Billy Mitchell è un nome che a molti potrebbe non dire nulla, ma in ambito videogames è una vera leggenda, una leggenda su cui negli ultimi due anni era stata gettata un’ombra, la più infamante per un gamer: essere un cheater!
Billy Mitchell fu inserito nel Guinness World Records per i suoi punteggi disumani in due giochi anni Ottanta che hanno fatto la storia, Pac-Man e Donkey Kong. È stato anche protagonista del documentario The King of Kong, in cui il giocatore rivale Steve Wiebe ha tentato di battere il suo punteggio, senza riuscirci.
Ecco i suoi incredibili record:
Fin qui tutto ok, ma nel 2018 arrivò la stangata. Il nome di Billy Mitchell fu cancellato dal libro dei record a causa di un’accusa molto pesante per chi ha lavorato tutta la vita per raggiungere quei risultati, cioè aver imbrogliato.
Ad accusarlo fu Twin Galaxies, una società che collabora con il Guinness World Records per certificare i primati raggiunti nei videogiochi. Secondo questa società, Billy Mitchell avrebbe giocato a Pac-Man e Donkey Kong su un emulatore e non su un cabinato arcade certificato e non modificato.
Un’onta incredibile, ma la storia ha avuto un lieto fine proprio quest’anno perché, stando a nuovi riscontri, Billy non ha affatto imbrogliato.
Craig Glenday, caporedattore di Guinness World Records, ha spiegato in un video che sono state visionate nuove prove che riabilitano il nome di Mitchell. Queste arrivano sotto forma di resoconti di testimoni oculari, analisi di gameplay da parte di esperti e verifica dell’hardware.
I record sono stati dunque ripristinati, inoltre Mitchell intentò anche causa nei confronti di Twin Galaxies. A quanto pare, aveva ragione lui.
Curiosità: nel film Pixels, con protagonista Adam Sandler, in cui i videogiochi prendono vita nella vita reale, il personaggio di Eddie Plant “Fireblaster“, interpretato da Peter Dinklage, è un campione invincibile proprio di Donkey Kong e Pac-Man, ma in realtà è un imbroglione che inserisce i trucchi per vincere. Il personaggio, secondo quanto detto dal regista Chris Columbus, è basato su diversi importanti campioni di videogiochi tra cui proprio Billy Mitchell, ma Pixels è del 2015, mentre la scoperta dell’imbroglio, ora smentito, risale al 2018. Non sembra dunque esserci un collegamento.
This post was published on 19 Giugno 2020 20:28
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