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Journey to the Savage Planet: gli sviluppatori non possono fixare i bug su Stadia perché… Google li ha licenziati!

Il recente ribaltone di Google Stadia ha lasciato non poco amaro in bocca, sia agli appassionati di videogame più in generale (che speravano in dei titoli esclusivi) che dai tantissimi early adopter della piattaforma. I piani alti dell’azienda hanno dichiarato che si concentreranno esclusivamente sui servizi di cloud gaming, ma sono in molti a lamentarsi di come il colosso americano stia gestendo la sua creatura, soprattutto in questo momento di cambiamento. Ebbene, una di queste lamentele riguarda Journey to the Savage Planet, uno dei pochi titoli di cui Google sarebbe proprietaria, successivamente all’acquisizione del suo studio di sviluppo.

Nonostante il gioco sia stato rilasciato prima su console e PC, e sia arrivato su Stadia da relativamente poco tempo, Journey to the Savage Planet era uno dei pochi titoli ad essere inclusi nel servizio Stadia Pro, soprattutto in seguito all’acquisizione di Typhoon Studio da parte di Google, avvenuta nel 2019.

Lo sviluppatore è stato uno dei primi “acquisti” del gigante del web ma, a seguito del suo cambio di rotta, tutti i dipendenti sono stati liberati dai loro vincoli contrattuali. Tuttavia, diversi utenti stanno ancora giocando JTTSP e si sarebbero accorti di tutta una serie di bug che funesterebbero il titolo, tra cui crash e freeze piuttosto frequenti. Siccome i dati di gioco, però, si trovano sui server Google, nessuno di loro può intervenire e risolvere i problemi evidenziati.

Purtroppo, sembra che neanche il team di sviluppo possa fare molto per risolvere la situazione. Uno dei giocatori menzionati in precedenza avrebbe infatti contattato 505 Games, il publisher del titolo, chiedendo lumi in merito; tuttavia, come riportato da alcuni screenshot dell’utente Reddit lordubuntu, la società ha risposto, senza fare troppi giri di parole, che non c’è niente che si possa fare.

Grazie per aver contattato l’assistenza di 505 Games.

Ci stiamo occupando della situazione.

Sfortunatamente, non c’è nulla che possiamo fare, dato che il codice di gioco ed i suoi dati su Stadia sono di proprietà di Google.

Non esistate a contattarci qualora doveste aver bisogno di ulteriore assistenza.

Journey to the Savage Planet: di chi è la colpa?

Quando saranno risolti i bug presenti sul gioco?

Questa è la domanda che in molti si staranno ponendo in questo momento, e la risposta sarebbe piuttosto scontata. Tuttavia, a seguito di ulteriori segnalazioni, un altro membro dell’assistenza di 505 Games ha risposto ad un segnalazione di un utente, nel modo che segue.

Grazie per la tua risposta.

Notate che il publisher della versione Stadia di Journey to the Savage Planet è Stadia Games and Entertainment (Google LLC) e, sfortunatamente, non abbiamo alcun modo per assistervi su questo tipo di problema. Vi suggeriamo di contattare il servizio di assistenza di Stadia e di informarli che sono loro i publisher della versione Stadia di Journey to the Savage Planet.

Sappiate inoltre che Typhoon Studios, lo sviluppatore di Journey to the Savage Planet, è stato acquisito da Google Stadia nel 2019, il che significa che loro dovrebbe avere più informazioni in merito a questa situazione.

Come detto in precedenza, non abbiamo accesso al codice ed ai dati di gioco in quanto sono proprietà di Google, ragion per cui non abbiamo la possibilità di correggere i glitch.

Speriamo che comprendiate la situazione, e non esistate a contattarci qualora abbiate bisogno di ulteriore assistenza

Allo stato attuale, la situazione è parecchio intricata. Non si può dare la colpa al team di sviluppo che, come sottolineato poc’anzi, non può muovere un dito per risolvere i problemi, né sarebbe legittimato a farlo, in quanto è stato di fatto sollevato dall’incarico. Inoltre, data la natura di Stadia, non sarebbe neanche possibile intervenire come si farebbe con un comune videogame.

Non ci resta che attendere gli ulteriori sviluppi di una vicenda che ha lasciato scontenti tantissimi giocatori. Restate sintonizzati per non perdervi neanche un aggiornamento in merito.

This post was published on 23 Febbraio 2021 12:31

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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