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La rinascita di Electronic Arts passerà per Respawn ed il suo boss?

Star Wars Jedi: Falles Order è stata una delle sorprese più piacevoli della fine del 2019. Divertente, vario e in grado di riconquistare i fan più incalliti di Star Wars (che lo hanno quasi preferito all’ultimo film della saga), ha provato al mondo le potenzialità del team di sviluppo Respawn, già responsabile della saga di Titanfall, risollevando un’annata molto difficile per EA Games (soprattutto a causa di Anthem). Ebbene, qualcuno ai piani alti deve essersi accorto del potenziale dei creatori dell’ultimo titolo ambientato nella galassia lontana lontana, e deciso di affidare al capo team, Vince Zampella, un compito molto complesso: la direzione di Dice L.A., team responsabile in passato di brand come Battlefield, Medal of Honor e Star Wars Battlefront.

Aria di pulizie di primavera?

Vince Zampella

Respawn promossa con lode

Secondo la notizia, diffusa nella serata di ieri, Zampella è stato chiamato a capo di Dice L.A. e gli sarebbero stati dati una vasta libertà di azione e l’obiettivo del lancio di un nuovo brand. La libertà di cui Zampella disporrebbe all’interno del nuovo incarico non si fermerebbe a budget miliardari e ai mezzi di Dice, ma arriverebbe alla facoltà di poter riformare lo studio e persino a rinominarlo, elementi che hanno portato gli analisti a pensare che E.A. voglia affidare al nuovo CEO un progetto chiave per il rilancio dell’azienda.

Il fatto non dovrebbe stupire. Da una parte Respawn (che in ogni caso Zampella non ha voluto lasciare) ha una fama ormai invidiabile.

La saga di Titanfall è riconosciuta come uno degli fps più originali e adrenalinici del decennio appena concluso, Apex Legends è riuscito a inserire EA all’interno del genere Battle Royale costruendo una fan-base agguerrita. Infine, come ricordavamo, Fallen Order è stato accolto come una sorta di miracolo, in grado di riportare in alto un brand che dal punto di vista videoludico non se la passava certo bene (soprattutto a causa della gestione ondivaga di Electronic Arts). Inoltre ricordiamoci che quest’ultimo risultato è stato raggiunto proprio durante la corsa per i regali di Natale 2019, con grande gioia del publisher.

Una promozione sarebbe giustificata anche in base a questi presupposti, ma c’è di più: basta andare un po’ più a ritroso nel curriculum di Zampella per capire che Star Wars o Titanfall non sono gli unici conigli usciti fuori dal suo cilindro. Anzi.

Incontro fra titani

Risaliamo quindi gli annali fino al 2003, quando Zampella non era ancora in Respawn (che lui stesso avrebbe fondato come studio indipendente nel 2010), ma nel team che quell’anno avrebbe dato vita a uno dei principali attori del panorama contemporaneo: Infinity Ward, papà di… papà di Call of Duty, santo cielo!

Sì, il concept primario di CoD, quando ancora altro non era che il perfezionamento della formula di Medal of Honor, è dovuto anche alla mente di Zampella e di Jason West, anche lui co-fondatore di Respawn.

In pratica, qualora l’operazione di EA avesse davvero l’obiettivo del lancio di una nuova serie in grado di competere con colossi come Activision, alcune delle menti più brillanti dell’action e dell’FPS statunitense degli ultimi vent’anni stanno per assumere un ruolo dirigenziale di altissimo livello all’interno nel dipartimento che ha dato i natali ad alcuni dei brand più di successo nel genere, probabilmente ridando a esso un lustro forse perso negli ultimi anni.

Un processo iniziato di fatto già ai tempi della fondazione di Respawn (2017), finanziata grazie alle risorse del programma EA Partners, e che ora sembra arrivare a un esito che non “rischia” solo di portare di nuovo gli FPS di EA e di Dice in alto, ma soprattutto alla possibile costruzione di un’offerta di qualità.

Capirete perché secondo alcuni questo 2020 inizi col botto…

Electronic Arts può tornare grande?

E’ sorprendente come a volte, all’interno di contesti così “freddi” e regolati da logiche di mercato, piazzamento di prodotti e marketing, il riemergere di figure talentuose e la loro chiamata a ruoli di responsabilità riesca a rinvigorire lo scenario e a ridestare l’attenzione.

Dice ha segnato la storia di un comparto e pubblicato alcuni dei titoli più importanti dell’FPS prima che quest’ultimo genere diventasse sempre più CoD-centrico e all’apparenza basato su una guerra di posizione ripetuta con gli stessi schemi di anno in anno e incapace di reali evoluzioni. Adesso alla sua dirigenza arriva un pioniere del genere, che ha dimostrato di poter dire ancora molto grazie a tre titoli a dir poco “riusciti”.

EA riuscirà, dandogli in mano la chiave di una stanza dei bottoni tanto importante, a ritrovare definitivamente una dimensione di cura per la sua offerta? Oppure il suo business model, spesso indicato come spietato, e senza cuore intaccherà anche Respawn?

Solo le prossime mosse del maestro jedi Zampella ci daranno risposta…

This post was published on 3 Gennaio 2020 17:18

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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