Josef Fares continua a far parlare dei suoi giochi e, soprattutto, della sua personale visione dell’industria videoludica. Stavolta, però, è il turno di It Takes Two, il prossimo titolo su cui lui ed il suo studio sono a lavoro e, indirettamente, del suo possibile approdo su Xbox Game Pass. Nel corso di un’intervista ai microfoni di Polygon, il vulcanico game designer ha espresso ancora una volta i suoi dubbi circa l’amatissimo servizio creato da Microsoft, con particolare attenzione al modo in cui gli sviluppatori guadagnerebbero rendendo disponibili le loro opere sulla piattaforma dell’azienda di Redmond.
Non sono davvero sicuro che il sistema Netflix funzioni con i videogame, e non sono sicuro di come funzionerà sul lungo termine […] L’unica cosa che mi spaventa un po’ è che, se hai un sistema del genere… Come vieni pagato? Non ne sono sicuro. Diciamo che hai un modello Netflix e vieni pagato per la quantità di tempo in cui la gente gioca al tuo gioco. E se hai un gioco più breve, un gioco basato sulla narrativa, allora ovviamente riceverai meno soldi per quello. […] Sono super aperto sul fatto di poter giocare più giochi. Ma se questo influisce sul modo in cui noi creiamo i videogame, allora abbiamo un problema.
Come i nostri lettori più assidui sicuramente ricordano, il buon Fares aveva già espresso la sua preferenza per le politiche di Sony, preferendole a quelle con cui la grande M si approccia al mercato dei videogame. Tuttavia, quanto ora dichiarato ci fa sorgere non pochi dubbi circa la presenza di It Takes Two sul Game Pass; con buona probabilità, il titolo non ci sarà al day one, ma è altamente probabile che ci arrivi in futuro, anche in base alla partnership siglata da Microsft ed Electronic Arts.
In ogni caso, già in passato Phil Spencer, il “gran capo” di Xbox, aveva affermato che non esistesse un unico metodo di retribuzione per tutti gli sviluppatori che decidevano di far approdare le loro opere sul Game Pass, ma che venivano siglati dei singoli accordi basati sulle caratteristiche dei titoli presi in considerazione, tra cui sicuramente rientra anche il tempo speso sul videogame.
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