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Abbiamo provato il simulatore di appuntamenti di KFC

Quando chi lavora nel marketing ha fra le mani un brand del peso di KFC, che da oltre cinquant’anni è il sinonimo di pollo fritto nel mondo, non è raro assistere a scelte pubblicitarie piuttosto eccentriche che sforano completamente dall’industria di appartenenza per andare ad “aggredire” settori estranei, come quello dei videogiochi. “Ci può stare, un simulatore di ristoranti dove se ne gestisce uno brandizzato ha perfettamente senso“, avranno pensato i più. “Ehi perché non facciamo una visual novel in stile giapponese in cui il nostro vetusto Colonnello diventa un daddy brizzolato molto sexy con cui i giocatori possono provarci?“, ha pensato qualcuno nel dipartimento marketing di KFC.

Già solo pensare a voce alta l’idea richiede coraggio, ma qualcuno è andato oltre: immaginatevi andare a presentarla con una faccia seria davanti a un gruppo di esecutivi in giacca e cravatta chiedendo somme a 5 o 6 zeri per realizzarla e pubblicizzarla. E riuscire a farsi dire di sì.

Come siamo arrivati a tutto questo?

I Love You, Colonel Sanders! A Finger Lickin’ Good Dating Simulator

Il titolo del gioco, che data la lunghezza ci limiteremo a chiamare “il dating sim di KFC” per il resto dell’articolo, è stato rilasciato la scorsa settimana come prodotto free-to-play su Steam. Basta dare un’occhiata sulla pagina a capire che chi è dietro a questo capolavoro d’arte post-moderna ha preso dannatamente sul serio il proprio lavoro: disegni e animazioni di qualità, narrazione con storie ramificate in base alle scelte, e cliché giapponesi tipici di ogni visual novel che si rispetti.

Come in molte visual novel, il giocatore si ritrova studente in una scuola dall’atmosfera peculiare (dove ovviamente si impara a cucinare ricette del KFC) e popolata di personaggi stereotipati ed eccentrici. Ci sono tutti: il bullo muscoloso, la compagna di banco vivace e ingenua, la femmé fatale dal seno fin troppo generoso, il ragazzino antisociale, un corgi come professore (eh?) e, naturalmente Lui, il Colonnello Sanders in veste di sexy daddy. Ci sono nove personaggi e multiple possibilità di entrare in una relazione con alcuni di essi, ma è evidente come il gioco ponga il Colonnello come massima ambizione per ogni utente: se riuscite ad impressionarlo a sufficienza con le vostre abilità culinarie, potrete persino convincerlo ad una relazione seria.

Lo screenshot si commenta da sé

Il dating sim di KFC si gioca e finisce in meno di due ore ed è di una semplicità disarmante, ciononostante è possibile completarlo più volte per scoprire tutte le storie possibili coi vari personaggi (ed incappare persino in qualche game over se non fate attenzione). In sé per sé, il dating sim è essenzialmente quanto di più canonico ci si aspetti dai più banali titoli del medesimo genere, con la variante di essere brandizzato dietro ad un fast food e di aver trasformato un anziano imprenditore americano in sovrappeso in un’icona erotica (probabilmente si starà rivoltando nella tomba). Trovata pubblicitaria dell’anno, ma certamente un gioco che dimenticherete in fretta. Però fa venire fame.

Ma ve lo ricordate Pepsiman?

Il dating sim di KFC è lungi dall’essere il primo videogioco basato su un brand estraneo ai videogiochi: qualche anno fa ci aveva provato anche IKEA con IKEA VR Experience, un videogioco per visori di realtà virtuale in cui potete customizzare la vostra cucina IKEA, e prima ancora – molto prima – c’era Pepsiman, un gioco per la prima PlayStation rilasciato nel 1999. Il titolo, un precursore degli endless runner, uscì solo in Giappone ma raccolse una nicchia di fedeli tra i collezionisti occidentali, grazie a scenari al limite del ridicolo e una colonna sonora ripetitiva e alienante che ha probabilmente compromesso per sempre una parte della memoria permanente di chi ha provato il titolo. Accidentalmente, Pepsi è anche la cola che troverete in ogni KFC.

Gli abbiamo persino dedicato uno speciale alcuni mesi fa, che potete leggere a questo link.

This post was published on 2 Ottobre 2019 14:36

Giorgio Crosali

Faccio cose, vedo luoghi, incontro gente, scrivo robe.

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