Project Resistance e il rapporto di Resident Evil con il multiplayer

Dopo l’annuncio qualche mese fa di un misterioso nuovo capitolo di Resident Evil, una delle saghe survival horror più amate in assoluto, è arrivato pochi giorni fa un misterioso trailer, un’anteprima rilasciata in attesa di più succose informazioni a riguardo che la Capcom ha promesso di rilasciare durante il Tokyo Game Show.

 

Il ritorno di un nuovo Outbreak

Titolo sviluppato attraverso una collaborazione tra Capcom e lo studio di sviluppo NeoBards Entertainment, Project Resistance (nome provvisorio del gioco) si avvale ancora una volta del solido motore di gioco, rimasto praticamente lo stesso dal settimo capitolo canonico della saga, se pur con qualche aggiornamento: il caro, vecchio e affidabile RE Engine, che già conosciamo per i titoli Resident Evil VII, Resident Evil 2 Remake e Devil May Cry 5, è stato riadattato per rispondere al meglio nelle mappe in multiplayer online.

Stando a quanto emerso sia da alcuni gameplay, che da alcune indiscrezioni, Resident Evil: Resistance (o Project Resistance) sarebbe un vero e proprio rifacimento della saga Outbreak, interessante esperimento multiplayer nato su PS2, che riscosse enorme successo in Giappone, ma che in occidente, visti i limiti di connessione dell’epoca e della console, uscì fuori come un titolo quasi castrato, soprattutto in Italia, dove non era possibile accedere alla modalità online.

Resident Evil Resistance ci mette nei panni di 4 individui, ognuno con una propria specializzazione: dal paramedico in grado di curare la squadra, al berserker, passando per quello bravo nel piazzare trappole e interagire con i dispositivi elettronici.

Pare inoltre non solo che sia confermata la presenza di enigmi da risolvere in cooperativa, ma che gli stessi enigmi dipendano da un quinto giocatore

Sembra inoltre che vi sarà la presenza di un quinto personaggio (come mostratoci nel trailer) denominato Mastermind, che avrà il compito di ostacolare in tutti i modi i nostri eroi e impedirgli di proseguire nella loro avventura, innescando trappole, armando telecamere (si! Avete capito bene: le telecamere potranno essere armate), liberando membri della squadra B.O.W. e comandando a distanza persino un Tyrant del modello Mister X, facendo in modo ogni volta che l’esperienza di gioco cambi a seconda del giocatore che interpreterà questo oscuro e sinistro personaggio, che avrà come unico scopo, quello di portare avanti un misterioso esperimento utilizzando i nostri eroi come cavie.

Nel gioco inoltre, bisognerà gestire le già limitate risorse a seconda di abilità e armi equipaggiate, tenendo conto anche dei limiti dell’inventario.

Durante il Tokio Game Show è possibile testare il gioco in anteprima, inoltre i membri dell’Xbox Insider Program e i RE Ambassadors sono eleggibili per una possibilità di partecipare nella Project Resistance closed beta su PlayStation 4 e Xbox One.

Un gioco che ci ha incuriositi, ma non ha evitato di lasciarci anche qualche timore o dubbio, dal momento che ben conosciamo il rapporto che c’è fra Resident Evil e le sue modalità multiplayer.

 

L’online fa paura?

Molto combattuta è la diatriba riguardo survival horror e modalità multiplayer online.

Esistono giochi che bene si sposano con le meccaniche cooperative online, sulle quali in alcuni casi hanno addirittura fondato la propria fortuna, come Dying Light, Dead Island Riptide o Dead By Daylight, mentre vi sono altri casi che a causa dell’inserimento di tali modalità, hanno poggiato la pietra tombale su saghe di successo, come accaduto con Dead Space o F.E.A.R.

La saga di Resident Evil ha vissuto molti alti e bassi qualitativi, per lo più legati ad alcuni “cambi di rotta” un tantino azzardati.

Con Resident Evil 4, il cambio di rotta è risultato essere una fresca e interessante novità che, nonostante aumentasse il ritmo di gioco, manteneva ancora salda la natura survival horror della saga, ma è con il quinto capitolo che il gioco inizia a perdere colpi, introducendo la modalità cooperativa con un secondo giocatore e virando di fatto su uno stile più action sparatutto che su un vero e proprio horror.
Con il sesto capitolo le cose non vanno meglio, anzi! La modalità co-op già facilitante di suo, va a sommarsi alla mancanza di qualsivoglia stato di ansia, all’abbondanza di munizioni e scorte mediche reperibili e soprattutto alla consapevolezza di non trovarsi mai indifesi o in vero pericolo, il tutto condito persino da una storia altamente frammentata, che ostacola qualsiasi possibile legame empatico con i protagonisti (in certi casi persino carenti nella caratterizzazione) e che si svolge in un percorso guidato con tanto di indicazioni segnaletiche.

Con Operation Raccon City abbiamo assistito invece allo stravolgimento e alla banalizzazione dell’intera saga, con una modalità multiplayer inserita forzatamente per seguire la moda del momento e delle meccniche di gameplay banali e ripetute allo sfinimento.

Ve ne ricordate qualcuno di questi personaggi? Nemmeno noi…

Per concludere, come non citare Umbrella Corps! Titolo creato in maniera altamente approssimativa, con modalità multiplayer povere e mal realizzate, un comparto tecnico imbarazzante e una modalità single player semplicemente effimera e quasi inesistente.

Dall’uscita di Resident Evil VII, Capcom sembra aver finalmente ritrovato la sua vera identità e questo Project Resistance sembra rappresentare, almeno per il momento, una ventata di aria fresca che saprà regalarci parecchie soddisfazioni, con un’atmosfera a metà fra un Obscure e un Left 4 Dead, con un pizzico di meccaniche che ricordano vagamente lo sfortunato Evolve.

In questo momento, mentre leggete, sono aperte le registrazioni alla closed beta disponibile dal 4 al 7 Ottobre, registrazioni che chiuderanno il 18 Settembre, quindi affrettatevi e non mancate di scriverci il vostro parere a riguardo!

Per chi fosse interessato, eccovi di seguito il link per l’iscrizione alla closed beta di Project Resistance.

 

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