Sega tra le tante aziende del mondo dei videogiochi è sicuramente una di quelle che ha fatto uno dei migliori lavori di conservazione, rimasterizzando e portando su PC e Consoles molti dei suoi titoli. Questo lo dobbiamo anche al supporto di M2, una software house con cui Sega collabora praticamente da decenni che nel corso degli anni si è specializzata nel portare sui nuovi sistemi vecchi videogiochi nati su home console con decenni di vita sulle spalle o sui cabinati arcade che hanno popolato le nostre infanzie.
Nel tentativo di sconfiggere lo strapotere di Nintendo in ambito microconsole l’azienda giapponese ha cercato di tirare fuori quanto di meglio aveva in soffitta: un Sega Genesis Mini (in europa chiamato Mega Drive Mini) creato in collaborazione con la sopracitata M2. Per ottanta euro sarà possibile assicurarsi una console in grado di esportare segnale hd di buona qualità con quarantadue titoli diversi nei suoi sistemi e due controller per potersi divertire in compagnia con i propri amici.
Quanto è importante la nuova consolina sega nel mercato videoludico attuale? Perché dovreste farci un pensierino anche se non siete esattamente grandi fan del brand?
Vediamo insieme nel corso di questo articolo!
Parliamoci chiaro: il mondo delle microconsole è chiaramente dedicato a tutti quei nostalgici che non hanno intenzione di rinunciare al passato abbracciando in tutto e per tutto l’attuale mondo dei videogiochi; se nel vostro cuore c’è ancora posto per Sonic The Hedgehog, avete voluto tatuarvi “sega does what nintendon’t” e vi piacciono i design hardware delle console anni novanta state chiaramente facendo l’acquisto più giusto della vostra recente storia.
I giocatori giapponesi potranno addirittura mettere mano su alcuni feticci appositamente ricreati per l’occasione, con delle versioni plasticose del Mega CD e del 32X da inserire al di sopra della console per poter richiamare ancora più fortemente i bei tempi degli anni passati; tale opzione non è valida per noi europei che ci ritroviamo costretti a mettere sul mobile del collezionismo un Sega Mega Drive normale. Tra le varie mini console in circolazione il Mega Drive Mini è chiaramente quello più fedele all’originale con tutti i dettagli e le minuzie del caso; a mancare dalla sua plancia è soltanto la porta stereo presente nell’originale, sacrificata in onore della compattezza e della semplicità d’uso.
Con la console arrivano anche un paio di joypad a tre pulsanti assolutamente identici a quelli originali, un po’ come abbiamo potuto vedere per NES e SNES Mini; a cambiare sono unicamente le lunghezze dei cavi che al massimo finiranno per darvi qualche grattacapo in caso di televisori di ampissime dimensioni ma potranno essere allungati con le solite prolunghe USB. La scelta di inserire all’interno del pacchetto la versione a tre tasti del controller è plausibilmente all’immaginario comune americano, dove il Genesis Model 1 ed il controller a tre tasti erano di maggiore popolarità.
Tale scelta non è realmente un problema in sé ma lo diventa con alcuni dei 42 giochi inseriti all’interno della mini console. Comix Zone, Eternal Champions, Shinobi 3, Street Fighter 2: Special Champion Edition e Virtua Fighter II hanno tutti la possibilità di poter essere giocati con un controller a sei tasti (basta comprare una riproduzione USB come quelle realizzate da Retrobit) ma in linea di massima non è necessario.
L’unico gioco che davvero ottiene un qualche tipo di vantaggio dal controller a 6 tasti è Street Fighter II: Special Champion Edition, con tutti i tasti adibiti ad un particolare tipo di calcio o pugno; nella versione a tre tasti è necessario premere START + uno dei pulsanti per poter sopperire alla mancanza dei tasti.
Passiamo ora a quello che tutti stavamo aspettando: che giochi ci sono all’interno del Sega Mega Drive Mini?
La risposta è: abbastanza e più o meno tutti interessanti, con grandissimi nomi e qualche pezzetto d’immondizia.
Castlevania: Bloodlines, Gunstar Heroes, Shining Force, Sonic The Hedgehog, Shinobi 3, Streets Of Rage 2 ed Ecco The Dolphin sono titoli dal valore assoluto e che ancora oggi, in un modo o nell’altro, andrebbero rigiocati per le più svariate motivazioni. A distanza di venti anni ci sono opere del mondo attuale che sono ancora pesantamente influenzate da scelte di gameplay o scelte ludico/stilistiche provenienti da questi nomi. Giochi come Comix Zone hanno ancora oggi uno stile difficile da eguagliare mentre Toejam & Earl rappresentano pienamente lo spirito dei videogiochi di quel tempo, così strani e pieni dello spirito degli anni novanta.
