Tra poco più di cinque mesi vedrà alla luce uno dei più ambiziosi progetti nel settore del gaming, Cyberpunk 2077. Nel susseguirsi dei mesi sono uscite migliaia di indiscrezioni, rumor e notizie correlate tra le più disparate.
Nella giornata di oggi dopo una riunione con gli investitori abbiamo raccolto una frase criptica dell’amministratore delegato Adam Kiciński al pubblico che afferma:
Per quanto riguarda la monetizzazione del multiplayer per Cyberpunk, riteniamo che in questo momento sia decisamente troppo presto per condividere qualsiasi dettaglio o dare indicazioni in merito; il progetto è in una fase iniziale. Continuiamo a sperimentare – questo è il nostro primo gioco multiplayer. Stiamo valutando varie opzioni e possibilità e non è sicuramente il momento di indicare una direzione specifica su questo punto. Naturalmente ci si può aspettare che non cambieremo la nostra politica generale dell’ “accordo con i giocatori”, quindi mi aspetto un utilizzo saggio della monetizzazione e – sempre – un buon rapporto qualità – prezzo. {traduzione letterale della dichiarazione}
Inoltre:
“Probabilmente si può supporre che a un certo punto si potrà sviluppare qualcosa con la next-gen, ma non possiamo essere molto specifici, per ora. In fondo non siamo lontani dal periodo di lancio delle console Next Gen”
L’ultima dichiarazione sottolinea chiaramente che sono consci dell’avvento delle nuove console PS5 e Scarlet e, con tutta probabilità, ci saranno delle versioni con steroidi per le console di nuova generazione (NDR. con un bell’incremento di vendite).
In tutto l’incontro con gli investitori vengono inoltre evidenziati altri passaggi cruciali, come il finanziamento al gioco da parte di CD Project RED grazie all’incredibile successo di The Witcher 3: Wild Hunt per Nintendo Switch e che le royalties stesse del franchise hanno avuto un 38% di incremento sul fatturato annuo paragonato al bilancio 2018.
Thronebreaker e GWENT vanno meglio paragonate all’anno precedente e l’insieme delle cose (unito alle prevendite) consentono lo sviluppo del gioco in serenità. Ma…
Parliamoci chiaro, lo sviluppo di Cp77 richiede una mole di denaro che supera ogni previsione di bilancio, avere un gioco perfetto senza bug e problemi al lancio richiede un dispiegamento di forze ingente, senza contare il reparto artistico che cura ogni minimo dettaglio, dalla cartellonistica alle grafiche sui distributori automatici al branding interno dell’universo sci-fi.
Se dovessimo fare i conti in tasca alla serva non ci pare impossibile pensare che l’intero progetto è finanziato sulle spalle del capolavoro mondiale The Witcher che macina soldi da quattro anni senza sosta, il restante apporto alle casse di CD Project RED viene dai preorder e dal merch, poca cosa se contiamo che i veri introiti arriveranno solo al lancio o poco dopo.
Le vendite basteranno per rientrare nell’investimento? Beh, probabilmente sì ma non del tutto.
Se da un lato abbiamo la promessa mantenuta del Single Player puro e crudo senza microtransazioni non possiamo dire lo stesso per il Multiplayer.
Analizzando il mercato abbiamo decine di esempi sul modello di business di molte Software House, prendiamo ad esempio Rockstar Games, i suoi due giochi di punta Red Dead Redemption II e GTA V hanno sì venduto tantissimo, ma ancor di più hanno spremuto le tasche dei gamer con contenuti extra e personalizzazioni. Come non citare poi i giochi freemium o che offrono parti estetiche senza intaccare il gameplay, come i vari MOBA o i giochi di carte.
Un altro case study interessante è quello di Fortnite, dal lancio a fine 2018 ha incassato 2,4 miliardi di dollari in microtransazioni, nel suo caso attraverso il suo shop interno ed il pass battaglia che aggiunge sfide esclusive di settimana in settimana. Se ci pensiamo sono solo miglioramenti estetici che non hanno intaccato l’esperienza di gioco ma il proprio ego ludico.
Quindi, non prendiamoci in giro, il mondo del gaming negli ultimi dieci anni si regge con delle solide stampelle d’acciaio chiamate “microtransazioni”, che siano vantaggi in gioco o solo perk estetici.
Il vero dilemma etico è “quanto intaccano il gioco?”
Ad oggi possiamo solo fare previsioni, ma CD Projekt RED da sempre si contraddistingue per valori etici e ascolto della community. Abbiamo una fonte ufficiale che ci dice chiaramente che sì, ci saranno microtransazioni nel multiplayer, dall’altro lato però facciamo i conti con la reputazione del Brand che difficilmente deluderà i Fan con vantaggi in gioco acquistabili, un mondo colorato e distopico come Cyberpunk avrà a che fare con armi speciali con migliorie estetiche che non impattano il gioco, o nuovi vestiti / case / macchine / moto personalizzabili per avere un avatar unico nel multiplayer che stanno creando.
Ragionando con il mio collega Graziano c’è un’altra speculazione su cui si può creare un punto di discussione: se il gioco sarà supportato a lungo termine e ci sarà da litigare con gli investitori a più riprese non si esclude che CD Project RED stessa stia valutando le microtransazioni intese come contenuto extra, come DLC o storie a parte, magari sbloccabili a livello community con un workshop o su qualche previsione che ad oggi risulta meramente speculativa. Teniamo a mente che l’azienda ha parlato di gioco transgenerazionale e che “ha due progetti in cantiere“. Vi terremo aggiornati, ma per ora con le poche informazioni che abbiamo sono solo ipotesi e deduzioni sulla reputazione del brand.
Potrei andare avanti con le speculazioni ma lascio la palla a voi lettori, che tipo di microtransazioni applicherà secondo voi Cyberpunk 2077 all’esperienza di gioco? Fatemelo sapere qui nei commenti o sui social!
This post was published on 25 Novembre 2019 14:01
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