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Pubblicato in: News

Assassin’s Creed Gold, il nuovo capitolo della serie è un audio drama

Assassin’s Creed è un brand che non ha bisogno di presentazioni. Ha segnato tutto il decennio che si sta concludendo, cresciuto alcune generazioni di giocatori, ed è stato capace di cannibalizzare con abilità mercati adiacenti a quello del videogioco, come il cinema (sigh) e la paraletteratura di intrattenimento. Ora, dopo anni di romanzi tratti dai giochi della serie, forse siamo di fronte a un’ulteriore novità: arriva il primo Assassin’s Creed “Audible Original”!

Assassini e storie parlanti

Secondo quanto riportato da Dual Shockers, Assassin’s Creed Gold sarà un audioracconto (anzi, diciamo “audioromanzo”) pensato esclusivamente per la piattaforma Amazon; non si tratta quindi della trasposizione di un’opera letteraria, ma di un prodotto a sé stante che sfrutterà le potenzialità del racconto registrato per raccontare una storia. Una notizia che può sorprendere; molti lettori vedono infatti l’audiolibro più come un derivato da forme di pubblicazione più tradizionali (siano esse quella cartacea o digitale), magari più fruibile nel caso in cui si debba fare altro (come mettere in ordine casa o guidare).

Da quel che sappiamo, Gold sarà ambientato nel Regno Unito del XVII secolo, e precisamente sotto il tumultoso regno di Guglielmo III d’Orange, un periodo nel quale l’assassino protagonista dell’audiolibro, Omar Khalid, si imbatterà in misteriose cospirazioni e in figure storiche di tutto rispetto come Isaac Newton. Inoltre, come nella miglior tradizione degli AC, un secondo piano di narrazione sarà dedicato a una storia parallela ambientata nel mondo contemporaneo e che seugirà le gesta dei discendenti di Omar.

Perché un prodotto del genere ci intriga così tanto? Semplice: perché dimostra che Audible potrebbe diventare un nuovo campo di gioco per le multinazionali del videogame. E non solo…

La copertina di AC Trial by Fire, miniserie a fumetti scritta dall’autore di Gold

Voci d’autore

Tanti sono gli elementi di Gold che sembrano stuzzicare il palato, a partire da colui che ne ha curato la sceneggiatura. Anthony De Col infatti è un autore di fumetti indipendenti che in passato aveva prestato la sua penna a una miniserie ambientata nel setting Ubisoft e soprattuto conosciuto per una serie di graphic novel e opere autoconclusive molto originali. Per esempio, a lui la fondazione di un intero universo narrativo transmediale, quello di Kill Shakespeare, che (partendo da una storia a fumetti in dodici albi) rielabora la produzione del più famoso drammaturgo inglese facendone materia per un thriller d’avventura con protagonisti i suoi personaggi più famosi.

Date queste premesse, aspettiamoci quindi una storia scritta con cura da un professonista della transmedialità e dell’adattamento dei marchi narrativi a modalità di fruizoione sempre innovative, forse particolarmente adatto a lavorare in maniera convincente su Assassin’s Creed.

Ciò che intriga davvero, però, è il “cast” di questo vero e proprio “dramma radiofonico videoludico”. Se vi aspettate un’operazione affidata a qualche attore secondario dovrete rivedere le nostre convinzioni. Ubisoft non ha badato a spese, chiamando a recitare un gruppo di professionisti davvero eccezionale che comprende Riz Ahmed (il Bodhi di Rogue One: A Star Wars Story) e il mitico Anthony Head (che tutti i trentenni un po’ darkettoni conoscono come il professor Giles di Buffy: l’ammazzavampiri!). L’impressione è quindi che Ubisoft abbia voglia investire con sicurezza e con le idee ben chiare in un prodotto dal successo atteso. E quindi la domanda incuriosita è: i videogiocatori di Assassin’s Creed sono così appassionati di audiobook?

 

SI’M RAGAZZI, IL SIGNOR GILES ENTRA NELLA FAMIGLIA ASSASSIN’S CREED!

L’amore per l’ascolto

Per tentare di rispondere siamo andati a cercare qualche informazione su un fenomeno che Amazon ha cavalcato intensamente negli ultimi anni.

Secondo uno studio riportato dal Corriere della Sera il 29 marzo scorso, negli Stati Uniti gli ascoltatori di audiobook rappresentano circa il 24% della popolazione, con un buon 48% di under 35 (mentre sempre dall’articolo apprendiamo come nel nostro paese la media si abbassi a un discreto 7%). Se pensiamo che il mercato di riferimento Ubisoft è soprattutto quello anglosassone e nordeuropeo, ecco che cominciamo a farci qualche idea. Dobbiamo prepararci a un’invasione di audiolibri originali che espandano le nostre saghe preferite? Probabilmente sì, anche se i numeri suggeriscono che le localizzazioni nella nostra lingua potrebbero tardare o essere abbastanza contenute.

Ciò non toglie ovviamente la curiosità per quello che potrebbe essere un nuovo tipo di mercato, e a un incontro sempre maggiore fra il nostro medium preferito e grandi nomi della recitazione (e del resto, per cosa spendere buona parte del bugdet di queste operazioni se non per reclutare i migliori?). Se poi ci limitiamo all’area americana, la notizia si carica di speranza: che l’audiolibro di Assassin’s Creed possa invsempre più ragazzi e giocatori alla lettura?

>>Fan Ubisoft? Leggi anche: L’incubo di Ubisoft si chiama “effetto Breakpoint”, ed è vivido<<

This post was published on 21 Novembre 2019 12:42

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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