Dopo aver messo il punto alla storyline di Kazuma Kiryu, la serie Yakuza non si ferma ed è già pronta ad accogliere un nuovo protagonista, Ichiban Kasuga, in un settimo capitolo che ha già iniziato a far parlare di sé in modo molto rumoroso.
La serie Yakuza cambia pelle, infatti, ciò che a molti sembrava uno scherzo è realtà: il combat system non prevederà più combattimenti in tempo reale, in pieno stile picchiaduro, ma si tramuterà in qualcosa di molto diverso, un j-rpg a turni. Non è raro in questa generazione vedere saghe famose aver trovato nuove collocazioni, basti pensare a God of War e Assassin’s Creed che da action puri si sono trasformati in action-rpg, mantenendo però un combat system in tempo reale.
Con Yakuza 7, invece, assistiamo a un cambiamento più radicale. La serie diventa ancor più nipponica abbracciando uno stile di combattimento molto amato dai giapponesi e, nel resto del mondo, dagli amanti del genere dei j-rpg. Ma siamo sicuri che Yakuza ne avesse bisogno? I giocatori sono pronti ad accettare questa sua nuova natura?
Io stesso, quando ho letto la notizia, sono rimasto un po’ inebetito (era pur sempre mattina presto). Ho iniziato a fissare il muro e a camminare per la stanza sommerso da mille pensieri. Poi mi sono collegato a Facebook e ho scritto il seguente post:
Un commento a caldo che proviene dal mio background videoludico che si può spiegare in pochissime parole: a me i j-rpg non sono mai piaciuti. E cosa, tra le tante, non mi ha mai convinto di questo genere? I combattimenti a turni. Sono fan della serie di Yakuza e quando ho letto di questa modifica al combat system mi sono leggermente risentito perché è subentrata la paura, la paura di dover abbandonare una serie che tanto amo.
Per me, è come se un action diventasse uno strategico (altro genere che non sopporto), quindi capite bene che sono rimasto turbato da questo cambio di rotta che non mi sarei mai aspettato.
Questo è ciò che è successo all’inizio, poi sono passati i giorni e ci ho ragionato meglio. La domanda che mi sono posto è stata: “Perché partire così prevenuti?”, già, perché noi dell’impianto ludico di Yakuza 7 non abbiamo visto praticamente nulla e prendere una posizione così netta per partito preso non è mai una scelta saggia.
Non sappiamo molte cose, non abbiamo tutti i dati per dare giudizi così affrettati. In primo luogo, non sappiamo come questi combattimenti a turni verranno reinterpretati, sarebbe sciocco pensare a Yakuza che diventa un Final Fantasy (vecchio stampo) o un capitolo di Persona. Chi compie una scelta così “estrema” non lo fa per far disinnamorare i fan del proprio prodotto, piuttosto cerca di allargare il bacino di utenza portando dalla propria parte coloro che non sono mai stati attratti dall’offerta proposta in precedenza, ma senza tradire i vecchi fan.
Potrebbe sembrare un paradosso: se non vuoi tradire i fan, non cambi nulla. Non è del tutto vero. Già con Judgment (leggete la nostra recensione) si è visto un tentativo di offrire al giocatore un pacchetto più completo, diverso dal solito con l’inserimento di meccaniche investigative che sono andate a rifinire e perfezionare una formula collaudata. In questo caso, però, parliamo del primo capitolo di un’eventuale nuova serie, quindi non pronta fin da subito a un taglio netto col passato. Judgment si poggia comunque sulle forti convinzioni della serie Yakuza per non rischiare il tonfo.
Nel caso di Yakuza 7, invece, il cambiamento deve raggiungere orizzonti più lontani perché dopo sei capitoli canonici non può bastare inserire una dinamica di gioco che, nel complesso, non cambia davvero nulla. In tutti questi anni, abbiamo dato molta fiducia al team di sviluppo e penso sia sacrosanto dargliene ancora, anche se questo non significa assolutamente non aver diritto di critica…
Molti fan sono andati oltre il diritto di critica, apostrofando Toshihiro Nagoshi, game director della serie Yakuza, con epiteti poco carini e scadendo in offese personali. Nagoshi non si è scomposto e ha affermato che si aspettava le dure critiche dei fan, comprese le offese, comprendendole in fondo, giudicandole come un atto d’amore.
Ha tenuto poi a precisare che il cambiamento del combat system non vuole minimamente allontanare i fan di vecchia data, ma dare loro nuove opportunità di amare la serie. I combattimenti sono stati oggetto di attente analisi da parte del suo staff e non dovrebbero scontentare alcuno, hardcore e meno avvezzi al j-rpg.
Da persona che ha sentito un po’ di delusione all’inizio, dico che è doveroso aspettare il 16 gennaio 2020, data di uscita del gioco, per dare un giudizio definitivo, realistico, oggettivo e basato su fatti concreti. Il gioco poi potrà non piacere e allora si avrà diritto di critica… di critica, non di offesa.
This post was published on 3 Settembre 2019 11:31
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