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Far uscire i videogiochi in esclusiva su Epic Games Store ha pagato (secondo Koch Media)

Koch Media è il primo grande publisher ad aver siglato un accordo di esclusività temporanea con Epic Games Store, durante uno dei primi momenti di vita della piattaforma stessa. La compagnia decise di rilasciare la versione PC di Metro Exodus unicamente sullo store di Fortnite per il suo primo anno di vita, dando il via ad una serie infinite di polemiche che vede contrapposte due fazioni: Steam ed Epic Games.

Per il momento sembra proprio che la mossa di Koch Media abbia portato grandi vantaggi al publisher, con un Metro Exodus che ha venduto molto ed ha fatto rientrare tutte quante le spese in poco tempo. L’argomento è stato approfondito dal CEO della compagnia, Klemens Kundratitz, in un intervista come gamesindustry.biz e le conclusioni sono piuttosto interessanti.

Nonostante qualche problema d’immagine, la collaborazione tra Koch Media e Epic Games Store è stata un successo commerciale e sarà soltanto la prima di molte.

Collaborare con Epic Games Store è economicamente vantaggioso.

Nel corso dell’intervista, Klemens Kundratitz ha sottolineato come nonostante qualche problema d’immagine dovuto alle polemiche nate durante le prime settimane dall’annuncio, la decisione di aver portato Metro Exodus sulla piattaforma di Epic Games ha più che pagato ed è stata economicamente vantaggiosa per il suo publisher. Secondo Koch Media, Epic Games sta avendo sul mercato dei videogiochi per PC un impatto che non si può ignorare e che va rispettato.

“Alla fine dei conti sono ancora dell’opinione che avevo quando abbiamo accettato di collaborare con Epic Games. Come membro dell’industria videoludico e come publisher sono convinto che dovremmo tutti dare il benvenuto ad Epic Games e al loro modello economico. Al momento abbiamo una relazione forte con Epic Games e continueremo ad avere una forte relazione anche con Steam; sono solo dispiaciuto di non aver potuto annunciare prima la collaborazione con Epic Games e mi rendo conto che le tempistiche non hanno puntato a nostro favore.”

Secondo il CEO di Koch Media i comportamenti aggressivi avuti dagli utenti nei confronti della coppia di aziende fanno parte di un problema generale maggiormente espanso che ha a che fare con l’internet ed il mondo dei social media, non è semplicemente una battaglia tra due store digitali.

“Come compagnia abbiamo l’imperativo morale di fare quelle cose in cui riponiamo fiducia. Facciamo errori nella gestione delle situazioni ma siamo anche abbastanza certi di non aver fatto errori nell’allearci con Epic Games. Abbiamo bisogno di sfruttare al meglio la partnership con un azienda in grado di fornirci una percentuale di revenue più appetibile della concorrenza; la stessa concorrenza dovrebbe imparare da queste mosse e adattarsi di consequenza. Nel 2019 tenersi il 30% dei ricavi legati ad un videogioco è praticamente anacronistico.”

Riguardo il futuro della sua azienda il CEO di Koch Media è stato estremamente chiaro:

“abbiamo molti giochi su Steam, tra cui anche release nuove di zecca come Iron Harvest o altro, ma questo non vuol dire che eviteremo di stringere accordi con aziende come Epic Games”

Il vento del cambiamento.

I commenti fatti dal CEO di Koch Media sono semplicemente la conferma di un sentore che già in giro per il web e per la stampa specializzata avevamo già sentito; già ad inizio luglio avevamo letto dell’opinione di Paradox Interactive sulla questione: è ingiusto che Steam si tenga il 30% dei ricavi per ogni titolo venduto.

Al momento l’azienda è, come al solito, al centro di una grandissima quantità di polemiche verse in entrambi i lati: c’è stato il caso Ooblets di cui abbiamo discusso in abbondanza, c’è stato il caso DarQ in cui uno sviluppatore ha pubblicamente rifiutato un contratto d’esclusiva nei confronti dell’azienda per non scontentare il suo pubblico, c’è stato anche il caso Terraria dove abbiamo potuto osservare una software house paragone l’ingresso in Epic Games Store alla vendita della propria anima al diavolo.

Ecco come vengono divisi i ricavi su Epic Games Store

Ovviamente il CEO dell’azienda vede il tutto in modo estremamente diverso: Tim Sweeney è convinto di star cambiando il mondo dei videogiochi portandolo verso un futuro migliore, un futuro che non viene visto dai videogiocatori stessi ma che è d’impatto per tutti gli sviluppatori che hanno problemi economici e che hanno bisogno di supporto economico per poter produrre i loro videogiochi.

Alla fine del discorso il riassunto è estremamente semplice da fare: Epic Games ha successo tra gli sviluppatori di videogiochi perché risolve alcuni dei problemi degli sviluppatori lasciando agli utenti il minimo indispensabile. Al momento, nel mercato, colui che ha la quota di maggioranza (Steam) offre agli svilppatori una pletora di funzioni diversi per permettere di crearsi un pubblico e per permettere di controllare l’andamento dei suoi titoli ma si tiene una parte di ricavo che viene in modo quasi universale considerata troppo alta per il lavoro svolto.

