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Apex Legends e bagni tossici: quando il giocatore le inventa tutte per vincere

Nell’ambiente competitivo dei videogiochi spesso se ne possono vedere di cotte e di crude, perché la vittoria finale può essere trovata in mille e uno modi e più ci si riesce ad adattare, anche in modo fantasioso, più alte diventano le possibilità di portare a casa il successo.

Nei battle royale le regole sono semplici e proprio in virtù di questa semplicità di fondo i giocatori spesso cercano strade alternative per vincere e trovare altri sfoghi di divertimento in un genere che sta diventando sempre più inflazionato. È il caso di Apex Legends, titolo in cui sta prendendo piede una tattica davvero esilarante e incredibilmente efficace: uccidere i nemici che vanno in bagno.

Nella nuova mappa messa a disposizione da Respawn Entertainment c’è una massiccia presenza di servizi igienici e questi stanno diventando letali grazie a una strategia che ha come protagonista assoluto Caustic, il personaggio in grado di piazzare bombe acide sul terreno di battaglia. Questa è molto semplice da spiegare e anche da attuare: una squadra attira gli avversari verso una stanza che presenta un bagno in bella vista. All’interno di esso, vengono piazzate delle esche, cioè armi e oggetti che possono fare gola a molti giocatori.

Ora arriva il bello, infatti, il giocatore che muove Caustic, che si è precedentemente appollaiato in una zona non visibile alla prima occhiata, inizia a lanciare bombe tossiche che mandano completamente nel panico gli avversari, i quali non riescono più a reagire presi alla sprovvista.

Questa tattica è stata descritta e attuata da BeanBag1992, un utente di Reddit che di mestiere fa anche il creatore di contenuti su Youtube. Qui di seguito potete vedere un video:

In questo primo caso, la strategia è stata quella di sacrificare un proprio compagno di squadra, Lifeline, il cui corpo è stato lasciato nel bagno. I nemici accorsi, cercando di saccheggiare un facile loot, si sono ritrovati bersagliati da Caustic.

Nel secondo video, che trovate qui in basso, invece, il percorso è stato disseminato di munizioni che, come le molliche di Pollicino, hanno attirato l’attenzione degli avversari.

 

Molta inventiva, non c’è dubbio, ma anche tantissima ingenuità da parte di chi è cascato. D’altronde, se esistono i truffatori, ci deve essere anche chi si fa truffare.

I battle royale aguzzano l’ingegno…

…ben più di quanto immaginiamo? Il genere del battle royale vive in una sorta di contraddizione: milioni di giocatori di accalcano per giocare all’ultimo titolo e giochi come Fortnite diventano in poco tempo dei veri e propri fenomeni di massa; eppure i battle royale sono anche altamente vituperati e presi come modello negativo quando si parla di scarsità di idee e di basso livello artistico.

La verità è che si tratta di un genere come un altro che ha semplicemente cercato, e ci sta riuscendo, di rispondere a una richiesta, cioè quella di mettere persone di tutto il mondo in competizione tra di loro. I videogiochi che presentano unicamente una modalità multiplayer online non sono bene visti da tutti, certo, ma milioni di giocatori affollano le lobby di questi titoli, dunque se esiste un pubblico è giusto che venga portato avanti lo spettacolo, anche se non di gradimento per chiunque.

Si vive spesso di pregiudizi anche nel mondo dei videogame: chi gioca ad un battle royale è meno giocatore di altri? O addirittura, è stupido? La risposta è no ad entrambe le domande perché sia che si tratti di single player sia che si tratti di multiplayer, esistono delle sfumature, vari livelli di competenza e di costanza.

Cose come quelle che abbiamo appena visto dimostrano che anche i battle royale possono, anzi, devono richiedere furbizia e capacità di adattamento. Può sembrare infantile e non particolarmente smart lanciare bombe tossiche all’interno di servizi igienici virtuali, ma se si legge la cosa come tattica di guerra all’interno di un videogioco, la cosa ha assolutamente senso.

Inoltre, il videogioco competitivo ha sì come fine ultimo la vittoria finale, ma questa risulta ancora più convincente e stimolante se ci si diverte e se si raggiunge ragionando e agendo in modo alternativo, fuori dagli schemi poiché, va bene seguire le regole del gioco, tuttavia ognuno può crearsi le proprie e farle valere.

I battle royale aguzzano, dunque, l’ingegno più di quanto immaginiamo? Dipende da chi ci gioca e da come si entra nel mood del genere, ma senza dubbio sono in grado di stimolare la fantasia e l’estro dei giocatori più smaliziati e navigati, proprio come qualsiasi altra tipologia di intrattenimento. Senza pregiudizi.

 

Leggi anche —> Niente Oscar della scrittura per i videogiochi nel 2020.

This post was published on 5 Ottobre 2019 11:57

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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