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In Giappone D&D non è il GDR più giocato, incubi e Nyarlathotep nel Sol Levante

In Giappone il gioco di ruolo Call of Cthulhu (Il Richiamo di Cthulhu in italiano) è un fenomeno di culto – letteralmente – che vende più copie di Dungeons & Dragons (D&D per gli amici). Basti pensare che gli incubi di Nyarlathotep e gli abissi di Cthulhu hanno venduto nella terra del Sol Levante più manuali che in tutte le altre nazioni.

Non c’è da stupirsi che il Giappone abbia una certa fascinazione dell’horror, più imperante che in altre nazioni, ma risultati di vendita così schiaccianti erano inattesi per un gioco di ruolo, soprattutto con la presenza di un gigante come D&D nel mercato. Il succcesso di Call of Cthulhu nel Sol Levante è stato guidato da un’esplosione di interesse tra i giocatori più giovani negli ultimi 10 anni, come riportano i colleghi di Dicebreaker che hanno preso i dati da Kadokawa, attratti tanto dall’atmosfera horror quanto dalle meccaniche investigative.

Call of Cthulhu nell’estremo oriente

Call of Cthulhu è stato tradotto per la prima volta in giapponese dall’editore Hobby Japan nel 1986, durante l’uscita della terza edizione di gioco. Dopo una pausa dovuta a un crollo del settore in terra nipponica, Nyarlathotep e amici sono tornati nel Sol Levante con l’editore Kadokawa, con il rilascio della sesta edizione nel 2004.

Fino a settembre 2019, il GDR ha venduto oltre 200 mila copie in tutte le sue versioni, ma si è arrivati facilmente ai 300 mila nel corso del 2020 grazie alla settima edizione rilasciata nel dicembre del 2019, la quale da sola ha venduto 60 mila copie. Secondo un rappresentante di Chaosium, lo studio che si occupa del regolamento di Call of Cthulhu in lingua originale, la versione giapponese di gioco non solo supera qualsiasi altra lingua, ma vende più copie di tutte le altre lingue di gioco messe insieme – inglese incluso.

Secondo lo studio di produzione Arclight la maggior parte dei giocatori di Call of Cthulhu è composta da donne tra i 17 e i 25 anni. Per fare un paragone, Wizards of the Coast l’anno scorso ha rivelato che la maggior parte dei giocatori di D&D sia sotto i 30 anni, di cui i tre quinti sono uomini. Se nel mondo occidentale D&D è il gioco di ruolo più giocato e poi viene tutto il resto, in Giappone invece la situazione vede Call of Cthulhu in cima a tutti. Il sentore della popolarità in Giappone di Nyarlatothep e tutti gli altri misteriosi orrori lovecraftiani era già riconoscibile negli anni passati, ma ora finalmente ci sono dati concreti a supporto.

Da signore degli incubi ad anime waifu è un attimo

Inizialmente, Dungeons & Dragons era il gioco di ruolo più diffuso in Giappone e aveva dominato il mercato fino ai primi anni 2000. La terza edizione rilasciata nel 2002, infatti, ha venduto bene, ma già all’epoca la sesta edizione di Call of Cthulhu stava facendo capolino e fino al 2012 entrambi i giochi di ruolo erano più o meno a pari merito. Le vendite di D&D sono continuate a restare stabili da quel momento in poi, mentre invece Call of Cthulhu ha subito un forte incremento della sua popolarità negli ultimi 8 anni.

Secondo Dicebreaker, il successo di Call of Cthulhu nel Sol Levante è stato dovuto in parte ai replay video, dei video online che hanno introdotto le nuove generazioni ai GDR da tavolo. I replay di Call of Cthulhu consistono in trascrizioni o audio delle sessioni di gioco, una modalità di condivisione delle partite che ha accresciuto l’atmosfera dell’ambientazione già di per sé misteriosa.

La copertina di un’avventura giapponese di Call of Cthulhu

Il boom di Call of Cthulhu ha iniziato a registrarsi infatti nel 2008 circa, quando sono iniziati a comparire i primi replay fatti dai fan, creati utilizzando una combinazione di motori di gioco per visual novel e dating sim (o giochi di questo tipo hackerati) e narrazioni delle proprie campagne. In altre parole, gli Antichi come Nyarlathotep che fanno amicizia con le liceali giapponesi hanno contribuito ad ampliare l’interesse dei giocatori più giovani verso i miti lovecraftiani. È nel 2012 che Call of Cthulhu è diventato davvero popolare, grazie all’anime Haiyore Nyaruko-san (Nyaruko: Crawling with Love) e ad alcuni replay caricati su internet.

Un altro fattore che ha contribuito alla popolarità di Call of Cthulhu in Giappone è la sua capacità di potersi ambientare ai nostri giorni e di riuscire a raccontarne la quotidianità grazie anche alla possibilità di spaziare tra i generi horror, pulp, investigativo e perfino romantico. In sostanza Call of Cthulhu in terra nipponica funge da piattaforma per creare e sperimentare storie diverse.

I giochi di ruolo in Giappone

Call of Cthulhu è il gioco più popolare nel Sol Levante, e questo l’abbiamo capito. Ma qual è la situazione degli altri giochi di ruolo in terra locale? Il gioco da tavolo più venduto tra quelli sviluppati in Giappone è Sword World, un gioco fantasy che è uscito nel 1989, sulla falsariga di Dungeons & Dragons che sbocciava in quegli anni. Altri giochi di ruolo giapponesi includono Shinobigami, un gioco a tema ninja strutturato su avventure one-shot, Double Cross, un gioco a tema supereroi, e inSANe, un gioco di ruolo horror che ha alcune similitudini proprio con Call of Cthulhu.

Il mercato dei giochi di ruolo in Giappone è in fortissima crescita dall’ultimo decennio. È possibile che nel prossimo futuro vedremo nuove opere espandersi nella terra del Sol Levante, dato che sempre più persone cercano di intraprendere questo hobby. Speriamo solo che qualche nuova produzione giapponese riesca a fare anche il giro del mondo e arrivare da noi in Italia.

This post was published on 16 Febbraio 2021 17:28

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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