L’annuncio di Diablo 4 alla Blizzcon di inizio mese è stato uno dei momenti topic delle ultime settimane: sta per tornare una saga storica, attesa sia da una community legata al brand sia dai fan e cultori del genere del quale è vessillo da ormai da vent’anni, ovvero l’hack ‘n slash. Mentre milioni di giocatori in tutto il mondo si preparano a tornare a devastare ondate di nemici temibili su questo nuovo classico annunciato, tuttavia, qualcuno ha preso la palla al balzo dell’uscita per proporsi come rivale: Grinding Gear Games ha annunciato Path of Exile 2, sequel di uno dei free-to-play più di successo degli ultimi anni, e ha esplicitamente dichiarato di voler dichiarare guerra a Blizzard.
Dai, non fate quele facce, vediamo cos’hanno in mente e poi giudichiamo!
Non è la prima volta che ci capita di parlare di questo titolo, uscito fuori dal nulla e in grado, in pochi anni e contando su una formula abbastanza “commerciale”, di entrare nelle grazie degli appassionati: solo lo scorso settembre Grinding Gear aveva rilasciato l’ultimo aggiornamento del primo episodio, Blight (ne avevamo parlato in quest’articolo), che metteva a disposizione nuove meccaniche di gioco e che soprattutto arrivava dopo ben sei espansioni uscite fra il 2014 (il gioco è del 2013) e il 2017.
Non male per un’operazione del genere, vero?
I motivi di tale successo sono almeno due; da una parte ci sono le atmosfere e il gameplay, che puntano tutto sulla voglia di ammiccare ai veterani di lungo corso proponendo loro mappe piene di orde di nemici da abbattere in uno scenario dark che rielabora quello di Blizzard.
L’altro fattore di fortuna è invece l’approccio “etico” degli sviluppatori alle dinamiche di gioco massivo: fin dalle prime fasi del lancio, infatti, GG ha evitato in ogni modo il ricorso al pay-to-win limitando le microtransazioni all’acquisto di abbellimenti cosmetici, una strategia che sembra aver incontrato il favore del pubblico, molto sensibile alla questione a causa dei tanti casi di speculazione sorti negli ultimi anni (ehi, EA, ci sei?).
Una formula giusta per ingraziarsi un pubblico e creare un marchio convincente, non c’è che dire. Evidentemente però qualcuno ha cominciato a sognare in grande.
L’annuncio ufficiale del gioco, dato nel corso di quella che è una vera e propria convention dedicata alla community, la Exile Con, ha rivelato dei piani per il futuro abbastanza ambiziosi.
Path of Exile 2 arriverà al lancio della next gen, e sarà disponibile per PC, PS5 e Scarlett, mentre ancora è incerto lo sviluppo per Switch a causa della grande mole di lavoro già sul piatto. Al momento sappiamo che il gioco avrà sette capitoli, un nuovo sistema di abilità e nuove classi, oltre ovviamente a delle migliorie da un punto di vista grafico. Non è tutto: sembra infatti che oltre a una campagna nuova di zecca, conterrà anche quella del primo episodio e tutte le sue espansioni. Un’ottima strategia per rendere l’acquisto appetibile, no?
Per chi invece è curioso di sapere quanto gli sviluppatori vogliano puntare sull’atmosfera, sia il trailer del gioco che il video di gameplay mostrati nel corso della convention sprizzano dark e gore da ogni fotogramma.
Ovviamente Chris Wilson, il CEO di GG Games, ha dichiarato che Diablo IV rappresenta più che altro un’ispirazione per la sua creatura, ma non ha esitato a far comprendere che l’obiettivo è quello di farla crescere fino a farla diventare pericolosa per “grande vecchio”.
Da quel che sembra questo piccolo “miracolo” del settore action-rpg ha fortissime ambizioni e punta su un’esperienza di gioco che promette di essere longeva e ricca di contenuti e sfide, ma basterà questo per spaventare il re della categoria?
Tentare di ragionare di come la nuova fatica di Grinding Gear possa arrivare a insidiare un mostro come Diablo 4 sembra un esercizio inutile e abbastanza sterile, soprattutto se ci si sofferma a ragionare su quanto di sicuro l’illustre creatura di casa Blizzard mostrerà i muscoli e farà di tutto per tenere a distanza la concorrenza, forte di oltre vent’anni di onorata carriera e di uno status di capolavoro fondativo.
Uno status evidente anche guardando ciò che la concorrenza tenta di fare per imitarlo: guardare un qualsiasi gameplay video di Path of Exile fa comprendere come le maccaniche e lo stile di gioco della saga Blizzard siano ormai divenuti un modello di riferimento per intere generazioni di sviluppatori.
D’altro canto, i progressi tecnologici e i modelli produttivi sono ormai tanto sofisticati da far sì che persino giochi nati come “omaggi” ai giganti del passato possano aspirare a proporsi come alternative credibili. Sta allora alle saghe storiche, a ogni loro incarnazione, alzare sempre più la posta in gioco e rinnovarsi.
This post was published on 18 Novembre 2019 12:17
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