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Immaginiamo la Xbox Series X come un PC: cosa accadrebbe?

Durante i The Game Awards 2019 tenutisi ieri, non sono stati annunciati solo i vincitori delle varie categorie, ma c’è stata anche l’occasione per Sony e Microsoft di annunciare nuovi videogiochi e… console. Sony a dire il vero si è limitata a mostrare il trailer del primo videogioco ufficiale per PS5, Godfall, mentre Microsoft ha lanciato la bomba: Xbox Series X. Qui l’articolo completo.

La console next-gen di Microsoft si è mostrata al pubblico e sta già facendo parlare molto di sé per un design che ha scatenato, da una parte, i ‘wow‘ di chi proprio non se lo aspettava, dall’altra, l’ironia che nell’era del web si tramuta in meme. Qui l’articolo completo.

È proprio il design della prossima piattaforma di gioco dell’azienda americana ad aver fatto sorgere qualche dubbio sulla sua vera natura: e se fosse un PC mascherato da console? In redazione, la miccia è stata accesa dal nostro responsabile alle pubbliche relazioni che ha così profetizzato: “La nuova console di Microsoft sarà la prima console aggiornabile della storia. Un case in cui modificare l’hardware a nostro piacimento, un sogno per il modding“.

In effetti, la forma allungata molto simile a quella di un case e il nome stesso, Series, fa pensare a qualcosa di “aggiuntivo”, che verrà dopo. L’ipotesi paventata è quella di “moduli estraibili con cui fare l’upgrade della Xbox“, attraverso l’inserimento di RAM, schede video e altra componentistica che chi ha un PC da gaming ben conosce.

Microsoft non ha detto nulla a riguardo, è una supposizione nata tra le quattro mura di Player.it, ma se fosse davvero così, cosa accadrebbe? Più precisamente, voi accettereste di acquistare una console che non è completa? E no, non intendo un esemplare che fa da apripista a una versione PRO, intendo proprio una console che al suo interno non ha l’hardware per godere appieno, fin da subito, dei videogiochi che formeranno la sua line-up.

In redazione ce lo siamo chiesti ed ecco quindi nascere questo articolo. Inizierò io con le mie considerazioni, in seguito troverete le opinioni degli altri redattori che si sono posti il problema.

Xbox Series X come un PC: in quali casi lo accetterei

Requisiti minimi opzionali

Un console gamer, rispetto al suo acerrimo nemico che gioca al PC, non ha mai dovuto combattere con i requisiti minimi e consigliati per far partire un videogioco. Se Xbox Series X fosse davvero un PC aggiornabile, sicuramente ogni titolo avrebbe dei requisiti minimi da soddisfare, ma se questi dovessero essere opzionali, io sinceramente accetterei questa nuova frontiera del gaming su console.

Mi spiego meglio: se desidero giocare a Cyberpunk 3000 su Xbox Series X, voglio poterlo fare pur senza aver aggiornato l’hardware portandolo ai requisiti minimi. Lo giocherò con prestazioni leggermente inferiori, ma nessuno mi dovrà negare la possibilità di farlo partire sulla mia versione di Xbox Series X da giocatore povero. In questo caso, Microsoft nel 2020 avrà i miei soldi.

Prestazioni del software non troppo limitate

Si collega direttamente al primo punto: i requisiti opzionali devono essere accompagnati da delle prestazioni che non siano pensate in modo scientifico per creare frustrazione nel giocatore, divario tecnico troppo ampio con altri utenti più benestanti. Accetto che la versione base non sia all’altezza di quella super pompata, ma sarebbe umiliante e avvilente doversi accontentare degli scarti degli sviluppatori.

Xbox Series X come un PC: in quali casi NON lo accetterei

Versione base pensata solo per xCloud o servizi esterni

Esiste oggi una versione di Xbox One senza hard disk che permette di giocare solo titoli in digitale, meglio ancora se in possesso di un abbonamento Gamepass (il miglior servizio di giochi in streaming in circolazione, lo ammetto da sonaro). Ci sta, non vedo il problema, tuttavia nel caso di una Xbox Series X pensata solo per xCloud o servizi esterni non mi andrebbe giù, perché se posso permettermi solo una versione base della console, voglio comunque avere la possibilità di usufruire di tutto ciò che la piattaforma ha da offrirmi, con prestazioni inferiori, ribadisco, ma voglio comunque tutto.

