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Microsoft prepara i team indie alla next-gen: inviati tanti devkit di Series X

La storia di Microsoft Xbox con la galassia indie è quella di un rapporto proficuo e quasi più istituzionalizzato rispetto a quelli dei concorrenti. A conferma di ciò basta l’esistenza di un intero vero e proprio programma dell’azienda dedicato alla facilitazione dello sviluppo degli indie, il progetto ID@Xbox (un progetto del quale avevamo parlato in questa story), che ora comincia a scaldare i motori per la next-gen.

Fin dalla sua fondazione, ID@Xbox si pone come una sorta di punto d’incontro fra studi indie e Microsoft, nel quale le idee delle terze parti vengono valutate da un team, finanziate e supportate attraverso una serie di strumenti, primi fra tutti i dev kit. Ora sembra arrivato il momento di un next step.

Secondo una notizia diffusa nel corso della seconda giornata del Guerrilla Collective, Microsoft ha inviato e sta inviando devkit di Xbox Series X a moltissimi team membri del programma, allo scopo di prepararli al passaggio alla next-gen e permettere loro di sviluppare nuovi titoli.

Alcuni numeri del programma ID@Xbox, celebrati dal marketing interno di Microsoft

Dobbiamo aspettarci un’enorme ondata di indie già al lancio di Xbox Series X? L’evento di luglio dedicato ai progetti first-party potrebbe presentare delle sorprese da questo punto di vista?

Ma soprattutto, ciò non potrebbe essere un segnale importante per il futuro dell’industria?

Una conferma interessante

L’attenzione di Xbox per la galassia indie è cosa risaputa, e non soltanto alla luce di ID@Xbox e della sua strategia di “incorporamento” di quell’universo all’interno della filiera produttiva dell’azienda. Persino la mossa di Microsoft di rendere partecipi gli indipendenti al lancio della next-gen non dovrebbe sorprendere più di tanto. Semmai, a interessare è la consapevolezza che secondo Microsoft la strategia seguita finora stia ripagando.

Chris Charma, responsabile del progetto ID@Xbox, lo illustra in uno dei panel a esso dedicati

Nell’immaginario collettivo legato alle console, in passato il mondo indie è spesso risultato più una sorta di attore secondario, un settore a sé stante del mercato che arrivava sulla scena dopo che i colossi avevano sondato il terreno, aperto la strada, fondato un “mainstream”, creato una scena nel quale gli indipendenti giocavano un ruolo di ospiti graditi, ma non così influenti da meritare il tappeto rosso.

Microsoft, invece, continua a lanciare segnali del suo mutamento nella considerazione di queste realtà.

Con quali effetti?

Celeste, indie dell’universo Microsoft che non ha bisogno di presentazioni

Andiamo verso un mercato ancor più ricco grazie all’arrivo di una quantità ancor maggiore di progetti indie nel corso di una mesata media, forti della distribuzione data da programmi come ID@Xbox? E questo si concretizzerà anche vedere sempre più sacche di espressione indipendente all’interno dell’industria, magari in grado di mettere sul mercato prodotti non-mainstream più artistici e, magari, ancor più provocatori e originali?

This post was published on 15 Giugno 2020 10:57

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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