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Mafia: Definitive Edition sarà un “omaggio fedele” all’originale

Il primo gameplay di Mafia: Definitive Edition, diffuso ieri (lo trovate qui), ha piacevolmente convinto molti delle potenzialità di quest’operazione nostalgia, ma guardandolo rimane una curiosità di fondo: cosa ci troveremo di fronte? In che modo il team di sviluppo ha voluto rielaborare uno dei titoli fondanti dell’open-world, soprattutto dopo il successo di kolossal come GTA V o Red Dead Redemption II?

Una lunga intervista a Haden Blackman, director del gioco, ha fatto luce su alcuni aspetti fondamentali.

Un remake fedele… o quasi

Anzitutto partiamo con un dato ormai acclarato: quando a settembre ci ritroveremo fra le mani questa resurrezione di Mafia, questa non sarà una timida remastered del gioco del 2002.

Stando all’intervista, l’opera di remake di Hangar 13 ha toccato tanto la grafica quanto la scrittura, con l’aggiunta di diverse caratterizzazioni dei personaggi. Ora, per i più giovani, sappiate che all’epoca della sua uscita Mafia ha rappresentato un piccolo gioiello in quanto a storytelling, con una riproposizione brillante dei cliché dei gangster movie più importanti, da Il Padrino in poi, ma com’è ovvio per un gioco del 2002 oggi molti personaggi o situazioni sembrerebbero stereotipati o poco approfonditi.

E’ quindi interessante scoprire, dalle parole di Blackman, come alcuni dei personaggi più importanti del gioco, come Sarah (la fidanzata del protagonista) o Paulie (fra i gangster nostri comprimari) avranno delle storyline molto più approfondite e ricche di dettagli.

Le implicazioni di questo fatto sono molte e permetterebbero anche a chi giocò Mafia anni fa di assaporarlo come fosse un titolo nuovo, anche per quel che concerne le missioni e il gameplay. Stando ancora al director, non sembra che dovremo aspettarci qualcosa di rivoluzionario come maggior libertà d’approccio, ma Blackman ha accennato al fatto che alcune quest sono state rielaborate e ampliate per fornire un’esperienza più moderna, e che anche la città di Lost Heaven è stata ritoccata per essere all’altezza di un gameplay contemporaneo.

Eppure, arrivati qui, la domanda rimane: è tutto qui? Il Mafia che toccheremo con mano sarà così fedele all’originale e non aggiungerà altro a livello di esperienza?

Un grande omaggio

La risposta, a quanto pare, è sì. E’ lo stesso Blackman infatti a dire che il team è voluto rimanere fedele allo spirito del gioco originale, senza stravolgimenti della struttura base (un enorme sandbox il cui svolgimento narrativo era costituito dal nostro attivare diverse missioni mediante punti di interesse sparsi).

Tutt’al più secondo Blackman potremo trovare numerosi contenuti collezionabili e sfide alternative ma, se qualcuno si aspettava l’inserimento di vere e proprie quest secondarie o di nuove parti di gioco alternative alle quest, forse dovrà rivedere alcune sue aspettative.

“Rifondando” una saga

Ultimo ma non ultimo elemento d’interesse di Mafia: Definitive Edition riguarda una questione di lore. Com’era lecito aspettarsi dal remake di un gioco capostipite di una trilogia, stando all’intervista il gioco avrà il compito di creare dei “legami” più forti fra la sua storia (ambientata nei ruggenti anni ’20) e le vicende dei due sequel.

Black ha assicurato che nel corso del gioco ci imbatteremo in elementi che rinsalderanno il legame fra i tre episodi, una caratteristica messa in campo grazie al fatto di poter contare su uno sguardo d’insieme sul narrato dell’intera trilogia.

Dunque, fan della saga, siete avvertiti: se siete in cerca di un omaggio definitivo e curato a una delle saghe crime più famose del videogioco sapete come spendere parte del vostro budget, ma non aspettatevi una rivoluzione.

Mafia Definitive Edition riuscirà a essere abbastanza “moderno” da far breccia nel cuore dei giovani giocatori divenendo un piccolo fenomeno oppure rimarrà confinato dentro gli steccati del grande tributo a un passato glorioso?

This post was published on 23 Luglio 2020 10:00

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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