A quanto pare SEGA ha dei piani per la nuova console “remastered”. Su un sito teaser è possibile vedere un’immagine in cui è rappresentata una mano con una piccola console Game Gear. Il nome ufficiale è Game Gear Micro. Il suo annuncio avverrà oggi, mercoledì 3 Giugno alle ore 18:00 italiane.
Dal post pubblicato su Twitter da Dean Koopman è possibile leggere la data d’uscita ufficiale giapponese, prevista per il 6 ottobre 2020. Per l’occidente ci si aspetta più o meno lo stesso periodo. Il prezzo sarà di 4.980 Yen, circa 40-45 Euro.
La console sarà disponibile in quattro differenti colorazioni, ognuno di questi richiama quello dei design originali venduti nel periodo d’uscita. Ad esempio, il modello blu era disponibile come design del Sega Sports System. Le colorazioni rossa e gialla sono state rilasciate esclusivamente in Giappone.
Game Gear fu una console di SEGA prodotta negli anni ’90, per esattezza dal 1990 e il 1997. Il suo hardware era mostruoso se confrontato con quello del competitor Nintendo Game Boy. Essa infatti era un derivato della console casalinga SEGA Master System. In poche parole una console portatile in grado di far girare titoli a colori con una qualità grafica eccellente per l’epoca.
Ovviamente ne risentivano le dimensioni, il peso e la durata delle batterie (ed era abbastanza dispendiosa come cosa dato che all’epoca c’erano le pile).
Non finisce qui! Il Game Gear fu dotato di un particolare add-on, il TV-Tuner: una speciale antenna in grado di trasformare la console in un televisore da 3 pollici. C’era poi il Master Gear Converter, un accessorio in grado di riprodurre i titoli del Sega Master System.
In Italia la console fu distribuita dalla Giochi Preziosi. I giocatori di lunga data (lunghissima, anzi) ricorderanno con piacere gli spot televisivi con il mitico Gerry Calà. Libidine!
La console ha venduto 11 milioni di unità e sebbene sembri un traguardo “accettabile” è abbastanza basso rispetto alle aspettative, soprattutto se consideriamo il lungo ciclo di vita della console.
Il problema principale consisteva nel prezzo, troppo alto rispetto al competitor Game Boy: una console portatile Nintendo veniva circa 110 dollari negli Stati Uniti, mentre Game Gear costava 150 dollari.
A questo si aggiungeva quello delle batterie: per la console di SEGA non solo ce ne vogliono sei, ma durano solamente sei ore. Per Game Boy invece ne bastavano due e duravano circa sei volte di più.
Un altro motivo è legato proprio alla grandezza della console: troppo ingombrante e pesante, molto più comodo ed ergonomico un Game Boy. Le componenti: sebbene l’hardware sia superiore al competitor, la longevità delle componenti era spesso inferiore. Questo significava avere console che in poco tempo potevano avere difetti come vetro o condensatore danneggiato.
Infine il parco titoli, era povero: sebbene ci fossero progetti first party interessanti, molti derivati dalla versione Sega Master System, il supporto dei titoli di terze parti era davvero debole. Insomma, alla fine ci si ritrovava con una console costosa, esosa per quanto riguarda le risorse e con pochi titoli. Un vero peccato, questa storia ricorda quella della recente PlayStation Vita (tra l’altro apparsa anche si The Last of Us Parte 2.
Non ci resta che attendere la presentazione di oggi pomeriggio per avere maggiori informazioni sui giochi disponibili con la console e la conferma dei dettagli pubblicati con il Tweet.
This post was published on 3 Giugno 2020 8:00
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