All’interno della selezione, ovviamente, abbiamo anche qualche gioco che poteva tranquillamente rimanersene all’interno della sua cartuccia: Virtua Fighter II e Light Crusader, per inciso, potevano essere sostituiti con diversi altri titoli del campionario Mega Drive e nessuno ne avrebbe sentito la mancanza. Parliamo comunque di un paio di titoli su oltre quaranta tra grandi giochi e capolavori, tra cui troviamo anche qualche parla nascosta che vale la pena di essere raccontata meglio.
Mega Man Wily Wars, ad esempio è un capitolo di Mega Man mai arrivato in america e sempre rimasto confinato agli scaffali nipponici e riesce a divertire ancora oggi grazie al suo misto di buon level design e indefinibile sofferenza made in capcom; Monster Wrold IV è un action a scorrimento orizzontale caratterizzato da un comparto grafico gradevolissimo e da una colonna sonora strepitosa che ci ha messo praticamente trenta anni per lasciare l’arcipelago nipponico; sarebbe un peccato farselo scappare ora che è liberamente disponibile all’interno di un Mega Drive Mini.
La perla assoluta della collezione messa in piedi da M2 è in ogni caso Darius MD. La saga di Darius è una saga particolarmente famosa nel mondo degli sparatutto a scorrimento orizzontale con dieci capitoli sparsi sulle più disparate macchine. Su Sega Mega Drive prima dell’uscita della versione mini della console l’unico titolo disponibile del brand era Darius 2 mentre quello che è possibile trovare oggi è una versione potenziata ed aggiornata del primo capitolo della saga.
Questo è potuto accadere soltanto grazie alla passione di un hobbysta nipponico che nel corso degli anni ha creato un porting amatoriale che è stato poi raffinata e messa a lucido da M al fine di inserire tale titolo all’interno della consolina SEGA, un pezzo più unico che raro in sostanza.
Ecco la lista completa di videogiochi attualmente disponibili sulla consolina Sega.
L’arrivo del Mega Drive nel mondo dei videogiochi però cambio di molto l’industria grazie alla potenza devastante della campagna pubblicitaria e all’accesa rivalità con Nintendo, una frizione che pian piano finì per cambiare completamente il volto dell’industria per gli anni a venire. Qui nacque il concetto di console war, con campagne pubblicitarie ad-hoc per screditare l’altra, nacque il concetto di mascotte con Sonic che doveva finire per soppiantare la figura di Mario nell’ideale dei giocatori.
La console riuscì a vincere nel mercato americano grazie alla rapidità con cui Sega si accorse di aver perso la sfida precedente: il Master System non riusciva a sconfiggere il NES ed il Famicom e grazie al supporto di Intellivision Sega iniziò subito a lavorare sul successore della consolina, puntando direttamente al mercato americano con conversioni quasi perfette dei videogiochi arcade dell’epoca; un mercato che il NES non poteva ancora affrontare.
Con l’arrivo dello SNES sul mercato Sega si trovò a dover affrontare un nemico dall’incredibile potenziale, con una grande grafica ed una quantità di titoli di valore al lancio che lasciava impallidire tutto ciò che precedentemente era stato fatto nel mondo dei videogiochi. Sulla breve distanza la console Sega riuscì a farsi valere, grazie all’arrivo di figure come Sonic e grazie all’impostazione molto arcade dei suoi giochi ma nella maratona della vita di una console il Mega Drive si trovò presto stanco, privo di alcune caratteristiche (come il 3D simulato che arrivò su Super Nintendo) che si dimostrarono incredibilmente importanti per l’epoca.
Il successo di Sega in America finì per destabilizzare la filiale giapponese della compagnia che si sentì come minacciata: un modo di fare giochi, quello giapponese, stava venendo messo in ombra da quello che gli americani riuscivano a fare con la propria console. Questo fù semplicemente l’inizio del tracollo di Sega, che si acuirà con le due successive console.
Storie per un’altra volta, magari con una mini console sotto le mani da descrivere.
This post was published on 13 Settembre 2019 16:46
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