Da domani 27 Marzo in poi sarà possibile acquistare i nuovi speakers della Google: Google Home e Google Home Mini.
Muniti di Google Assistant saranno gli Alfred della nostra Bat-caverna, i Siniscalchi delle nostre avventure in The Masquerade ed i Minions della nostra base segreta.
Google Home e Google Home Mini puntano infatti ad essere molto di più di semplici speakers, divenendo il centro di controllo d’un intero sistema di internet delle cose che permetterà di domotizzare la nostra abitazione ad un prezzo relativamente ragionevole.
L’azienda di Mountain View non è l’unica ad aver proposto una soluzione del genere e vi rimandiamo a questo nostro articolo per un confronto con gli eventuali competitor.
Se, invece, la parola “domotica” non vi dice granché e vi sfugge l’utilità di avere uno speaker dotato di Google Assistant poiché, magari, ce l’avete già sullo smartphone, vi consigliamo di proseguire lungo questa lettura.
Domotica è quella parola del mondo dei grandi in cui vengono stipate, reinterpretate e riconsiderate molte suggestioni fantascientifiche a cui oramai siamo abituati, ma che da ragazzini cullavano la nostra fantasia proiettandola in un futuro lontano di colonizzazione spaziale. Immaginavamo il nostro antieroe preferito rientrare nel suo cubicolo automatizzato e sussurrare “luci”, per rischiararne la penombra. Il protagonista di questa o quella storia accarezzare la finestra per oscurarla o per cambiare del tutto il paesaggio che mostrava. Bagni caldi aromatizzati con sali alieni che si preparavano da soli e, in alcuni casi, perfino la casa pronta a proteggersi e contrattaccare in autonomia.
La domotica comprende qualsiasi tecnologia elettronica ed informatica di gestione dell’abitazione. Da qualche tempo, la domotica è a tutti gli effetti una realtà e, sebbene nel nostro Paese stia arrivando più lentamente che in altri, è proprio a questa realtà che i due nuovi prodotti di Google si riferiscono.
Veri e propri centri di controllo della vostra abitazione che vi permetteranno, con la stessa facilità con cui un “Ok Google: Lumos!” vi consente di accendere la torcia del vostro smartphone android, di entrare a casa vostra e regolare le luci tramite un semplice comando vocale. Potrete accendere la vostra Smart TV, guardare le vostre serie preferite, far partire il microonde, il riscaldamento o attivare e disattivare la presa di questo o quell’elettrodomestico. Il tutto pronunciando le due parole magiche del ventunesimo secolo:
Uno dei motivi per cui Google Home e Google Home Mini arrivano in Italia soltanto ora è stato il tempo necessario ad un’adeguata localizzazione dell’assistente (qualcosa di più complicato di una semplice traduzione).
Tutti noi conosciamo Google Assistant: la Siri degli Android. Nella mente dei suoi creatori, tuttavia, doveva essere e sta iniziando a diventare molto di più di questo.
La tranquillità con cui accede ad ogni angolo del vostro smartphone, gestendo, tracciando e proponendovi quello di cui avete bisogno, quando voi lo richiedete, dovrebbe trascendere i confini del suo device originario. Come un genio della lampada che, per meglio servirvi, desiderasse infilarsi anche nel vostro pc, nella vostra automobile e, in ultimo, nel cuore pulsante della vostra abitazione automatizzata.
Google Assistant sarà l’anima del vostro Google Home o del vostro Google Home Mini e sarà lo stesso Google Assistant che vi accompagna fuori casa sul vostro telefonino. Più usate l’uno, più apprenderà anche l’altro.
Non sarà sufficiente, ovviamente, attaccare Google Home o Google Home Mini alla presa della corrente per rendere improvvisamente intelligente tutta la vostra abitazione.
È necessaria una certa compatibilità per far sì che un determinato dispositivo (che sia una luce, un elettrodomestico o uno spinotto da attaccare alla presa della corrente) sia controllabile da Google Home.
Ammesso che vi sia effettiva compatibilità, allora si dovrà collegare il dispositivo alla stessa rete wi-fi cui è collegato il vostro Google Home (o Google Home Mini) ed aggiungere tale dispositivo all’insieme di dispositivi gestiti da Google Home.
Per fare questo è sufficiente accedere all’app di Google Home (facilmente ottenibile su qualsiasi smartphone o computer) tramite l’account Google a cui il Google Home domestico è assegnato e svolgere pochi semplici passaggi.
