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La Germania continua ad investire sui videogiochi con ingenti somme di denaro, e l’Italia?

Ricevere fondi per sviluppare videogiochi, visti ancora come qualcosa di non essenziale nella società moderna, dalle istituzioni politiche non è cosa semplice e non può essere ancora considerato un atto dovuto. Esistono paesi pero che hanno deciso di dare manforte all’industria videoludica attraverso lo stanziamento di ingenti somme, l’ultimo esempio ci viene fornito dalla Germania.

Le aziende tedesche che si occupano dello sviluppo di videogiochi riceveranno una bella spinta economica l’anno prossimo dopo che il governo avrà approvato un piano di investimento che porterà al versamento di ben 50 milioni di euro per finanziare le software house locali.

Il comitato finanziario del Bundestag, il parlamento federale tedesco, ha deciso di introdurre questo finanziamento nel bilancio dell’anno 2020 “e in quello dei prossimi anni”, che contribuirà a promuovere l’industria dello sviluppo di videogiochi nel paese europeo.

Nella nota ufficiale si legge che il finanziamento proverà a “ridurre il gap con altri paesi nel campo dello sviluppo di videogiochi“. L’organizzazione cita la Francia, la Gran Bretagna e il Canada, tra i paesi che hanno già assegnato finanziamenti governativi per far crescere l’industria dei videogame.

Si legge, inoltre, che in Germania i costi sono mediamente più elevati, cosa che ha portato la scena videoludica tedesca ad accumulare un forte svantaggio rispetto ad altre nazioni europee e non, nonostante la crescita dell’intero mercato. Un dato rilevante riporta che per ogni € 100 spesi in videogiochi nel paese, solo € 4,30 vanno agli sviluppatori locali.

Il governo tedesco, dunque, ha preso in mano la situazione concordando per l’anno prossimo e per gli anni futuri il finanziamento, con i tre principali partiti politici del paese che si sono ritrovati sulla stessa lunghezza d’onda: un budget di 50 milioni di euro verrà assegnato al Ministero Federale Tedesco dei Trasporti e delle Infrastrutture Digitali a tale scopo. Il Ministero ha già ricevuto 380 proposte di progetto durante la fase pilota.

“La garanzia del finanziamento per i videogiochi è un chiaro segnale per la Germania che vuole diventare una sede importante per lo sviluppo degli stessi”, ha dichiarato l’amministratore delegato Felix Falk.

“La decisione e l’ampio consenso mostrano l’intenzione, attraverso le linee di partito, di rendere la Germania una pedina vitale a livello internazionale nel campo dello sviluppo di videogiochi. Ora stiamo aspettando la notifica positiva sul finanziamento da parte dell’Unione Europea in modo che i numerosi nuovi progetti in Germania possano essere messi in atto”.

Parole che faranno sicuramente piacere ai giocatori tedeschi. E in Italia? Le cose non vanno esattamente allo stesso modo.

Italia e videogiochi: situazione più complessa

Ci occupammo già di questo argomento e potete leggere l’articolo completo qui. In Italia la classe politica non si è contraddistinta in molte occasioni per aver fornito appoggio all’industria videoludica, difatti i videogiochi non sono ancora riusciti a scardinare alcuni pregiudizi preistorici duri a morire in un contesto, quello politico italiano, ancorato a vecchi retaggi che vogliono l’intrattenimento digitale come qualcosa di non essenziale, se non addirittura dannoso per i nostri giovani.

Non sono mancate iniziative, ma nessuna di queste ha smosso davvero le acque e davvero poche sono partite direttamente dall’Italia. Ad esempio, nel 2015 l’Unione Europea aveva indetto un bando grazie al quale era possibile sostenere circa 150.000 € di spesa all’interno del processo creativo necessario alla creazione di un videogioco. Il budget totale era di circa 2.5 milioni di euro che i vari paesi europei membri della UE avrebbero dovuto dividersi.

Una buona iniziativa, non c’è dubbio, ma ancora troppo poco se pensiamo che un singolo paese come la Germania ha stanziato 50 milioni senza essere stata imbeccata dall’Unione Europea. Una piccola svolta è avvenuta nell’agosto di quest’anno con l’intervento della Camera dei Deputati che ha proposto un finanziamento di  400 milioni di euro per il cinema e l’intrattenimento audiovisivo. Nel bando, che potete leggere cliccando qui, vengono citati anche i videogiochi che, finalmente, potrebbero ricevere una forte spinta economica anche se il condizionale è ancora d’obbligo.

Dobbiamo rimarcare il fatto che più della metà degli studi di sviluppo italiani non supera i centomila euro di fatturato, davvero poco rispetto alla media europea, senza scomodare le aziende oltreoceano. Inoltre, quasi il 90% delle aziende che sviluppano videogame ha dichiarato di dover utilizzare risorse proprie per portare portare avanti i loro progetti.

L’Italia, nonostante il grande impegno di AESVI, non riesce ancora a diventare un paese per sviluppatori nonostante questi abbiano dimostrato, e continuino a farlo, di saperci fare, basti pensare a titoli come Remothered: Tormented Fathers, Last Day of June, Detective Gallo, Milanoir, ai lavori di Storm in a Teacup e, ovviamente, Ubisoft Milano.

L’idea di videogioco come mezzo di espressione e di comunicazione deve essere sdoganata e diffusa maggiormente, altrimenti la crescita delle aziende locali tarderà e il gap con gli altri paesi crescerà in modo esponenziale. Crediamo che il benaltrismo non porti a nulla, quindi ritenere che “ci sono cose più importanti a cui pensare” è solo un modo per posticipare un appoggio concreto a un mondo su cui c’è ancora moltissima disinformazione, soprattutto nelle sfere più alte della nostra società.

This post was published on 19 Novembre 2019 17:20

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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