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Vent’anni di Quake 3: l’anniversario di un mondo che non esiste più

Martedì ricorreva il ventesimo anniversario dalla data di lancio di Quake III Arena. Per i meno giovani non c’è bisogno di presentazioni: se siete giocatori PC con almeno una quarto di secolo alle spalle, è molto probabile che abbiate speso svariate centinaia di ore a fraggare i vostri amici online o in scantinati bui e umidicci tra PC collegati in rete locale LAN. Per i nati dopo il 2000: prima di Fortnite, prima di Overwatch, e prima di Call of Duty, Quake 3 Arena era sinonimo di Esports per il genere degli FPS.

 


Lo screenshot di un porting di Quake 3 Arena

Gli arena shooter, un genere defunto

Potremmo dedicare l’intero articolo a ripercorrere la storia del brand Quake e dei suoi creatori Id Software, ma ci ha già pensato metà internet in questi giorni e, in tutta sincerità, basta andare su Wikipedia per informarsi sui fatti salienti. Ciò di cui vogliamo parlare qua dentro è di come un genere che una volta era sui palchi di qualsiasi torneo di Esports del mondo sia ormai sparito, e come mai.

Anzitutto, parliamo di “genere”: Quake 3 Arena rientra in quella tipologia di giochi che, a postumi, è stata definita arena shooter. La semplicità è la chiave: i giocatori entrano in una mappa e iniziano a spararsi a vicenda fino allo scadere del tempo o al raggiundimento del numero di uccisioni richieste per vincere – la classica modalità deathmatch. Sin dal momento in cui è stato possibile giocare il primo Doom in multiplayer, pressoché ogni FPS ha avuto una modalità di gioco online di questo tipo che, tuttavia, era secondaria rispetto all’esperienza single-player. Quake 3 Arena e Unreal Tournament, usciti entrambi a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, furono i primi due giochi pensati interamente per il multiplayer, con un comparto single-player limitato a scontri coi bot e varie modalità di gioco online per variare dal tradizionale deathmatch.

La velocità del gameplay degli arena shooter rese il genere appannaggio quasi esclusivo del PC, dove mantenne per anni il predominio degli FPS online. Unreal Tournament, in particolare, tenne in vita il genere tramite vari seguiti, senza essere minimamente scalfito dall’uscita di imponenti produzioni console come Halo.

Nel 2007 uscì Unreal Tournament 3 ma, tuttavia, si iniziò a intravedere il canto del cigno a causa di un altro titolo uscito nello stesso anno che catalizzò l’attenzione di tutti i giocatori di FPS sia su PC che su console: Call of Duty 4: Modern Warfare. Concetti come la personalizzazione del loadout, sblocco di armi ed equipaggiamento tramite livellamento, e le celebri killstreak, misero in ombra la semplicità delle tipiche modalità di gioco degli arena shooter. Da Unreal Tournament 3 gli arena shooter sono lentamente spariti dalle scene, e l’arrivo degli hero shooter (Overwatch, per intenderci) ha definitivamente deposto il genere dal suo trono.

 


Quake Champions, ovvero come fallire a riportare in vita il genere

Gli arena shooter sono davvero morti?

Negli ultimi anni, il mondo tripla A ha tentato di riportare in vita il genere combinandolo con elementi degli hero shooter: ci ha provato Bethesda con Quake Champions, ma è ancora in Early Access ed in apparentemente stato di abbandono; poi ci fu un certo Lawbreakers, e sappiamo tutti com’è andata a finire. Addirittura, esiste un quarto Unreal Tournament rilasciato nel 2014 come free to play, ma è in stato alpha e gli sviluppatori hanno dichiarato di non aver intenzione di proseguirne lo sviluppo, sebbene sia ancora possibile giocarlo. Dopotutto, con Fortnite tra le mani, è ragionevole pensare che Epic non abbia alcun interesse a supportare un titolo così di nicchia.

A dispetto di quanto detto fino ad ora, tuttavia, il genere non è del tutto scomparso. Sebbene i palchi dei tornei esports siano ormai preclusi agli arena shooter, non sono mancate produzioni indie di discreto successo che richiamavano agli originali Quake 3 e Unreal Tournament. Quake 3 Arena, inoltre, sopravvive grazie a Quake Live, riedizione migliorata dell’originale ancora disponibile su Steam, così come molti porting non-ufficiali giocabili anche via browser. Addirittura, che ci crediate o meno, esiste una minuscola community di giocatori Dreamcast che gioca ancora online il porting di Quake 3 per la console Sega.

Come potete vedere, per chi davvero sente ancora bisogno di giocare gli arena shooter, Quake 3 non è mai morto davvero – ha solo cambiato forma.

This post was published on 9 Dicembre 2019 10:55

Giorgio Crosali

Faccio cose, vedo luoghi, incontro gente, scrivo robe.

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