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I developer spiegano perché Biomutant ha avuto un periodo di silenzio dopo il rinvio del 2018

Nei giorni scorsi è riapparso improvvisamente Biomutant con una data di uscita fissata a maggio 2021, un titolo di Experiment 101 che era stato già annunciato parecchio tempo fa e inspiegabilmente era finito nel silenzio dopo un rinvio. Adesso, finalmente, abbiamo anche qualche spiegazione dai developer intervistati dai colleghi di IGN.

Nessun rallentamento improvviso per il COVID-19, nessuno scandalo e nessun vero problema di sorta: semplicemente secondo il capo di Experiment 101 Stefan Ljunqvist alcune frazioni del gioco erano diventate così estese e complesse che con solo 20 persone era impossibile gestire una mole così grande di lavoro in più. Piuttosto che consegnare almercato un videogioco pieno di bug, Ljunqvist ha preferito lasciare che lo studio si prendesse il suo tempo per finire Biomutant.

È un gioco grande, un gran boccone da mandare giù per sole 20 persone.

Stefan Ljunqvist – Capo di Experiment 101

L’intera mappa di gioco è grande ma non di dimensioni esorbitanti (8 Km quadrati), tuttavia è colma di personaggi e tribù guerriere, di avamposti conquistabili, creature strambe. Senza contare le varie particolari meccaniche implementate in gioco, come quella che permette al protagonista controllato dal giocatore di mutare in più forme per superare le avversità.

Tutto questo nelle mani di sole 20 persone che costruiscono tutto, tassello dopo tassello, pixel dopo pixel. E poi c’è la fase di polishing, ossia della pulizia dei diversi bug di sviluppo che praticamente ha occupato tutto lo studio nell’ultimo anno di lavoro. Il team QA, composto sicuramente da meno di 5 persone, ha passato l’intero 2020 a cercare in giro i bug in un open-world di 8 Km quadrati.

Vi starete quindi chiedendo, come me, come mai lo studio non ha assunto altro personale. Il motivo è presto detto: Experiment 101 è determinato a rimanere uno studio piccolo. I suoi developer, ex dipendenti di Avalanche Studios, sono determinati a mantenere questa posizione definita da Ljunqvist “agile“, a scapito di uno sviluppo più lento rispetto alla norma.

Ljungqvist e i developer di Experiment 101 sono determinati a rilasciare Biomutant completamente privo di bug, sebbene sia un obiettivo molto ambizioso e abbastanza irrealistico dato che si tratta di un gioco con parecchi sistemi. Tuttavia lo sviluppo lento e oculato che il titolo avuto, senza la fretta e le pressioni dei mercati, potrebbe davvero consegnare al mercato un videogioco con meno problemi possibili.

Qualsiasi gioco viene rilasciato con piccoli bug, ma io sto parlando di bug che possono davvero rompere l’esperienza di gioco. Non vogliamo che questo accada. Penso che sia questo che ci ha spinto ad aspettare finché non fossimo pronti a farlo.

Oltre ai test e ai bugfix, nell’ultimo anno i developer di Experiment 101 si sono concentrati anche sulla trama di Biomutant. Fino al 2019 la sceneggiatura arrivava a circa 85 mila parole, ma nel corso del 2020 è stata ampliata fino a 250 mila parole.

L’approccio calmo e meticoloso del piccolo studio di Experiment 101 è stato inoltre pienamente supportato da THQ Nordic, l’azienda che ha preso in carico la pubblicazione di Biomutant. Evitando di fare pressioni sugli sviluppatori e di dettare scadenze, Experiment 101 ha potuto concentrarsi sul titolo con i propri tempi e senza incorrere nel crunch.

Biomutant arriverà su PC e console il 25 maggio, ma non è stata annunciata una versione per Xbox Series S|X e PlayStation 5. Avendo Experiment 101 sviluppato il tutto con i propri tempi, le versioni next-gen arriveranno più in là; tuttavia, Ljunqvist ha ribadito che Biomutant è un gioco “last-gen”, e anche per buone ragioni: gli sforzi di sviluppo sono stati concentrati interamente sulle vecchie console, e per giunta secondo il developer non ci sono ancora abbastanza nuove piattaforme in giro da giudicare saggio pubblicare un videogioco esclusivamente per nuove generazioni.

This post was published on 29 Gennaio 2021 17:58

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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