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PS5, chat vocale e registrazioni: arrivano le spiegazioni di Sony

Fra le notizie della settimana relative all’uscita delle nuove console ce n’è stata una che ha fatto scalpore, ovvero quella della volontà di Sony di registrare le chat vocali nei party di gioco (qui la news originale) per monitorare e prevenire molestie di vario tipo. Ieri sera, dopo alcuni giorni di dibattito in merito, Sony è intervenuta sulla questione con un post sulla questione sul suo blog ufficiale.

Il post è stato redatto da Catherine Jensen, vice presidente della divisione Global Consumer Experience e verte su una precisazione importante. Dopo che negli scorsi giorni molti utenti avevano protestato contro il fatto che Sony potesse ascoltare quelle che di fatto sono conversazioni private, l’azienda ora specifica che questo non accadrà, e che saranno gli utenti a poter registrare le conversazioni e includerle nelle proprie segnalazioni.

Arrivate in mano di Sony, le segnalazioni verranno vagliate dai responsabili che in seguito agiranno di conseguenza verso gli utenti accusati di comportamenti scorretti.

Scendendo nei dettagli, Catherine Jensen ha spiegato che gli utenti potranno registrare fino a 40 secondi degli ultimi cinque minuti della chat vocale: 20 secondi della parte principale della conversazione più venti minuti di contestualizzazione prima e dopo.

Il post tuttavia sottolinea come in effetti, pur non essendoci una spiacevole situazione di ascolto attivo da parte di sconosciuti, il sistema contiene comunque un meccanismo di registrazione che non può essere disattivato.

Sony deve rivedere il suo apparato di comunicazione

La vicenda è quindi in parte risolta, sia pure con qualche difficoltà, e come detto sopra la registrazione delle conversazioni può ancora generare qualche dubbio circa possibili usi secondari del materiale registrato o anche solo su quanto questa pratica sia giusta o spiacevole, ma ciò che colpisce è altro.

Ancora una volta, anche all’interno di un ambito ben più delicato della console war e della comunicazione commerciale, l’apparato comunicazione e pubbliche relazioni di Sony è apparso lento nella reazione, anticipato da un’introduzione di una feature così particolare nei dispositivi dei clienti PS4/PS5 senza una spiegazione dall’alto che forse sarebbe stata dovuta.

L’impressione è quella di un apparato farraginoso, non in grado di coprire tutti i lati di un fenomeno complesso e ricco di elementi eterogenei come il lancio di una nuova console.

E’ probabile che sapremo solo con difficoltà i motivi di questa apparente confusione da parte del colosso nipponico, ma intanto è difficile negare che essa esista e crei anche un po’ di problemi.

This post was published on 17 Ottobre 2020 12:21

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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