Abbiamo visto molte volte i videogiochi finire in tribunale: alcune volte erano definiti troppo violenti da determinate fasce di acquirenti, altre volte venivano definiti pericolosi a causa di meccaniche simili al gioco d’azzardo (vero Lootboxes?). Stavolta non abbiamo a che fare con un videogioco a là Phoenix Wright/Ace Attorney ma con una causa legale vera, non legata alla componentistica hardware di una nuova rivoluzionaria console ma al mondo dei videogiochi multiplayer.
Avete presente quando state giocando online e all’improvviso la partita che state facendo inizia a prendere una strana piega, fatta di sfasamenti temporali, lag equina e crash improvvisi? Ecco, Ubisoft ha tentato di risolvere un caso di questi in modo violento e (speriamo) definitivo.
Vediamo insieme come ha fatto Ubisoft a portare in causa gli autori di ripetuti attacchi DDoS.
Ubisoft ha portato un tribunale un sito web piuttosto particolare: una specie di distributore di abbonamenti. Niente streaming di contenuti video o audio, niente cose zozze o niente videogiochi gratuiti. Il sito in questione vendeva abbonamenti ad un server in grado di distribuire un particolare tipo di attacco informatico, chiamato attacco denial of service (DDoS) contro vari videogiochi tra cui Rainbow Six: Siege.
A parlarne inizialmente è stata Polygon all’interno di un suo articolo. In Rainbox Six Siege gli attacchi DDos sono stati uno dei grandi problemi della stabilità del multiplayer e dopo anni di server crashati e lag generalizzato durante gli scontri multiplayer, Ubisoft a Settembre 2019, decise di trovare soluzione a tale problema.
Secondo quanto dichiarato dalla compagnia francese, grazie a degli update mirati gli attacchi DDoS sono diminuiti del 93% ma non era riuscita ad arrivare alla fonte del problema, almeno fino ad ora.
Il sito in questione, chiamato SNG.ONE, è stato chiamato in causa dal colosso francese questo giovedì. Secondo i rapporti di Eurogamer il sito si presentava al pubblico come un’azienda che vende servizi per valutare la sicurezza del proprio sito web alle aziende ma nascondeva invece un attività di distribuzione attacchi DDoS a diversi server dei videogiochi più svariati: Fortnite, Fifa 20, Call Of Duty Modern Warfare, Rainbow Six Siege e molti molti altri.
Gli attacchi DDos erano in grado di inondare i server di Rainbow Six Siege, sovraccaricandone la rete, rallentandoli e causando anche crash completi che di fatto scollegavano tutti i giocatori impegnati in una partita. Quando gli attacchi in questione non riuscivano a provocare un crash del server i disservizi non scomparivano perché rendevano sostanzialmente impossibile l’accesso al titolo. I legali Ubisoft hanno considerato questi attacchi DDoS alla pari di trucchi più canonici ed hanno portato in tribunale i responsabili del sito.
All’interno dei testi della causa giudiziaria è stato citato anche un tweet rilasciato da SNG.ONE dopo gli aggiornamenti settembrini di Siege per contrastare gli attacchi DDoS. Tale tweet recitava ottimo lavoro @Ubisoftsupport, continuate a lavorare così; un guanto di sfida recepito in modo non particolarmente pacifico visto che sono stati raggiunti gli estremi per una causa legale. Il tweet è stato usato da Ubisoft per sostenere la consapevolezza di SNG nelle proprie azioni.
L’azienda francese ha chiesto il risarcimento dei danni e delle spese processuali, insieme alla chiusura del presunto servizio di DDoS.
This post was published on 20 Gennaio 2020 10:00
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