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Fortnite: la modalità battle royale fu sviluppata in due mesi

C’è qualcosa che ancora non sia stato detto su Fortnite? Il gioco targato Epic Games sta facendo registrare, mese dopo mese, numeri sempre più grandi. La sua crescita è stata talmente esponenziale da riuscire a scalzare PlayerUnknown’s Battlegrounds, il gioco che era ritenuto, a tutti gli effetti, il “re dei battle royale“. Proprio per questa ragione le dichiarazioni recentemente rilasciate dal publisher americano ci sorprendono non poco. Secondo Epic, infatti, la modalità battle royale sarebbe stata realizzata in circa due mesi di lavoro e, come se tutto questo non bastasse, non sarebbe dovuta essere free-to-play, ma a pagamento.

Fortnite: la battle royale mode più giocata del momento

Non c’è modo migliore per descrivere la modalità battle royale di Fortnite che, in appena sei mesi, è riuscita ad imporsi come fenomeno mondiale. Il caso di Ninja, lo streamer che è riuscito ad infrangere un record di Twitch, venendo seguito contemporaneamente da più di 600.000 persone, è un esempio lampante di quanto stiamo dicendo. Proprio per questa ragione, siccome il mondo dei videogame corre sempre ad altissima velocità, la battle royale del momento è anche approdata su dispositivi mobile, sfidando nuovamente PUBG su un nuovo e redditizio campo di battaglia. Ebbene, ricordarsi quanto il gioco base fosse decisamente poco popolare potrebbe sorprendere non poche persone.

Nella sua modalità PvE, Fortnite non aveva riscosso grande entusiasmo. Tuttavia, tutto è cambiato con l’avvento della modalità battle royale. Proprio per questo, saranno in molti a stupirsi che questa killer app sia stata realizzata in appena due mesi di lavoro. In occasione di un panel tenuto alla GDC 2018, Ed Zobrist di Epic Games ha svelato alcuni interessanti dettagli sulla modalità in questione.

“Abbiamo iniziato a lavorare su questa modalità quasi nel momento in cui Save the World stava uscendo. Dopo circa due mesi di sviluppo, [la battle royale] è stata lanciata lo scorso 26 settembre. Quindi facciamo un po ‘di matematica: Save the World, il gioco PvE, è stato lanciato il 21 luglio. [Battle Royale] è invece uscita il 26 settembre.”

Il team di Unreal Tournament ha reso possibile il tutto

Fortnite raggiunge un nuovo record. Dopo il milione di giocatori al lancio, ora fa registrare 7 milioni di giocatori totali

Come è facile intendere, due mesi di lavoro sono un lasso di tempo decisamente breve, soprattutto nel mondo dei videogame. Proprio per questa ragione, Epic Games ha dovuto richiedere l’intervento di personale che fosse esperto nella realizzazione degli sparatutto in prima persona dall’alto tasso di competitività. Per questa ragione, per portare a galla la modalità battle royale di Fortnite, si è deciso di coinvolgere il team del celebre fps Unreal Tournament.

“Ed è stato il team Unreal Tournament che è saltato fuori per prendersi l’incarico, al posto nostro, di inserire sostanzialmente una modalità PvP in quello che noi ritenevamo essere un gioco PvE.”

In un primo momento, Epic Games ritenne che la modalità battle royale sarebbe dovuta essere parte di Save the World. In questo modo, la mode di Fornite sarebbe andata a soddisfare quella fetta di giocatori che è alla costante ricerca della competizione. Considerando che il gioco base è tuttora buy-to-play, questa scelta avrebbe significato immettere il gioco sul mercato a non meno di $40. Inutile dire che questa decisione avrebbe complicato non poco la crescita di Fortnite. Stando alle dichiarazione rilasciate da Zobrist, soltanto nelle ultime due settimane immediatamente precedenti al lancio si è invece optato di rendere la battle royale mode accessibile in via completamente gratuita. Col senno di poi, si può dire che questa sia stata la miglior decisione possibile.

“Dubito che qualsiasi publishre importante avrebbe potuto ottenere questo tipo di risultato nel tempo che noi abbiamo impiegato per realizzarlo.”

Fortnite: quando una scelta può cambiare le carte in tavola

La notifica in game che ci annuncia l’arrivo del Jetpack.

Deve essere sottolineate che, naturalmente, gran parte del lavoro era già stato svolto in precedenza. Fortnite era in sviluppo dal 2011 ed Epic Games, il publisher dietro la creazione di Unreal Engine, era uno dei migliori studi capaci di realizzare un risultato del genere. Tuttavia, c’è da sottolineare che la creazione di una modalità del genere, che si distanzia non poco dalla visione originale del suo gioco di appartenenza, e che è stata fondamentalmente creata in pochissimo tempo, rappresenta, nell’industria videoludica, una caso più unico che raro.

Restate sintonizzati per ulteriori news in merito.

This post was published on 22 Marzo 2018 11:05

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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