin dalla sua pubblicazione.

Secondo il report The Last of Us Remake – nome in codice T1X – è attualmente in produzione presso Naughty Dog ma non è ancora trapelata una possibile data di uscita, nè è dato sapere se Sony, viste le ultime decisioni prese, scelga di abbandonare anche questo progetto in favore di altre IP.

Nathan Drake vende più degli Zombie

Il report porta alla luce anche il caso di Bend Studios, la mente dietro Days Gone, che si è visto cancellare un possibile sequel del suo progetto di punta.
Anche questa è una questione spinosa: nonostante il primo gioco abbia prodotto a sufficienza in termini di pura resa monetaria, pare che Sony non abbia mandato giù le lunghe tempistiche di sviluppo e le recensioni variegate ricevute dalla critica videoludica così che, al momento, quella di Days Gone 2 non è parsa la migliore strada percorribile.

Si è scelto, quindi, di procedere ad una scissione di Bend Studios in due gruppi e di metterli a lavoro su altrettanti progetti, entrambi sotto le direttive di Naughty Dog: una nuova IP incentrata sull’esperienza multiplayer, ed un nuovo Uncharted.
Con buona pace di chi già prospettava un altro viaggio in moto per dare la caccia ai non morti.

Lo scontento così creatosi è stato alimentato anche da numerose voci riguardanti una possibile fusione tra i due studi di produzione, con Bend che sarebbe stato forzatamente incorporato in Naughty Dog.
Ciò ha portato i dipendenti dello studio Oregoniano a chiedere di essere estromessi dai programmi in essere per potersi dedicare ad progetto completamente nuovo, possibile capostipite di un nuovo Franchise.

La vision futura di Sony: un focus Americocentrico

La ragione per cui un possibile sequel di Days Gone è stato accantonato è semplice: sembra che Sony non si a più interessata solo a “piccoli giochi che abbiano successo solo in Giappone”. Da qui nasce quella che si può definire come l’ossessione di Sony per i Blockbuster e per gli studios che sfornano hits, con Naughty Dog diventata la stella più luminosa nel firmamento di Software houses possedute da Sony Interactive Entertrainment, LLC.

Si è ottenuta così l’ennesima conferma – dopo la recente chiusura di Sony Japan Studio – dell’impronta, ormai troppo americocentrica, che Sony vuol dare alle sue produzioni.

Nel tentativo di rafforzare ulteriormente le operazioni commerciali, SIE può confermare che Japan Studio sarà riorganizzato in una nuova organizzazione il 1 aprile. […] Inoltre i ruoli di produzione esterna, localizzazione e gestione IP dei titoli di Japan Studio saranno concentrati all’interno delle funzioni globali di PlayStation Studios

Queste le parole, in data 1 Aprile 2021 – e no, non fu uno scherzo di cattivo gusto – di Sony che deresponsabilizzavano e demansionavano il loro più vecchio studio first-party, attivo fin dal 1993, in favore dei neonati SIE World Studios.

La riorganizzazione interna di Japan Studio ha colpito anche Gavin Moore, Creative Director del Remake di Demon’s Soul per PS5 e al servizio della casa nipponica per ben 24 anni, che ha presentato il suo commiato su twitter.

Il tweet di Moore con annessa citazione da Blade Runner

A quanto pare la patria per Sony non conta più come in passato. Una attenta analisi del mercato ha reso chiaro che nella terra del Sol Levante è la Nintendo Switch a farla da padrone, con vendite che surclassano quelle di PS4 e PS5, mentre il brand PlayStation gode di uno strapotere commerciale in Europa e negli Stati Uniti d’America; è quasi “normale” che Sony abbia quindi deciso di concentrare i suoi sforzi su prodotti più appetibili per questo target di clienti che per i giapponesi.

In occidente si sta giocando di più con lo smartphone

L’occidentalis karma di Sony ha visto come ultimo sviluppo la decisione di lanciarsi nel mondo del mobile gaming. Coincidenza? Dati alla mano, si direbbe di no…

L’analisi di sensortower sui proventi da giochi mobile dal 2014 al 2020

Com’è facilmente intuibile dal grafico in alto il valore Revenue – cioè i ricavi ottenuti sulla vendita di un prodotto – del mercato mobile negli ultimi anni ha visto il Giappone calare dai 29 ai 22 punti percentuali mentre l’America è rimasta stabilmente intorno al 25-28%. In soldoni, in America negli ultimi anni si è speso di più in mobile gaming rispetto al Giappone; occasione d’oro per Sony per creare profitto: ai suoi clienti più affezionati piace giocare con lo smartphone.

Da qui la recente ricerca di un Head of Mobile presso i PlayStation Studios Californiani, con il compito di portare entro i prossimi 3-5 anni alcuni dei brand più famosi di PlayStation su Smartphone.

Tutto bello, ma che fine ha fatto la vera sony?

Qui andiamo un po’ sul personale.
Si, che fine ha fatto la vera Sony?
La Sony che sfornava capolavori ogni anno, che non badava troppo ai giudizi esterni quanto al far passare attraverso lo schermo di una TV una storia, un’idea di gioco ed una visione del mondo differente da quella a cui eravamo abituati?

E’ la stessa domanda che si sono posti molti vecchi fan, e che ha scatenato sui social più conosciuti una serie di lamentele e discussioni che riportano in auge anche l’abbandono della guida dei PlayStation Studios da parte di Shawn Layden in favore di Jim Ryan, con quest’ultimo tacciato di non essere abbastanza Player per poter capire l’importanza di un videogioco e l’effetto wow che deve essere trasmesso a chi lo gioca.

https://twitter.com/TyrantCarnivore/status/1380616863474839554
Il tweet e la risposta che forse spiegano meglio quanto Jim Ryan non sia particolarmente amato

Anche reddit non è da meno, con fan increduli sulla decisione di rimasterizzare The Last of Us – che ha già visto un porting su PS4 nel 2014 – a discapito, magari, della produzione di nuove IP e persino della produzione di Remake di altri titoli blasonati e che hanno segnato la storia di Sony come possono essere Syphon Filter, SOCOM, o il tanto bistrattato Days Gone 2.

Personalmente non mi sento di criticare più di tanto i “detrattori” di Sony perché, paradossalmente, in un momento in cui il sistema videoludico grazie alle nuove tecnologie sviluppatesi potrebbe produrre capolavori da “Quadrupla A”, ha scelto di arenarsi ed adagiarsi sugli allori dei Remake ed a pagarne le conseguenze sono le – poche – software houses abbastanza anarchiche da cercare di spingere contro questa “lobby del vecchio” con nuove IP. Purtroppo il Dio Denaro e la paura di ciò che pensano gli altri la fanno da padrone.

Ripropongo la domanda quindi: che fine ha fatto la vera Sony?