Google Stadia è da qualche giorno sul mercato e, come ben sappiamo, i suoi concorrenti non stanno propriamente a vedere. Mentre il mondo sta ragionando sull’efficacia della primissima piattaforma a calcare il mercato (efficacia ancora tutta da dimostrare secondo stampa la stampa estera), i concorrenti come Microsoft stanno tirando fuori gl iartifli e si stanno preparando alla genesi di qualcosa di più appetibile per il pubblico odierno.
È indubbio pensare che la proposta di Google, per quanto ancora imperfetta a causa di peccati di gioventù, sia chiaramente la cosa più vicina al futuro che ci sia capitata d’osservare durante questa generazione videoludica, motivo per cui nessuno realmente si può stupire quando (come oggi) scopriamo che Amazon ha realmente intenzione di entrare nel mercato del game streaming con una sua piattaforma che, udite udite, sarà addirittura integrata con il buon vecchio Twitch.
L’esperienza videoludica di Amazon infatti risale a quel momento lì: nell’agosto 2014 il colosso di Jeff Bezon ha finalizzato l’acquisizione di Twitch.tv, all’epoca (come ora) piattaforma di punta per il mondo dello streaming di videogiochi per una cifra che si avvicina molto al miliardo di dollari. Con tale scelta il colosso Amazon per la prima volta si avvicinò ad un mercato altrimenti completamente avulso, quello dei videogiochi, espandendosi poi attraverso la creazione di software house e la creazione di una piattaforma di digital delivery (Twitch Games).
Il servizio che vedremo arrivare nel corso del prossimo anno, Amazon Prime Games, sarà la risposta bezosiana a Stadia, Xcloud e Playstation Now. Esso sarà foraggiato dai data center di Amazon (Amazon Web Services rappresenta il 58% dei ricavi della compagnia, cifre da capogiro) e arriverà agli utenti dotati di abbonamento Prime.
Vediamo insieme di che cosa stiamo parlando.
Tutto ciò di cui stiamo andando a parlare ora è il risultato di una serie di leak perpetrati attraverso un report fatto da The Information, magazine americano in contatto con un paio di persone molto vicine ai piani alti di Amazon. Amazon Prime Games (o Amazon Prime Gaming, il nome non è ancora ben definito) è il servizio che si presuppone come obbiettivo la sconfitta di Google Stadia, servizio prossimo alla release visto che la compagnia ci sta lavorando da diverso tempo.
Secondo le informazioni accumulate dai reporter, Amazon starebbe assumendo personale proveniente da software houses e publishers al fine di prepararsi, dal punto di vista dell’organico, ad un ingresso in pompa magna all’interno del mondo dei videogiochi. A ciò vanno aggiunte alcune offerte di lavoro riguardanti una nuova iniziativa legate al mondo di Amazon Web Services).
Uno di questi annunci infatti recita
Crediamo nella prossima tappa dell’evoluzione videoludica. Dalle sale arcade degli anni ottanta siamo passati alle live stream e alle squadre di professionisti dell’esport; noi vogliamo arrivare ancora più in là, in un mondo dove ogni giocatore potrà creare, competere e collaborare con gli altri su scale mai vista prima d’ora”
Una delle fonti ha rimarcato anche la connessione con Twitch di tale servizio, non sappiamo se in modo simile a quanto Google Stadia dovrebbe fare con Youtube. Secondo una dichiarazione fatta da Michael Patchter ai microfoni di Cnet la compagnia ha intenzione di lanciare il suo servizio di game streaming in contemporanea con l’arrivo di Playstation 5 e Xbox Scarlett sul mercato; entro la fine del 2020 qualcosa si muoverà sicuramente mentre l’annuncio arrivare durante la primavera dello stesso anno.
Al momento, mancando anche qualsiasi tipo di annuncio ufficiale riguardante la piattaforma, è difficile dire con precisione cosa ci sarà e cosa non ci sarà all’interno del servizio che Amazon sta mettendo sù. È legittimo aspettarsi interazione con la piattaforma Twitch perché, di fatto, è l’unico altro punto di collegamento tra Amazon ed il mondo dei videogiochi. Il servizio plausibilmente funzionerà, non differentemente da Google Stadia, anche su televisori e dispositivi simili grazie all’utilizzo di Fire TV, la serie di dispositivi in grado di smartizzare i televisori attraverso la presenza di porte USB. Lecito pensare anche a compatibilità con dispositivi come Smartphones, tables e PC.
