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The Witcher 3, ma pixelato è davvero spettacolare

E se vi dicessimo che The Witcher 3 sarebbe stato un bel gioco sulla scia di giochi come Celeste o Stardew Valley? Non ci credete? Beh ascoltate questa storia. Kishi-kun, un artista russo di soli 21 anni, ha ricreato una delle più belle scene di tutto The Witcher 3: Wild Hunt in chiave pixel-art.

Il momento rappresentato è uno dei più toccanti del gioco, o meglio di tutto l'”ecosistema” del gioco.

Ma, in caso non abbiate terminato anche entrambe le espansione del gioco, vi consigliamo di non continuare. In caso contrario, dopo di voi.

Dicevamo: al termine di Blood & Wine, seconda espansione di TW3, Geralt e il vampiro Regis si incontrano per un ultimo bicchiere di vino, congedandosi e dicendosi che dopo aver assistito a tanti grandi eventi e aver provato molta fatica è arrivato il momento del riposo. Si tratta di un vero e proprio addio al giocatore, una chiusura poetica che sembra uscito da uno dei film fantasy di Peter Jackson, ma anche un bell’esempio di meta-gioco: Geralt, dopo la sua ultima battuta, guarda in camera e si rivolge direttamente al giocatore.

Chi di voi vorrebbe un remake (o meglio, un “demake”) di The Witcher 3 con questa grafica?

Dai, siate sinceri: lo vorreste in tanti.

This post was published on 9 Novembre 2020 16:55

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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