Un’inchiesta portata avanti da Jason Schreier e Bloomberg ha parlato con chiarezza dei motivi che ci sono stati dietro la chiusura degli studi interni di Google Stadia, portando alla luce diversi fatti poco simpatici.
Il report completo si può leggere su Bloomberg ed è strapieno di informazioni davvero interessanti. Quello che invece noi riassumiamo in questo articolo è un altro dato: i milioni di dollari spesi da Google per ottenere da grandi publisher come Ubisoft o Take Two alcuni dei loro giochi sulla piattaforma di Mountain View.
Decine di milioni di dollari
Sono decine i milioni di dollari spesi da Google per portare Assassin’s Creed e The Division sulla sua piattaforma. Secondo Schreier con 20 milioni di dollari si è concluso il deal tra Google e Ubisoft riguardante quei due titoli.
Un altro imprecisato numero di decine di milioni sono quelli che Google ha dato a Take-Two Interactive per due titoli: Red Dead Redemption 2 e NBA 2k20, il tutto per averli disponibili al lancio.
A detta di Schreier il principale motivo per il progressivo crollo di Google Stadia non sta nel fattore tecnologico ma nel come questo è stato venduto. Fin da subito Google Stadia è stata venduta come la next big thing andandosi a scontrare con colossi presenti nel settore da decine di anni.
A detta del giornalista, se l’azienda avesse effettuato una partenza diversa, meno sotto le luci dei riflettori e più concentrata su contenuti esclusivi, al giorno d’oggi le cose sarebbero diverse.
Chiaramente la pandemia è stato sicuramente un impiccio non da poco per quanto riguarda lo sviluppo della piattaforma ma il fallimento di Google è abbastanza esteso su questo fronte, con risultati mancati per cifre importanti.
Il futuro di Google Stadia, dopo la chiusura degli studi interni, è abbastanza nebuloso: a sopravvivere sarà il servizio, non l’ecosistema.