È anche possibile assegnare “nicknames” ai singoli dispositivi ed assegnarli ad una stanza a cui avete precedentemente dato un nome. Affinché dire: “Ok Google, accendi le luci della cucina” abbia conseguenze diverse dal dire: “Ok Google, accendi le luci”.
Di norma Google Home e Google Home Mini sono sempre attivi: pronti a sentire un “Ok Google” in qualsiasi momento. Niente vi vieta, però, di premere il bottone di spegnimento e di “metterli a dormire” finché non avrete bisogno di loro.
Il Google Assistant dentro il nostro Google Home ha, attualmente, una sola voce disponibile. Gli U.S.A. sono l’unico paese in cui è disponibile il passaggio da Voce I a Voce II (femminile e maschile) e, considerando l’enorme lavoro di retro-compatibilità che l’azienda di Mountain View dovrà effettuare è improbabile che una maggiore scelta di voci sia la loro priorità.
Google assicura che saranno disponibili già molti servizi nella nostra lingua al momento dell’arrivo del prodotto sul mercato. Si parla di Netflix e Spotify, tra i più richiesti, ma anche delle consuete ricerche (esattamente come Google Assistant è in grado di effettuare ricerche dal vostro telefono, potrà farlo dal tavolinetto del vostro soggiorno leggendovi la risposta), trovare notizie, informazioni meteo, tradurre termini dall’inglese e molto altro.
Nel dire questo si intende, a scanso di equivoci, che Google Home sarà programmato per riconoscere ordini vocali in italiano relativi a Netflix e Spotify. Ordini che potrebbero essere: “Metti in pausa”, “Vai all’episodio successivo”, “Manda indietro il brano”… la compatibilità del dispositivo su cui state facendo funzionare Netflix e Spotify con Google Home è tutt’altro che garantita.
Per quanto la Google abbia assicurato che la lista della compatibilità è in costante incremento, in questo primo periodo è sempre consigliabile effettuare un’attenta ricerca sulla rete prima di acquistare qualcosa che si presume essere compatibile con Google Home o Google Home Mini.
Una lista aggiornata dei devices compatibili nei paesi anglofoni e probabilmente compatibili già dal momento del lancio (o che saranno resi compatibili nell’immediato futuro) anche in Italia è disponibile al sito del supporto di Google a questo indirizzo.
Per chi non è nuovo alla domotica o dell’internet of things farà piacere trovare in tale lista nomi come Yeelight, Tado ed IFTTT.
Premessa: esiste un Google Home Max che, in Italia, non uscirà il 27 Marzo (e, forse, sarà disponibile in futuro).
La differenza principale tra i due prodotti, il Google Home ed il Google Home Mini è la loro potenza come speaker.
L’hardware del microfono per il riconoscimento vocale, infatti, è identico in entrambi i modelli e sono ugualmente in grado di offrivi un ottimo supporto da parte del vostro Google Assistant nella gestione della rete di oggetti della vostra abitazione.
Se volete anche una cassa d’una potenza acustica sufficiente a risuonare con chiarezza da una parete all’altra d’un ampio salone, allora gli altoparlanti a 360° con lunga escursione da 5 cm di driver (pari ai 5 cm dei due radiatori passivi) di Google Home fanno al caso vostro. Se voleste collocare il vostro Google Home in una stanza di piccole dimensioni anche i 40 mm di driver del Mini potrebbero svolgere adeguatamente il compito.
Il prezzo va dai 149 € di Google Home, disponibile solo nella colorazione: “ardesia“, ai 59 € di Google Home Mini, disponibile in “grigio chiaro“, “grigio antracite” e “corallo“.
Nonostante, come si è già detto, questo dispositivo non è ancora sfruttabile al massimo, causa arretratezze di compatibilità, nel nostro Paese e nelle nostre case, sarebbe un errore credere che sia solo il frutto di una moda passeggera.
Le case del futuro saranno sempre più domotizzate ed, in quest’ottica, il prezzo di un Google Home Mini è estremamente accessibile date le sue potenzialità e la già collaudata efficienza del Google Assistant.
Prima o poi i vantaggi e le comodità introdotte dalla domotica si insinueranno nelle mura domestiche anche del più fiero oppositore di Skynet. Per allora sarà bene essere pronti all’innovazione, se non acquistando preventivamente un dispositivo che non pensate di usare, quantomeno informarsi sulle potenzialità dei gateaway routers, di IFTTT e sui vantaggi dell’internet of things.
Vi lasciamo, al termine di questa breve conclusione, con un autoironico e precoce pesce d’aprile da parte dell’azienda di Mountain View.
Ecco a voi, Google Gnome:
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