Secondo gli ultimi risultati dell’indagine interna di Valve sugli utenti di Steam, il cinese semplificato è diventato la lingua più popolare di tutta la sua piattaforma. Mese dopo mese un sondaggio opzionale compare al login dell’utente nella piattaforma, chiedendo il permesso per poter raccogliere alcuni dati.
Ripetendo questo processo per novanta milioni di volte (circa) Steam riesce ad ottenere una panoramica dei suoi utenti: i dati raccolti di volta in volta sono sempre gli stessi: tipologia di configurazione hardware presente sul computer in cui è installato Steam, spazio libero sul proprio hard disk, lingua in cui è settato il programma e così via.
Durante il corso degli anni passati la lingua più popolare tra quelle in circolazione era l’inglese, con percentuali d’utilizzo che volteggiavano tra il trenta ed il quaranta punti; quest’anno in prima posizione abbiamo trovato con un 37.8% la lingua cinese semplificata, un salto di 14.4 punti rispetto al sondaggio del mese precedente.
Aspetta, fermi tutti un attimo; nel giro di un singolo mese (in cui non è accaduto tecnicamente nulla di particolare per il mercato cinese) c’è stato un balzo così grande di utenti? Siamo sicuri che tutto sia andato per il verso giusto?
Per PCGAMER c’è qualcosa che non riporta.
Partiamo dal presupposto che il sondaggio che Steam utilizza per ottenere i suoi dati non è sempre stato infallibile.
Ad Aprile 2018, ad esempio, Valve aveva risolto un bug all’interno del sistema che aveva rovinato oltre un anno di raccolta dati a causa dei computer degli internet café asiatici, contati più e più volte.
Questo sovracconto dei computer aveva anche generato lamentele da parte di aziende enormi come Intel e AMD che utilizzano i dati raccolti da Steam per analizzare il loro andamento di mercato; nello specifico AMD si era pubblicamente lamentata della questione giudicando il metodo poco affidabile.
Secondo la redazione di PC Gamer per una volta non abbiamo a che fare con qualche mistificazione dovuta a problemi di tecnico hardware/software dei vari computer; la risalita del cinese dei sondaggioni di Steam è dovuta ad un progressivo aumento dei giocatori appartenenti al popolo cinese.
Secondo Daniel Ahmad (ZhugeEX su twitter), durante il corso del 2018 i giocatori cinesi sulla piattaforma hanno superato le trenta milioni di unità, un numero impressionante se consideriamo tutte le problematiche che la piattaforma deve affrontare con le stringenti leggi e la censura ancor più soffocante che vengono applicate. Per poter vendere un gioco in Cina è necessario passare attraverso un lungo e complicato processo di revisione da parte di enti governativi che, nel corso di due anni fa, si è addirittura freezato in seguito ad una ristrutturazione dell’ente.
In passato, secondo quanto è possibile scoprire attraverso Wayback Machine, gli unici momenti in cui Steam aveva come lingua di maggior successo il cinese semplificato erano riguardanti il periodo poi invalidato dal bug di cui abbiamo parlato sopra. Qui potete trovare uno screenshot riguardante i dati raccolti da Valve durante il mese di Aprile 2018.
Al momento non abbiamo dati precisi riguardante la veridicità dei dati raccolti durante questo mese da Steam ma non ci sarebbe molto di cui stupirsi.
Come avevamo già detto tempo fa, la popolarità della piattaforma nel mercato cinese sta rapidamente crescendo grazie anche ad una scena ludica di tutto rispetto: durante lo scorso anno alcuni videogiochi made in china hanno scalato le classifiche dei titoli più venduti superando anche le produzioni tripla a più blasonate: Chinese Parents o Scroll Of Taiwu, ad esempio, hanno venduto più di un milione di copie senza avere nemmeno la lingua inglese tra le scelte possibili e abbiamo anche visto RPG come Sands Of Salzaar diventare successi enormi vendendo cinquantamila copie in meno di una settimana.
Tutto ciò per non mettere in mezzo cose come l’incredibile popolarità di videogiochi come PUBG che, da soli, hanno venduto più di venti milioni di copie; il titolo è diventato talmente popolare (nella sua versione mobile) che Tencent ha finito per realizzarne una versione alternativa in grado di venir monetizzata secondo le stringenti legislazioni della nazione, divenendo Game For Peace.
Riassumendo: la possibilità che da oggi la maggioranza della gente su Steam parli cinese c’è ed è anche abbastanza elevata; per quanto in passato i sondaggi di Steam sull’hardware dei suoi utenti non fossero esattamente allo stato dell’arte, al giorno d’oggi li possiamo considerare affidabili il giusto per crederci.
Cosa ci cambia come giocatori?
Niente, semplicemente ci sarà da stupirsi un po’ di meno se leggeremo strani idiogrammi in risposta ai nostri insulti.
This post was published on 9 Gennaio 2020 9:30
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