Tempus fugit! Con l’avanzare dell’età, studio e lavoro lasciano sempre meno tempo libero ai videogiocatori, che devono ponderare come spenderlo per vivere al meglio il proprio hobby preferito. Su quali giochi deciderò di investire il mio poco tempo a disposizione? Ha senso accendere la console per giocare un’oretta scarsa ad un titolo open-world immersivo, o gli preferirò una partita disimpegnata a Fall Guys? Nel progettare PlayStation 5, Sony ha valutato attentamente i bisogni dei suoi utenti, cercando di capire come rendere loro più facile la vita: è da questi ragionamenti che ha preso corpo quell’insieme di features che costituiscono l’Activity System della console.
Qualche giorno fa la rivista Vice ha annunciato di essere entrata in possesso di documenti interni di Sony: si tratta di linee guida per gli sviluppatori, nelle quali la compagnia nipponica traccia un profilo dei gusti del suo pubblico di riferimento, nell’ottica di implementare soluzioni software e di design per rendere l’esperienza utente il migliore possibile. Da questi documenti si apprende come il gioco single player sia ancora la punta di diamante dell’offerta ludica di PlayStation, in base al tempo di gioco accumulato dagli utenti su questo tipo di titoli, che trascorrono offline la maggior parte del proprio tempo di utilizzo della console. L’azienda nipponica ha anche cercato di capire quali siano le principali problematiche che affliggono i giocatori di questa categoria, in modo da massimizzarne la soddisfazione. Ecco i principali problemi individuati, su un campione dichiarato di circa 3.000 videogiocatori:
- “Non sapendo quanto tempo mi serva, non gioco se non ho più di due ore libere a disposizione.”
- “Se mi blocco, perdo molto tempo a scorrere lunghi video-tutorial in cerca della soluzione.”
- “È difficile evitare il rischio di spoiler durante le interazioni sociali.”
- “Non ricordo più cosa stessi facendo nell’ultima sessione di gioco, perciò è ostico riprendere la partita.”
Insomma, la vita di tutti i giorni finisce con l’interferire inevitabilmente sull’esperienza di gioco, e tanto più il gioco stesso è lungo ed articolato, quanto più difficile è riprendere le fila di una partita interrotta magari da diversi giorni. Queste sono le riflessioni alla base dello sviluppo dell’Activity System, una delle principali novità della User Experience di PlayStation 5: la possibilità in-game o off-game, tramite la pressione di un tasto, di attivare istantaneamente una quest o una particolare sfida di un gioco installato sulla console, con al contempo l’indicazione di una stima di tempo necessario al suo completamento!
Un sistema del genere, chiaramente possibile solo grazie all’introduzione hardware degli SSD nelle architetture console, non solo elimina i tempi morti velocizzando enormemente l’accesso al gioco, ma permette a priori di sapere con ragionevole certezza se si ha il tempo a disposizione per dedicarsi ad un’attività piuttosto che ad un’altra, evitando sessioni di gioco a vuoto e massimizzando il proprio tempo libero.
Ovvio che gli amanti delle lunghe esperienze di gaming immersivo non avranno bisogno di funzioni del genere, poichè sono quel tipo di giocatori che dedica l’intero pomeriggio all’esplorazione di un mondo aperto o alla progressione narrativa di un’esperienza story-driven, senza accontentarsi di una partitella “tanto per”. Ma è pur vero che ogni tanto capita di non sapere come impiegare quell’oretta di tempo che ci è capitata tra le mani, e sapere in anticipo che possiamo impiegare quel tempo per completare un paio di sub-quest in Dragon Quest XXXVII può dimostrarsi un utile indicatore per orientare le nostre decisioni in proposito. Insomma, l’Activity System non sarà indispensabile per tutti, ma potrà rivelarsi utile per molti.
A proposito di titoli enormi, Baldur’s Gate 3 sta per aggiornarsi… a caro prezzo! Ma almeno possiamo rallegrarci del fatto che sia stato confermato il cross-save di Cyberpunk 2077.