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Mass Effect: l’ex lead writer si unisce ad Archetype Entertainment

Il 2020 si prospetta un anno magico per il videogioco di ruolo (fra le uscite di Cyberpunk 2077 e di Vampire: The Masquerade Bloodlines 2 e l’arrivo di novità su Baldur’s Gate 3) e ad alimentare quest’impressione arrivano anche buone notizie da Archetype Entertainment, etichetta nata da Wizards of the Coast (Dungeons & Dragons) per curare i titoli videoludici tratti dai suoi prodotti.

L’ultima di queste riguarda Drew Karpyshyn, scrittore pezzo da novanta della sceneggiatura videoludica attivo fino a poco tempo fa in BioWare, che sembra sul punto di sbarcare di Archetype andando a ricoprire la posizione di lead writer dei suoi primi progetti (fra i quali un gioco di fantascienza).

Il buon Drew “Mass Effect” Karpyshyn in un’intervista

Anche dando solo una rapida occhiata al suo curriculum, appare chiaro come Karpyshyn sia la classica figura che ogni team specializzato in videogiochi di ruolo digitali vorrebbe avere al suo interno: è stato lead writer di Mass Effect 1 e 2 (e, dunque, fra i principali fautori del loro successo) e ha collaborato a tutti i più importanti progetti BioWare (Dragon Age, Baldur’s Gate, Knights of the Old Republic, Dragon Age).

Kaspyshyn non è però il primo ex-BioWare ad andare nel nuovo studio: traslocando in Archetype l’autore raggiunge ben due suoi ex-colleghi, ovvero James Ohlen e Chad Robertson (rispettivamente presidente e vice presidente di Archetype), quest’ultimo entrato nella nuova realtà a gennaio 2020.

Uno dei primi concept del primo progetto Archetype, un sci-fi in corso di sviluppo.

Archetype vuole essere l’erede di Bioware?

Il trasloco di questi nomi eccellenti in Archetype non fa solo sperare in una nuova etichetta in grado di portare avanti una tradizione di videogiochi di ruolo che ha segnato in positivo gli scorsi decenni con le saghe di Dragon Age e Mass Effect, ma suggerisce che Wizards of the Coast stia attuando una vera e propria politica di appropriazione dei talenti che hanno contribuito a quel successo per rilanciare il proprio comparto “gioco digitale”.

A suggerircelo non è solo la strategia di riunione di figure come Ohlen, Robertson e Karpyshyn in una realtà sotto il suo controllo, ma soprattutto il momento scelto per il suo lancio-aprile 2019/inizio 2020- proprio all’apice di uno dei momenti più critici per BioWare, alle prese con l’affaire Anthem. L’impressione è che Wizards punti a dare un colpo spietato e definitivo a quello che fino a pochi anni fa era un pericoloso rivale all’interno del comparto videoludico.

Un’operazione che Wizards ha già compiuto con successo nel campo del gioco di ruolo cartaceo, dove nel giro di pochi anni la quinta edizione di Dungeons & Dragons è riuscita a riconquistare i giocatori delusi dalla precedente e a tornare in posizione dominante rispetto a concorrenti come Pathfinder.

This post was published on 14 Febbraio 2020 11:45

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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