A pochissimi giorni dal suo lancio, l’rpg free-to-play Genshin Impact è già finito al centro delle polemiche.
Secondo vari interventi su Reddit e da parte di alcuni influencer e insider, la chat interna del gioco avrebbe un sistema che censurerebbe parole legate a questioni politiche “calde” per la Repubblica Popolare Cinese, come “Taiwan”, “Hong Kong” o “Tibet”.
Tutto è partito da un video del giornalista indipendente Kazuma Hashimoto, che su Twitter ha pubblicato un video in cui si può assistere al fenomeno, poi ricaricato su YouTube da Kotaku.
All’inizio l’azione era stata spiegata come un “bug”, ma presto molti commentatori si sono uniti nell’indicare la causa principale di questo trattamento nella forte repressione del dissenso attuata da Pechino, anche e soprattutto nel campo dell’industria videoludica.
Va detto, come osserva Kotaku, che l’azienda madre del gioco MiHoYo non ha sede in Cina, ma è probabile che il publisher non voglia problemi con il complesso ed efficiente sistema di censura cinese.
Che Genshin Impact diventi terreno fertile per un nuovo caso Devotion (ne abbiamo parlato qui)?