Scontro fra major in casa di uno degli attori emergenti dello streaming videoludico: dopo Bethesda Softworks e Activision Blizzard anche 2K ha chiesto a GeForce Now, servizio Nvidia lanciato lo scorso mese in beta, di rimuovere i propri giochi dalla piattaforma. In tutti e tre i casi la motivazione sembra abbastanza bizzarra: Nvidia avrebbe infatti messo in streaming i titoli dei tre publisher (e non solo loro) senza il loro esplicito consenso a causa di quello che il colosso produttore di ha definito un “malinteso”.
Facciamo un passo indietro, tanto per contestualizzare. GeForce Now è un servizio di gioco in streaming sviluppato da Nvidia negli ultimi cinque anni e lanciato a febbraio. Il suo obiettivo/mission è quello di far sì che i giocatori di tutto il mondo possano provare la potenza grafica dei prodotti di Nvidia anche senza disporre di un computer potente, passo che potrebbe rivelarsi vincente all’interno di una strategia di fidealizzazione. Come avrete capito, infatti, i giochi streammati dagli utenti girano sulle macchine ottimizzate con componenti Nvidia (leggi “mostri a tre teste che tutti vorremmo avere in casa”).
Nel corso del lungo periodo di perfezionamento pre-lancio sia Activision che Bethesda e 2K hanno permesso a Nvidia di utilizzare i propri prodotti per testare la piattaforma, ma sembra che al termine di questa finestra temporale Nvidia abbia continuato a streammare i giochi senza che vi sia stato alcun vero e proprio accordo commerciale in merito. Questo almeno secondo quanto sostenuto dai tre publisher.
Una situazione paradossale le cui dinamiche interne reali sono al momento molto difficili da comprendere realmente, ma che danno idea di quanto complesso sia l’ambiente editoriale legato al nostro passatempo preferito. Certo è che, se la versione di Blizzard, Bethesda e 2K si rivelasse fondata, per GeForce Now la strada sarebbe tutta in salita (a dir poco).