Nella città di Chicago, negli ultimi mesi, i furti d’auto stanno crescendo in maniera esponenziale e questo, ovviamente, sta causando la preoccupazione di molti. Come spesso accade in situazioni del genere, le istituzioni si mettano alla ricerca delle cause alla base di questi eventi; ed altrettanto spesso (troppo spesso) i videogame vengono additati come responsabili del decadimento morale pubblico. Come riportato dal Chicago Sun Times, Marcus Evans Jr., un rappresentante del partito democratico, avrebbe individuato in GTA V (e nei videogiochi violenti più in generale) la causa principale dell’aumento delle azioni criminali a Chicago e, proprio per questa ragione, ha proposto un disegno di legge per vietarne la vendita a 360 gradi.
Leggendo il sommario dell’atto HB3531, apprendiamo che Evans intende modificare una normativa già esistente della città di Chicago. La precedente legge disponeva un divieto di vendita e noleggio di videogame violenti ai minorenni, mentre il nuovo atto normativo estenderebbe la portata di tale divieto, mettendo letteralmente al bando questa categoria di videogiochi, potenzialmente vastissima.
La riforma proposta dal politico democratico non si ferma qui, ma intende anche modificare la stessa definizione di “videogioco violento” presente nel Criminal Code, indicando quei titoli che:
permettono ad un utente o giocatore di controllare un personaggio all’interno del videogioco che è incoraggiato a perpetuare la violenza tra esseri umani in cui il giocatore uccide o altrimenti causa gravi danni fisici o psicologici a un altro essere umano o ad un animale.
La risposta dell’Electronic Software Association (ESA)
Non si è fatta attendere la risposta dell’ESA, l’ente che rappresenta l’industria di settore nel mercato americano. Ai microfoni di IGN, ha rilasciato il seguente comunicato, disapprovando la proposta di legge.
Mentre la nostra industria capisce e condivide le preoccupazioni su ciò che è successo a Chicago, semplicemente non c’è alcuna prova di un legame tra l’intrattenimento interattivo e la violenza nel mondo reale. Crediamo che la soluzione a questo problema complesso risieda nell’esaminare a fondo i fattori reali che guidano tali comportamenti, piuttosto che attribuire erroneamente la colpa ai videogiochi, basandosi solo su speculazioni.
Come i nostri lettori sanno benissimo, non è la prima volta che i videogame finiscono nell’occhio del ciclone. Giusto qualche anno fa, scoppiò il caso delle Loot Box, equiparate da diversi legislatori al gioco d’azzardo, ma non pochi esponenti del mondo politico hanno additato i videogame come fonte degli atti di violenza più disparati.
Il disegno di legge non è stato ancora votato, ma è bene ricordare che, già attualmente, la città di Chicago prevede una multa di $1000 nel momento in cui un rivenditore venisse sorprese a vendere un videogioco violento ad un minorenne.
Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti in merito.