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Resident Evil: Village | Analisi del gameplay

Allo showcase del 21 gennaio, Capcom ha annunciato la data di uscita di Resident Evil: Village, ha mostrato il titolo multiplayer RE:VERSE, un trailer e un gameplay di poco meno di cinque minuti che ha fornito dettagli sia narrativi sia ludici.

Nel trailer è stato confermato che Ethan si reca nel villaggio sovrastato dall’antico maniero per riportare a casa la figlia rapita da un Chris Redfield a oggi imperscrutabile come personaggio. Il filmato ha anche permesso di fare una conoscenza più approfondita di Lady Dimitrescu, l’affascinante e altissima vampira di cui si è parlato molto fin dalla sua prima apparizione.

Le meccaniche di gameplay invece sono state snocciolate nel video successivo, vediamo insieme quali saranno le principali dinamiche di Resident Evil: Village.

RE Engine tirato a lucido

La prima cosa che risalta nel video è senza dubbio la bontà della grafica, la qualità altissima della direzione artistica. Il RE Engine è stato tirato a lucido per offrire un’esperienza visiva ancor più terrificante di RE7, ma anche appagante dal punto di vista del gusto estetico. Infatti, a scenari dal sapore gotico che rimandano al genere letterario e cinematografico di cui è maggiore esponente Dracula di Bram Stoker si affiancano ambienti interni lussuosi e dai colori più caldi.

Se l’esplorazione esterna e nelle zone più buie e sotterranee riprende i canoni estetici di produzioni come The Witch di Robert Eggers e la struttura aperta della campagna e del territorio rurale di Non aprite quella porta e Le colline hanno gli occhi, gli interni presentano una direzione artistica opposta, più raffinata, da culto esoterico dell’alta società.

Questa contrapposizione era presente anche in Resident Evil 4 in cui al villaggio di El Pueblo faceva da contraltare il monastero di Salazar.

Shooting e nuovi nemici

L’esplorazione ovviamente sarà intervallata da combattimenti contro nemici di vario genere. C’è uno shooting che presenta animazioni convincenti delle armi e la possibilità, come in RE7, di difendersi dagli attacchi nemici con una sorta di parata che poi può essere trasformata in un contrattacco che allontana il nemico più vicino.

Il combat system è senza dubbio ancora tutto da scoprire, ma non dovrebbe discostarsi da quello del capitolo precedente in cui il protagonista non era certo un soldato addestrato, anche se adesso dovrebbe aver raggiunto una maggiore sicurezza nei propri mezzi. I nemici saranno sempre soverchianti e letali, se non addirittura impossibili da uccidere con le armi convenzionali, pensiamo, ad esempio, all’omone barbuto con il martello gigante.

Nel trailer, ci viene mostrato che i combattimenti, data la struttura più aperta della location, saranno più dinamici e basati sull’interazione ambientale. Durante lo scontro con l’enorme nemico, infatti, il filmato ci consiglia di colpire i barili rossi per provocare un’esplosione e, di conseguenza, maggiori danni.

Altri nemici, oltre agli ormai famigerati licantropi, saranno rappresentati dalle vampire, in grado di smaterializzarsi e colpire all’improvviso e probabilmente di tanti altri poteri che non abbiamo visto nel filmato dello showcase, e i ghoul, creature vestite con una sorta di saio di stracci che attaccano in branco.

I giocatori di vecchia data che hanno spesso espresso lamentele circa l’assenza degli zombie nei nuovi capitoli (che non fossero i remake dei classici, ovviamente), in RE: Village avranno il loro bel da fare per tenere a bada nemici che hanno caratteristiche in comune con questi. I ghoul visti nel trailer sembrano più reattivi e in grado di compiere attacchi più variegati, ma dovrebbero dimostrarsi dei degni sostituti.

Puzzle, gestione inventario e crafting

Torneranno i puzzle, Capcom lo ha promesso e infatti nel gameplay è possibile intravedere alcune location sbloccate dopo la risoluzione di enigmi. Non conosciamo nel dettaglio la natura degli stessi, ma speriamo che siano ben inseriti nelle ambientazioni e nella narrativa e che siano in grado di mettere in difficoltà l’utente senza però risultare ingiustamente frustranti.

Il nostro caro Ethan potrà inoltre avvalersi dei servigi di un personaggio molto particolare, il mercante. Il character design è molto diverso da quello del mercante di RE4, cosa dovuta a una presenza scenica grottesca che si staglia tra l’inquietante e il simpatico.

Il mercante di RE: Village è un ragazzone pingue che raggiungerà la nostra zona grazie a un carro che sa molto di trasporto funebre nel quale saranno disponibili armi, oggetti curativi, munizioni e altri oggetti utili.

E quando il mercante non c’è? In nostro aiuto arriva il sistema di crafting che ci consentirà di creare, previo utilizzo di materiali, munizioni e oggetti per ripristinare la salute. Da RE4, inoltre, Village riprende la gestione dell’inventario, personalizzabile in base alle nostre esigenze. Potremo spostare e ruotare gli oggetti in esso contenuti in modo da ottimizzare lo spazio e recuperare slot.

Le premesse ci appaiono ottime grazie a un bilanciamento tra horror e un pizzico di azione che non guasta per non sentirsi troppo fragili. L’universo creato da Capcom ci convince ogni minuto di più, ma per tirare le conclusioni è troppo presto, dovremo attendere ancora qualche mese.

Nel mentre, vi ricordiamo che è disponibile da ieri sera una demo esclusiva per PS5.

This post was published on 22 Gennaio 2021 15:17

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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