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EVE Online consente (finalmente) ai propri sviluppatori di rivelare la loro identità dentro il gioco

Eve Online, il celebre MMO spaziale di CCP Games che dalla sua nascita nel 2003 ad oggi non ha mai smesso di crescere, è caratterizzato da complessi meccanismi sociali, politici ed economici guidati dal volere dei giocatori. Le community che popolano tale gioco, organizzate in corporazioni, sono di fatto artifici di tutti i principali eventi che si verificano nell’universo di Eve, e hanno spesso fatto notizia per essersi rese protagoniste di eventi da Guinness dei primati – basti pensare, ad esempio, alla più grande battaglia mai verificatasi in un videogioco multiplayer (quasi 2700 giocatori simultanei). A questo giro, tuttavia, la notizia la fa CCP Games stessa: durante la tappa a Londra del fan fest Eve World Tour, gli sviluppatori di Eve Online hanno annunciato che i propri membri potranno finalmente rivelarsi come tali all’interno del gioco.

 

Momento momento momento: quindi giocavano nell’anonimato?

La news va letta al contrario: i dipendenti di CCP Games, fino a tre giorni fa, non erano autorizzati a dichiarare la propria reale identità agli altri giocatori all’interno di Eve Online. Questa politica aziendale era in vigore dal 2007 e comprendeva regole molto ferree su come comportarsi: qualsiasi dipendente di CCP che fosse stato identificato come tale da altri giocatori all’interno di Eve avrebbe dovuto sottoporsi agli Affari Interni (un’organizzazione gestita dai Game Master di Eve) ed entrare in un vero e proprio programma di protezione testimoni, tagliando ogni contatto esistente e cambiando nickname e aspetto per ristabilire l’anonimato. Ma perché la necessità di tutta questa segretezza?

Il motivo è meno banale di quanto si possa credere, e nasce da un episodio molto spiacevole per la community di Eve Online. Nel 2007, un dipendente noto con il nickname T20, venne scoperto a utilizzare veri e propri cheat di sviluppo per generare oggetti unici e incredibilmente preziosi a supporto della sua corporazione. Quasi superfluo dire che, quando la notizia venne a galla, la reazione della community non fu positiva. Chi non si lamenterebbe scoprendo che gli sviluppatori del proprio gioco online preferito supportano una fazione avversaria usando metodi non leciti?

Spulciando negli archivi di CCP, abbiamo persino trovato un vecchio comunicato risalente all’episodio, nel quale il direttore dell’allora neo-istituito comitato di Affari Interni si presentò alla community come figura creata appositamente per risolvere questi casi e garantire che gli sviluppatori non interferissero nei delicati equilibri dell’universo di Eve.

Da allora, la situazione è cambiata in modo talmente radicale da far credere a molti giocatori che nessuno sviluppatore giocasse ad Eve – non abbiamo dubbi che questa sia la causa del cambio di direzione. Restano comunque delle limitazioni: agli sviluppatori non è consentito di ricoprire ruoli di leadership in alcuna corporazione, effettuare operazioni di mercato su vasta scala, e soprattutto compiere atti di griefing (truffare giocatori, attaccare nuovi giocatori nelle starting zone, e altre azioni che possano disturbare la serenità degli utenti).

 

Perché è così importante tenere le distanze dai giocatori?

Chi vi scrive si trova in una situazione molto particolare rispetto a questa notizia – sono il Community Manager di una software house polacca che sta creando un MMO/Survival in uscita nei primi mesi del 2020. Non nominerò il titolo per evitare di farmi pubblicità gratuita, ma non faticherete a scoprire qual è facendo un minimo di ricerca. Eve Online è uno dei principali punti di ispirazione del nostro gioco: come Eve, abbiamo un sistema economico centralizzato dominato dai meccanismi di domanda e offerta, un solo reame composto da server interconnessi e raggiungibili viaggiando all’interno del gioco stesso, e miriamo a creare un’esperienza sandbox in cui sia la community a determinare il corso degli eventi.

Come Community Manager mi trovo nella posizione di mediatore tra la community e gli sviluppatori, cercando di raccogliere e captare umori e malumori dei nostri tester (il gioco è in closed beta) per guidare il nostro team nell’implementare migliorie e funzioni desiderate dai giocatori. Spesso, tuttavia, è difficile ottenere feedback trasparenti e onesti: alcuni giocatori tendono ad edulcorare i loro commenti per rispetto o per timore, mentre altri, al contrario, tendono a ridurre tutti i propri commenti a insulti e visioni catastrofiste che non portano nessuna utilità. Per avere opinioni realistiche ho più volte giocato insieme ai tester utilizzando account alternativi che nascondessero la mia reale identità, potendo così scambiare opinioni e fare domande prive di pregiudizi nei confronti della mia persona in capacità di membro del team di sviluppo.

Sebbene la mia azienda non abbia alcuna politica interna su come gli sviluppatori debbano rapportarsi con gli altri giocatori all’interno dei server, non c’è dubbio che questa notizia mi spingerà ad elaborare delle linee guida per assicurarsi che nessun collega poco accorto ci costringa a rivivere ciò che ha passato CCP Games.

 

>>Leggi anche: Apex Legends: Gli sviluppatori litigano con i giocatori (e non è la prima volta) <<

This post was published on 4 Dicembre 2019 10:46

Giorgio Crosali

Faccio cose, vedo luoghi, incontro gente, scrivo robe.

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