Il rapporto tra Cina e videogiochi è molto controverso, come lo è quello tra il paese asiatico e Internet. Ora poi che il Coronavirus sta monopolizzando l’informazione mondiale e sta influenzando in modo negativo anche l’industria videoludica, la questione si fa ancora più delicata.
Ndemic Creations, la software house che ha sviluppato Plague Inc., il simulatore di pandemie, ha fatto sapere che il suo gioco è stato rimosso dall’App Store cinese perché ritenuto illegale dal governo di quel paese.
Siamo appena stati informati che Plague Inc. “include contenuti illegali in Cina, come stabilito dalla Cyberspace Administration of China” ed è stato rimosso dall’App Store cinese. Questa situazione è completamente fuori dal nostro controllo.
La Cyberspace Administration of China è l’autorità centrale di regolamentazione, censura, supervisione e controllo di Internet per la Repubblica Popolare Cinese. L’organo non ha nominato apertamente il COVID19 e non ha fatto alcun riferimento alla situazione di emergenza che lo stato orientale sta affrontando in questo momento, tuttavia l’impressione è che la reale motivazione della rimozione di Plague Inc. dallo store abbia a che fare proprio con quello.
Il tempismo con cui è stata presa la decisione, d’altronde, fa pensare a qualcosa in più di una semplice coincidenza. Ndemic sta cercando di risolvere il disguido – se di disguido si parla – e ha dichiarato di essere al lavoro su una possibile mediazione. Il developer vorrebbe entrare in contatto con la Cyberspace Administration of China per avere un confronto, ma ha avvertito i giocatori che la questione potrebbe concludersi in un nulla di fatto poiché, in quanto “piccolo studio di giochi indipendente del Regno Unito”, le circostanze sono tutte contro di loro.
Ricordiamo inoltre che la versione per Android del gioco non è mai stata resa disponibile in Cina.
Cosa pensate di questa situazione? Pensate che non ci sia davvero correlazione tra l’eliminazione del gioco e il Coronavirus?
Leggi anche: Gli sviluppatori di Plague Inc. ricordano che il gioco non è scienza.