La piaga dei cheater nei videogiochi online probabilmente non avrà mai fine, si potrà arginare, ridurne gli effetti, ma fermarla del tutto sembra un’utopia. Se poi questi individui utilizzano le loro “abilità” da cracker per alimentare fenomeni odiosi, la faccenda si fa ancora più grave.
Red Dead Online ha sempre avuto problemi con i cheater, fin da quando è diventato disponibile. Questi, però, nel tempo non sono limitati a diventare invulnerabili o a usare trucchi dagli effetti ormai noti, sono anche riusciti a inventarsene di tutti i colori per infastidire gli altri giocatori con atti fantasiosi – far spawnare bestie feroci per attaccare gli utenti onesti, generare esplosioni dal nulla – e a dimostrare la loro stupidità nei modi più beceri.
Utilizzando gli stessi programmi che consentono loro di generare oggetti casuali nel gioco, alcuni cheater hanno deciso di generare NPC appartenenti al Ku Klux Klan (non dobbiamo fare presentazioni, giusto?) e inviarli ad attaccare gli altri giocatori, in particolare quelli che controllano personaggi neri e asiatici. Il KKK esiste in Red Dead Redemption II come evento casuale in cui Arthur può imbattersi, ma non appaiono in Red Dead Online.
Purtroppo, i modelli, proprio perché presenti nel gioco base anche se non utilizzabili dai giocatori, sono manipolabili da chi è in grado di fare queste cose.
Dopo svariate segnalazioni, Rockstar ha deciso di prendere in mano la situazione. Con una recente patch che va ad agire sui server, il team è riuscito a fermare il fenomeno dei cheat a tema KKK. Gli NPC vestiti da membri della società segreta razzista non potranno più essere generati.
Il dataminer Tez2 ha inoltre chiarito che l’aggiornamento non provoca bug nel gioco base perché questo non agisce direttamente sui modelli presenti nel file di gioco.
Speriamo che non ci sia più bisogno dell’intervento di un team di sviluppo per fatti di questo genere. Per taluni è così difficile capire che il loro stupido comportamento non fa ridere proprio nessuno?
Leggi anche: Xbox ottiene la chiusura di un canale YouTube per contenuti razzisti.
This post was published on 17 Giugno 2020 12:38
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