La rivolta dei gamer è stata incentivata da una questione di abitudine e di servizi ma è anche ostacolata da una certa ignoranza di fondo: in un mondo dominato dal capitalismo che vantaggio avrebbe un’ azienda a perdere dei soldi con Steam quando ne potrebbe ottenere di più con Epic Games grazie alle differenti percentuali di ricavi?
Perché un videogiocatore dovrebbe ostacolare una piattaforma dove gli sviluppatori possono sopravvivere con maggiore semplicità?

Altre otto società sembrano credere alle idee di Epic su come si fanno i giochi per PC.

Durante il PAX East 2019 la compagnia ha anche annunciato quali saranno otto nuove esclusive del suo catalogo che diventeranno disponibili nel negozio nel corso dei prossimi mesi

Gli otto videogiochi in questione sono i seguenti

  • Ooblets
  • No Straight Roads
  • Eternal Cylinder
  • Wattam
  • Airborne Kingdom
  • Superliminal
  • Maifold Garden
  • The Alto Collection

Mentre di Ooblets ne abbiamo già parlato in abbondanza nell’articolo riguardante la controversia tra gli sviluppatori ed il proprio pubblico, gli altri sono tutti titoli nuovi per così dire pronti ad arrivare in esclusiva temporale sullo store di Tim Sweeney e Soci.

No Straight Roads è un platform adventure realizzato da Metronomik, lo studio fondato dal lead game designer di Final XV Wan Hazmer e dal concept artisti di Street Fighter V Daim Dziauddin. Il titolo sarà completamente basato sul ritmo ed avrà meccaniche ispirate a Crypt Of The Necrodancer, con nemici da attaccare e sconfiggere a tempo di musica. Tutto il mondo di gioco sarà ispirato a vari generi musicali, con a troneggiare sul resto l’etichetta No Straight Roads: i cattivi del gioco.

Eternal Cylinder è un open world survival game sviluppato in tandem da Good Sheperd Entertainment ed Ace Team (software house dietro quella perla di Zeno Clash). Il titolo metterà i giocatori al comando di un branco di creature chiamate Trebhums alle prese con l’esplorazione di un mondo alieno pieno di follie visive ed ambienti surreali. Quest’esplorazione sarà costantemente minacciata dalla presenza del cilindro eterno, una struttura in continuo rotolamento dall’origine antichissima che schiaccia qualsiasi cosa si trovi lungo il suo cammino. Ogni volta che si inizierà una nuova partita si avrà a che fare con un mondo tutto nuovo, generato proceduralmente che finirà per distruggersi di volta in volta.

Wattam è un gioco stranissimo, come è solito nella produzione del suo game designer Keita Takahashi, in cui sarà necessario farsi moltissimi amici nei modi più bizzarri. Il mondo di gioco è un connubio incredibile di esotismo e memorie infantili, con personaggi geometrici non molto dissimili dal leggendario principe di Katamari Damacy che faranno presto breccia nel cuore di chi si avvicinerà al titolo.

Airborne Kingdom è un gestionale caratterizzato da un ambientazione e da un gameplay dotati di twist unici: nel titolo sarà necessario mettere in piedi una città che sarà in grado di muoversi nel cielo volando e di incontrare altre città come lei; il titolo sta venendo sviluppato da una software house composta da un singolo sviluppatore, un veterano del mondo videoludico che ha lavorato allo sviluppo di Battlefield Hardline.

Superliminal è un puzzle game in prima persona che sembra giocare, come pochi altri titoli prima di lui, con la prospettiva e con le illusioni ottiche. Il titolo mette continuamente il giocatore alla prova fornendo lui enigmi da risolvere attraverso pensiero laterale e studio dell’ambiente, ponendo l’uso delle prospettive al primo posto nella ricerca della soluzione. Alle volte una porta chiusa può sembrare una piccola porticina che si può aprire da lontano, altre volte un cubetto di ghiaccio può diventare una montagna insormontabile.

Manifold Garden, un pò come il gioco sopra descritto, prende in giro continuamente ciò che il giocatore crede di vedere attraverso ambientazioni che sembrano uscite dal più incredibile quadro animato di Escher, giocando con la geometria, l’architettura, le ripetizioni e la follia che i labirinti della mente riesce ad ispirare. Il titolo punta a disorientare chi gioca nel modo più becero possibile, facendolo perdere all’interno di mondi ipertrofici, pieni di vicoli ciechi e di visioni impossibili da realizzare.

The Alto Collection è l’ultimo titolo presentato da Epic Games e, dulcis in fundo, è l’unico che col mercato PC non aveva nulla a che fare prima di questo momento. Il titolo è il porting di una coppia di titoli per smartphone basati sull’attraversare, in sella ad uno snowboard, una lunga serie di ambientazioni molto ben realizzate con una grafica bidimensionale di qualità.

This post was published on 31 Agosto 2019 9:30

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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