Il match più infervorato dell’industria high tech continua: Apple è passata all’attacco citando in giudizio Epic Games per il suo tentativo di bypassare la quota del 30% dei ricavi della app Fortnite per iOS da pagare ad Apple (per il riassunto delle puntate precedenti, ecco il nostro speciale).
Giovedì 3 aprile Apple ha infatti depositato alla corte distrettuale di Oakland la propria difesa dalla causa intentatale contro da Epic, nata dal fatto che quest’ultima si è vista negare la possibilità di introdurre nella app di Fortnite per iOS un canale di pagamento diretto per le microtransazioni, che andasse di fatto ad escludere il passaggio del denaro nelle casse di Apple, dove normalmente avviene la trattenuta del 30% che l’azienda di Cupertino impone per contratto agli sviluppatori su tutti gli acquisti in-app. La difesa di Apple si è di fatto tramutata in una contro-causa, motivata in documento di oltre 60 pagine che è possibile leggere per intero qui (ovviamente in inglese).
In sostanza Apple accusa Epic Games di essere ricorsa ad un sotterfugio per evitare di ottemperare alle clausole contrattuali, e si appella all’autorità (spetta in particolare al giudice Yvonne Gonzalez Rogers pronunciarsi in merito) per far valere le proprie ragioni e pretendere un risarcimento economico che ci aspettiamo di proporzioni “epiche”. Un pronostico sul pronunciamento dell’autorità non è facile, dato che la linea di attacco di Epic, che in sostanza accusa Apple di monopolizzare il mercato degli acquisti in-app in barba alle leggi del libero mercato, è tutt’altro che risibile. Tra l’altro Epic considera un’ingiusta ritorsione la decisione di Apple di rimuovere dallo store la app di Fortnite, poiché sarebbe in contrasto con i principi dell’antitrust americano. Mentre l’azienda di Cary leva gli scudi al grido di #FreeFortnite, insomma, la Mela ha deciso di non adagiarsi sugli allori e rispondere pan per focaccia.
Nel documento depositato presso la corte, che è al contempo una difesa dalle accuse ed una causa nei confronti di Epic, Apple non le manda a dire: ecco come descrive l’avversario, nelle righe introduttive del documento.
La causa intentata da Epic non è altro che una diatriba basata su un disaccordo di natura economica. Nonostante Epic si dipinga come una moderna “Robin Hood delle aziende”, in realtà è una compagnia multi-miliardaria che semplicemente non vuole pagare alcunché in cambio dell’enorme profitto che ricava dall’App Store. La pretesa di Epic per un trattamento speciale e le sue lagnanze di “rappresaglia” non sono coerenti con la sua palese infrazione contrattuale e le sue pratiche di business, dato che rastrella miliardi nella ricezione di commissioni sulle vendite degli sviluppatori e gli acquisti dei consumatori, fino a $99.99 per i bundles di “V-bucks”.
Il giudice per ora ha consentito la rimozione di Fortnite dall’App Store, facendo segnare ad Apple un primo punto. Va anche detto però che ha negato il tentativo della Mela di rimuovere anche l’app dell’Unreal Engine, motore su cui sono sviluppati tantissimi videogiochi pubblicati nello stesso Store. Insomma la partita è più aperta che mai, non resta che attendere gli sviluppi del match che si preannuncia senza esclusione di colpi.
This post was published on 9 Settembre 2020 12:57
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