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Marvel’s Avengers ha deluso il capo di Square Enix

Marvel’s Avengers è stato per Square Enix una progetto interessante e dal potenziale enorme, forte di una delle licenze più interessanti e remunerative degli ultimi dieci anni e basato su una filosofia di gioco teoricamente straordinaria. Peccato che non tutto sia andato come sperato: in un briefing sui risultati del gioco, Square Enix ha comunicato che i ricavi sono stati inferiori al previsto e che la produzione non ha ancora recuperato i costi di sviluppo, portando a una perdita operativa stimata di 7 miliardi di yen (circa 67 milioni di dollari) nell’ultimo trimestre finanziario.


L’analista del gioco David Gibson ha spiegato in precedenza che la società ha venduto il 60% delle unità pianificate, e che le cifre implicano che il gioco è costato circa 100 milioni di dollari.

Rispondendo alla domanda di un investitore sull’argomento, il presidente di Square Yosuke Matsuda ha chiarito che a suo dire il risultato sarebbe stato migliore e il gioco avrebbe portato a un profitto se Avengers non fosse stati rilasciati in quel trimestre.

Ha spiegato infatti Matsuda che:

“Oltre all’ammortamento dei costi di sviluppo di quel gioco un altro fattore significativo associato al titolo è stato il fatto che abbiamo intrapreso una grande campagna pubblicitaria al momento del suo lancio per compensare i ritardi nei nostri sforzi di marketing derivanti dalla pandemia COVID-19. C’è ancora un certo ammontare di costi di sviluppo da ammortizzare nel terzo quadrimestre, ma vogliamo recuperarlo aumentando le nostre vendite in futuro”.


Matsuda non offre piani concreti, ma ha detto che la speranza è che gli aggiornamenti contribuiscano a guidare le nuove vendite: “Speriamo di compensare la lentezza delle vendite iniziali offrendo ampi contenuti aggiuntivi per far crescere le copie vendute”. La scorsa settimana, lo sviluppatore Crystal Dynamics ha annunciato la data di uscita di dicembre per il suo primo eroe e la sua prima campagna post-lancio.

Problemi finanziari che di certo spiegano parte della perdita, ma a questo forse andrebbe aggiunto il fatto che Marvel’s Avengers si è rivelato un gioco con un concept molto promettente e discrete possibilità di espansione fallato tuttavia da problemi tecnici.

Sia chiaro, si tratta di un buon gioco consigliabile soprattutto agli appassionati del brand, chi scrive lo ha recensito e vi ha trovato numerosi pregi come un gameplay interessante e una veste artistica abbastanza godibile. Il problema, forse, è stato nell’identità dell’operazione, che sembra essere nata senza forza e senza l’orgoglio che ci si sarebbe aspettato da utilizzare un marchio così forte.

Occasione mancata? Forse non del tutto, ma l’impressione è che forse un potenziale del genere avrebbe meritato qualcosa di più.

This post was published on 25 Novembre 2020 18:05

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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