Nonostante i licenziamenti, è anche lecito aspettarsi un qualche importante annuncio da parte di Amazon Game Studios, software house interna alla compagnia al momento impegnata con una pletora di titoli tra cui il videogame ufficiale di The Grand Tour, il programma automobilistico disponibile esclusivamente su Amazon Prime Video. La compagnia potrebbe, a differenza di Google, mettere in piedi una vasta gamma di esclusive con cui attentare al portafogli del videogiocatore medio e non ritrovarsi invischiato nelle polemiche che negli ultimi giorni hanno circondato Big G.
Grafica Next Gen, risoluzioni altissime, HDR e mille altri crismi saranno disponibili ai giocatori dotati di una connessione internet in grado di supportarla, previo il pagamento di un canone mensile. La ricetta sembra essere quella a cui siamo stati abituati finora, il gusto dipenderà tutto dalle tipologie di spezie che l’azienda deciderà di inserire nel progetto.
Come prima abbiamo detto, Amazon guadagna più della metà dei suoi introiti grazie ai suoi web services. Uno dei motivi che ha portato Amazon al successo è legato alla potenza dell’algoritmo con cui lo store ( e i servizi ad esso associato) è in grado di portarci ad assorbirci sempre di più all’interno del suo mondo azzeccando prodotti e funzionalità in grado di avvicinarsi ad i nostri gusti. Per poter arrivare a questi risultati Amazon ha analizzato quantità insormontabili di dati (i cosidetti big data) ed al giorno d’oggi questa è una delle categorie di servizi che l’azienda offre nel suo portfolio di features.
Nel nostro articolo ipotetico dedicato al futuro in cui il game streaming ha vinto, abbiamo messo in chiaro fin da subito come la completa scomparsa dei videogiochi come esperienza privata in favore di un esperienze vissuta sui server di qualcuno, metta i nostri comportamenti pad alla mano al servizio degli sviluppatori e al servizio del proprietario del servizio che stiamo utilizzando. Quest’ultimo può infatti estrapolare dati comportamentali, indici di preferenza per le azioni compiute ed una lunga serie di altre succose informazioni che altrimenti risulterebbero difficilmente raggiungibili.
Il collegamento, per quanto ancora tecnicamente incerto, appare fin da subito plausibile: il servizio di game streaming di Amazon sarebbe un ottimo modo per ottenere altri dati da utilizzare internamente alla compagnia, andando a sfidare i servizi diretti concorrenti. L’entrata di Amazon in un simile mercato, a questo punto, appare praticamente certa visto che andrebbe a potenziare ulteriormente un segmento di mercato in cui già si comporta bene. L’avere Twitch.tv come leader di settore per lo streaming di videogames e l’avere qualcosa da poter mettere in tandem ha sicuramente scatenato un bel sorriso nel faccione sordido di Bezos.
Le prime volte che abbiamo sentito parlare di Game Streaming sono lontane come lacrime nel vento; quasi dieci anni fa aziende come OnLive e Gaikai muovettero i loro primi passi all’interno dell’industria creando servizi che per la prima volta delocalizzavano il videogiocatore all’interno del Cloud. Entrambe le aziende, lontane dal far successo, vendettero la maggior parte delle loro tecnologie a Sony durante il primo lustro del 2015 (motivo per cui Playstation Now è il più vecchio tra questi servizi).
Prima di Google Stadia a far parlare di sé in tale segmento di mercato c’erano giusto due nomi: Geforce Now di Nvidia e Playstation Now; con la presentazione di marzo il mercato ha subito un interessante nuovo scossone a causa dell’arrivo di nuovo giocatore, un peso massimo del mondo IT. Ad una settimana dal lancio, l’arrivo di Google nel mondo dei videogiochi sembra essere stato decisamente meno decisivo del previsto, almeno secondo quanto è possibile comprendere dalla stampa estera.
Jason Schreier, giornalista di Kotaku, ha infatti affermato di aver sentito voci che parlando del lancio di Stadia come uno dei grandi flop dell’anno, a causa delle basse vendite e delle opinioni generalmente molto critiche sugli aspetti della piattaforma che ancora non sono stati abilitati da Google. Mancano il 4K, l’HDR, manca l’integrazione con youtube gaming e l’assistenza vocale; niente che spaventi la strategia a lunghissimo termine della compagnia ma anche niente di realmente nuovo rispetto a ciò che già veniva proposto anni fa dalle altre compagnie.
L’arrivo di altri players all’interno del mercato sicuramente non farà altro che fomentare un po’ di sana concorrenza, in una continua rincorsa a chi avrà il servizio migliore da proporre al suo pubblico. L’arrivo di un altro gigante come Amazon, in linea prettamente teorica, non può fare che bene ad un segmento nascente come questo.
Se invece tenete ai vostri dati e fate parte di quel frangente di utenti molto attaccati all’idea di essere anonimi e segreti nell’internet, beh, abbiamo una brutta notizia per voi.
This post was published on 22 Novembre 2019 14:55
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