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Halloween 2019 unisce Left 4 Dead 2 e Dying Light!

Ah, la fine di ottobre, gli alberi spogli, il cielo plumbeo, Lucca Comics & Games, gli sconti di giochi horror sugli store digitali: è Halloween, bellezze! La ricorrenza più spaventosa dell’anno si avvicina sempre più e il mondo dell’intrattenimento digitale reagisce di conseguenza attraverso iniziative su iniziative a livello mondiale.

Quest’anno, però, giunge da oltreoceano una notizia che stuzzicherà gli appassionati di due dei giochi survival più fortunati dell’ultima decade: nei giorni della Notte delle Streghe Left 4 Dead 2 ospiterà un evento a tempo crossover con… con Dying Light!

Pistole vs mazzate vs zombie

L’annuncio è arrivato ieri, con un eloquente tweet fotografico dall’account ufficiale di Left 4 Dead 2 con tanto dei loghi ufficiali daei due giochi accostati a cementificare il sodalizio, mentre mancano ancora indicazioni un po’ più approfondite su modalità, durata e soprattutto sui contenuti di quest’operazione: allo stato attuale tutto quel che possiamo fare è azzardare qualche ipotesi, il che tuttavia non ci impedisce di fare qualche considerazione sulla portata dell’operazione.

Sono tanti infatti gli aspetti che generano interesse; anzitutto, il fatto che due brand abbiano voluto dar via a un’operazione commerciale in grado di far incontrare le rispettive community e dar vita a un evento promozionale di larga portata, il che vuol dire un’occasione di incontro, ingaggio e possibile scambio dei rispettivi pubblici.

Da un punto di vista strettamente tematico, invece, colpisce come a essere riuniti siano due giochi dall’ambientazione e dalle meccaniche simili ma non perfettamente coincidenti. C’è infatti un elemento che differenzia nettamente gli approcci, ovvero lo stile di combattimento, a distanza in L 4 Dead 2 e molto più corpo-a-corpo in Dying Light, ma in entrambi i giochi c’è la forte presenza di una meccanica di fondo in grado di caratterizzare profondamente l’esperienza di surviving: le orde in L4D2 e il ciclo notte-giorno-notte (Dying Light). Se a questo uniamo la zombiemania che caratterizza il mondo dell’intrattenimento e il successo dei due giochi multiplayer, l’unico commento che ci sentiamo di fare è “kaboom”!

 

Dying Light in tutta la sua cruda spietatezza.

 

Crossover tutti i gusti più uno.

In realtà, i gamers più attenti al mondo dei titoli online sapranno come, al di là dell’interessante coincidenza/sfruttamento di Halloween, crossover fra titoli diversi o fra giochi e altri brand legati all’industria dell’intrattenimento stanno prendendo sempre più piede, pur con modalità, pubblici e, dunque, finalità diverse.

Per rimanete all’attualità, sempre la giornata di Halloween vedrà la comparsa di un evento a tema temporaneo su due giochi che di horror hanno poco, ma che senza dubbio hanno la possibilità di intercettare un pubblico abbastanza largo quali Anthem e Mass Effect: stando alle notizie, nel periodo indicato i giocatori del massivo di Bioware avranno la possibilità di indossare e utilizzare armature e armamentari provenienti dal mondo del celebre action-rpg, fatto che farà sì che i due universi fantascientifici si incrocino.

Mantenendo fuori la contingenza di Halloween, però, bastano altri due eventi online a mostrarci come le collaborazioni fra brand diversi siano stati una delle costanti di questo lungo 2019, entrambi con protagonista quello che forse è il gioco più popolare del momento: Fortnite, titolo senza dubbio molto diverso da quelli di cui abbiamo parlato finora ma adattissimo a operazioni di questo tipo. A luglio, per esempio, abbiamo avuto il crossover del titolo Epic con Stranger Things, con l’inserimento di diversi eventi, personaggi e altri elementi di gioco presi di peso dal mondo Netflix e inseriti nel mondo di gioco per celebrare la terza stagione del telefilm. Qualche mese dopo, a settembre, in occasione del Batman Day, è stato il turno degli eroi di casa DC di bussare alla porta di Fortnite per un evento analogo che ha riscosso molto successo.

 

Una screen dell’evento a tema Stranger Things di Fortnite

Di piazzamenti e di marketing

Come spiegare l’intreccio di brand, stili, gusti diversi alla base di operazioni del genere?

Basta una parola: marketing.

Le arene virtuali sono spendidi spazi aperti e in rete nelle quali i giocatori sono anche utenti che comunicano e possono entrare a contatto con marchi e con altri giocatori vivendo esperienze e scambiando informazioni, e proprio queste due attività sono alla base di qualsiasi processo di comunicazione e promozione.

Abbassando il tono del nostro racconto, il punto fondamentale di operazioni come quelle di Fortnite, ma anche del crossover zombie previsto il 31 ottobre o giù  di lì, è far incontrare gli utenti con marchi, giochi e immaginari nei quali non si imbatterebbero mai e solleticare in loro la voglia di scoperta di qualcosa di nuovo e l’acquisto.

Una logica ben pocose messa così, eh? In realtà, al di là della poco poetica idea di vedere i videogiochi “ridotti” a mercati in cui piazzare merci, non c’è segno di maggior vitalità del videogioco che la sua sempre più marcata importanza strategica come spazi condivisi in cui fare promozione.

Il problema? Che assumano progressivamente soltanto queste vesti.

>> A proposito di eventi online, leggi anche: I Korn suoneranno durante un evento di AdventureQuest 3d!<<

This post was published on 26 Ottobre 2019 15:52

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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