Più grande non significa necessariamente più bello. Anni fa, la notizia dell’uscita di un nuovo open world ci rendeva molto felici, oggi un po’ meno perché la struttura che prevede un mondo aperto ed esplorabile in lungo e largo è inflazionata.
Gli open world stanno vivendo un momento di stagnazione, a causa di scelte di design spesso discutibili che portano il giocatore alla frustrazione e all’abbandonare un titolo dopo qualche ora. Non succede a tutti, sia chiaro, ma è un’esperienza che molti vivono sulla propria pelle perché maggiormente restii a compiere fetch quest monotone, a dover raccattare punti esperienza raccogliendo fiori e altri artifici simili che allungano il proverbiale brodo.
Della stessa idea sono alcuni sviluppatori che promettono di migliorare e migliorarsi nella prossima generazione di console, Tra questi, ci sono i talentuosi ragazzi di Techland, lo studio di sviluppo di Dying Light e del futuro secondo capitolo dell’open world in salsa zombie.
Il direttore creativo di Techland, Tymon Smektala, ha dichiarato in un’intervista rilasciata alla rivista ufficiale di Xbox che nelle next-gen gli open world non saranno per forza più grandi, ma saranno sicuramente migliori nelle prestazioni.
Non sono sicuro che diventeranno più grandi. Penso che ciò che cambierà sarà la fedeltà dell’insieme. Non penso che le persone abbiano davvero bisogno di mondi più grandi, hanno bisogno di mondi di qualità migliore e che si sentano più immersi in ciò che li circonda. Non è così difficile per l’attuale generazione creare mondi enormi perché vai da qualche parte e carica un po’ di pezzi della mappa intorno a te e un altro pezzo e così via. Quindi puoi creare mondi estremamente grandi che non incidono davvero sulle prestazioni.
Ciò che davvero influenza le performance degli open world, secondo Techland, è il numero di NPC, come questi si comportano. Nella prossima generazione tutto verrà migliorato per offrire un’esperienza più gratificante, non per forza dalla grandezza illimitata.
Ciò che influisce sulle prestazioni è il numero di NPC che vedi intorno a te, la varietà di questi e il loro comportamento e il numero di animazioni. I miglioramenti nella prossima generazione ci consentiranno di andare oltre in quella direzione. Questa è fondamentalmente la nostra missione come studio, vogliamo creare giochi open world in prima persona con grafica ad alto realismo e con immersione ad alta fedeltà, dove ti senti come se fossi davvero lì.
Penso che siamo un po’ tutti d’accordo con le loro parole. Ricordiamo che Dying Light 2 uscirà nel 2020, ma non c’è attualmente alcuna data ufficiale.
This post was published on 17 Dicembre 2019 13:58
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