Prezzi componentistica da PC di fascia alta

Il ragionamento è semplice: perché creare una console-pc quando esistono già i PC? Nel senso, se voglio fare l’upgrade della Xbox Series X, non credo che potrò avvalermi di prezzi di favore, visto che stiamo comunque parlando di una nuova piattaforma e di una generazione del gaming nascente, quindi una RAM di medio livello non ce la butterebbero in faccia.

Mettiamo caso che la versione base costi circa 150 euro, aggiungendo componenti di medio livello si arriverebbe comunque al prezzo di una PS5 che, però, si suppone sarà già completa, con il rischio di avere addirittura prestazioni peggiori dell’ammiraglia di casa Sony.

A questo punto, compro un PC.

Sono tutte elucubrazioni, nessuno sta facendo un processo alle intenzioni, perché le intenzioni vere e proprie di Microsoft (e Sony) non le conosciamo. Questo è ciò che, in breve, penso io, da giocatore. Qui di seguito potete trovare invece le opinioni degli altri redattori.

Xbox Series X come un PC: opinioni redattori Player.it

È un case con una X sopra, più chiaro di così. È un PC brandizzato Xbox. E chi meglio di Microsoft conosce i PC? La rivoluzione in ambito di fruizione videoludica portata da Nintendo Switch continua e Microsoft coglie la palla al balzo per creare una console modulare. Immaginate più modelli della stessa macchina, ma con upgrade hardware differenti. Una console aggiornabile, ad ogni giocatore il suo modello di Xbox. Un’idea che se si dovesse rivelare veritiera porterebbe Microsoft, e il suo già immenso servizio Gamepass, ad essere uno dei protagonisti dominanti nell’imminente next-gen. Simone Alvaro Segatori.

Secondo me è no, Microsoft ha già annunciato che esisteranno direttamente varie versioni di Xbox, motivo per cui non credo ci sia alcun tipo di necessità per una console modulare. Già dal nome “Xbox Series X” l’azienda ha lasciato intuire che ci saranno “vari modelli” tra cui scegliere a seconda delle prestazioni che si vogliono ottenere o delle feature: ci sarà la console tutta digitale, la console iper-potente (Series X con tutta probabilità, in questo caso), quella meno performante o inadatta a determinate esperienze e così via. Graziano Salini

Microsoft ci ha fatto una sorpresa tanto gradita quanto totalmente inaspettata. Abbiamo visto che forma avrà la nuova console della grande M, ma tante domande ancora permangono, soprattutto sulla dicitura “Series X”. C’è chi pensa ad una console modulare e chi, invece, ad una serie di console con un rapporto direttamente proporzionale tra prezzo e performance. Personalmente, propendo per la seconda ipotesi: le Steam Machine ci hanno già fatto capire quanto l’idea di un “computer da salotto” non si addica al console gamer, che preferisce avere un dispositivo “plug and play” e, soprattutto, che lo tenga al riparo da spese future per eventuali upgrade dell’hardware. Nonostante questi dubbi ed un’estetica non propriamente convincente, non posso negare che il fascino di questo “nuovo corso” di Microsoft sia veramente tanto, soprattutto con un Game Pass sempre più ricco e un’offerta di giochi esclusivi finalmente all’altezza delle aspettative (qualcuno ha detto Hellblade II?). Claudio Albero

È un’ipotesi affascinante perché costituirebbe l’anello di congiunzione definitivo fra console e PC, permettendo parità sempre più marcata fra diverse versioni di un gioco, ma apre la strada a un mercato dalle dinamiche che potrebbero complicare molto la vita dei console gamer e potenzialmente danneggiare la stessa Microsoft. Se calcano troppo la mano sul fattore “compra componente più fico->hai gioco migliore” potrebbero innescare dei processi di “disparità” fra un utente e l’altro molto discutibili e inimicarsi una fetta di pubblico. Una cosa è certa: se lo fanno davvero la concezione di console che abbiamo oggi (una macchina per gaming a prova di idiota e facile da usare) potrebbe mutare per sempre. Fabio Antinucci

This post was published on 13 Dicembre 2019 16:01

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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