Prima o poi doveva succedere, una madre infuriata inizia ad inveire contro un minorenne su Fortnite, il ragazzo è reo di “aver rubato degli oggetti nel gioco al proprio bambino”.
Ma passiamo al video, sono 13 minuti e mi hanno fatto letteralmente cadere le braccia a terra.
AGGIORNAMENTO:
Il video è stato buttato giù da Facebook, probabilmente per bullismo o incitamento all’odio, ricostruiamo comunque le varie scene nel prossimo paragrafo.
Analizziamo brevemente i fatti, il video inizia con un bambino che piange e una signora dall’accento romano che inizia ad offendere a profusione un ragazzino “colpevole di aver “arrubbato” tutti gli oggetti del figlio.
Gli intima di chiamare la madre, di vergognarsi, utilizza diversi epiteti sul minore del tipo “sei un frocio“, “sei una femminuccia” e “handicappato” in pieno senso dispregiativo del termine. Il tutto condito da minacce fiere e bulle come “vengo a cercarti” che denotano un machismo che non si confà alla figura materna a cui siamo culturalmente abituati.
Il ragazzino per 13 minuti “tiene botta” stemperando la situazione surreale intimando che è solo un gioco, spiegando a più riprese che una figura adulta non dovrebbe permettersi di utilizzare certi termini e cercando di sdrammatizzare ridendo e dicendo “sono un King“.
Il tutto probabilmente con il figlio piccolo che ascolta la madre mentre c’è un evidente problema di comunicazione e comprensione del media.
Pensiamoci, ma che diavolo è successo? Una madre (che dal tono sembra quelle apostrofate come “mamme pancine” in alcune pagine Facebook) minaccia pesantemente un ragazzino, insultandolo davanti al figlio piccolo che piange.
E dov’è che abbiamo fallito? Lo abbiamo fatto noi giornalisti dedicando le nostre pagine solo agli addetti al settore e ai fruitori avanzati, lo abbiamo fatto perché non abbiamo posto in prima linea i nostri ricordi di nerd disadattati, lo abbiamo fatto perché non pensiamo di essere in età genitoriale e che forse non volasse la pena informare anche loro.
Il media videoludico è oramai alla portata di tutti, mai come al giorno d’oggi e (quasi) nessuno si è preso la briga di spiegare a degli analfabeti ludici cos’è il gioco, quali sono le meccaniche, qual è il target e come ci si comporta con quelle fasce di età che sono tra le più indifese in assoluto.
Non basti pensare a come siamo cresciuti noi, con pane e schiaffi su Mortal Kombat, i tempi sono cambiati e con essi anche i genitori che ricoprono i propri figli in una bolla iperprotettiva.
E noi in questa bolla non siamo mai entrati, nei nostri siti di informazione non abbiamo mai aperto sezioni raggiungibili dal menù e dall’homepage dedicata ai genitori (che compongono il grosso del mercato ludico, basti pensare all’età media dei fruitori di minecraft e fortnite).
La colpa è nostra, non abbiamo insegnato nulla ai genitori che incautamente e a cuor leggero per far pace con il cervello lasciano parcheggiati i bimbi davanti alle console.
E oggi abbiamo questo, una madre che non capisce un tubo di un determinato gioco e insulta un altro minorenne, pensando che quest’ultimo abbia rubato per davvero qualcosa al proprio figlio.
Confrontandomi con alcuni membri della community di fortnite ho compreso una meccanica della versione “salva il mondo” che fa parte delle dinamiche a pagamento del gioco.
Il sistema permette scambi tra utenti per passarsi oggetti acquistati con soldi veri, peccato che il sistema sviluppato da Epic Games sia farraginoso e non permetta uno scambio tutelato da un sistema solido di trading, bensì un mero “droppo l’item per terra” che tradotto in termini non ludici “poggio il mio oggetto per terra, tu il tuo e ce li scambiamo”.
Ovviamente l’adolescente che si proclama “il king” ha sbagliato, sta facendo lo scammer e/o il troll e farlo ad un bambino piccolo è sicuramente da stronzi, sta di fatto che ciò non giustifica l’intervento di un adulto che prende le parti in un modo così brutale e, passatemi il termine, immaturo.
Diciamo quindi per tirare le somme che questo king non è proprio il più puro dei puri, questo non giustifica però il trattamento ricevuto che è oltraggioso da parte di un genitore davanti al proprio figlio. E opinione mia personale, se fosse successo a parti inverse, ovvero un padre che minaccia di andare a corcare di botte un minorenne fidatevi, avrebbe un altro clamore a livello di opinione pubblica, giusto per ribadire un evidente doppio standard e condannare la violenza sotto ogni sfumatura.
Per concludere, signore e signori, dobbiamo fare qualcosa prima che arrivi qualcuno con intenzioni peggiori di questa signora. Riflettiamoci con maturità, siamo noi quelli che devono fare qualcosa.
This post was published on 12 Maggio 2020 18:04
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