Dreams, il “gioco-per-fare-giochi” di Media Molecule in esclusiva PlayStation, sembra destinato a cambiare alcune logiche dell’industria videoludica, ma soprattutto sembra farlo molto velocemente: a neanche un mese dal lancio ufficiale del gioco, gli sviluppatori hanno annunciato un progetto che permetterà agli utenti di utilizzare i propri video made-in-Dreams per scopi commerciali. Una mossa che pone alcune questioni molto interessanti.
Si tratta di un programma sperimentale e quindi circoscritto. L’utente dovrà descrivere il proprio progetto in un documento di proposta, inviarlo al team responsabile e attendere il responso. In caso di accettazione, Media Molecule stessa darà il suo appoggio per far diventare quel progetto una vera e propria opera commerciale.
La pagina web di presentazione del programma è molto approfondita, precisa e ricca di indizi su quanto MM tenga a farne un’attività cardine all’interno di quello che crediamo presto potremmo chiamare “ecosistema Dreams”. Tanti gli argomenti trattati, come in ogni “call to project” che si rispetti: dalla proprietà intellettuale dei contenuti alla necessità di una chiara identificazione del creativo, dalle regole usate dal team di valutazione del progetto al fatto che Media Molecule si riservi di modificare i detti termini in futuro.
Molta carne al fuoco, ma emerge comunque un punto fondamentale, ovvero che Media Molecule fa maledettamente sul serio, e forse è ora di chiedersi quanto dovremmo attendere per il next step: la commercializzazione dei prodotti ludici creati in Dreams.
La domanda sembra legittima, soprattutto se pensiamo che già all’inizio di marzo arrivavano le prime notizie di utenti Dreams contattati da software house rimaste incantate dai loro lavori. Le condizioni per far sì che Media Molecule trovi convergenze commerciali con questi creativi ci sono tutte.
Non sappiamo quanti sviluppatori nasceranno dall’utilizzo intensivo di Dreams, anche se la qualità di alcuni progetti che è possibile trovarvi è sbalorditiva (avete già visto la sequenza di Ghost of Tsushima ricreata con il gioco Media Molecule?). Tante sono le variabili, ed è bene non farci prendere da un facile entusiasmo derivante dal fatto che un prodotto del genere dia la possibilità a tanti appassionati di creare i propri giochi.
Quel che certo però è che Dreams ha forse tutte le carte in mano per creare la più importante piattaforma di “incoraggiamento alla creazione artistica” di massa dai tempi d’oro di YouTube (leggi: quelli in cui quel social era usato in prevalenza per diffondere contenuti originali e di qualità).
Se c’è una scommessa vinta da Dreams è infatti quella di aver provato a dare lo spazio e gli strumenti a molti ragazzi cresciuti col videogioco che da tempo non vedevano l’ora di mettersi in campo e dare vita ai propri sogni (perdonateci per la retorica!). E non è una cosa da poco.
Well done, davvero.
This post was published on 14 Marzo 2020 11:09
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