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Telltale Games è rinata (con il 100% di Telltale Games in meno)

The Walking Dead, Batman: The Telltales Series, Tales From The Borderlands, Game Of Thrones, The Wolf Of Among Us, Guardian Of The Galaxy: The Telltale Series, Minecraft: Story Mode sono tutti nomi che hanno in comune una software house ben precisa: Telltale Games.
Come plausibilmente già sapete Telltale Games è stata dichiarata morta durante lo scorso settembre in seguito alla gestione sconsiderata dei ricavi e delle licenze, da quel momento l’azienda ha prima perso la quasi totalità dei dipendenti e poi è stata ufficialmente chiusa.

La comunità videoludica ha assorbito questo evento come un grande lutto per i motivi che dopo vedremo ma è da qualche giorno che c’è una notizia in merito piuttosto interessante. Sembra che qualcuno abbia intenzione di far rivivere Telltale Games, qualcuno chiamato LCG Entertainment che non ha davvero nulla a che fare la software house famosa per i suoi adventure games.

Secondo quanto dichiarato da Polygon, LCG Entertainment, una società guidata da Hamie Ottilie (CEO del publisher per giochi mobile Galaxy Pest Control) e Brian Waddle (che realizzo il marketing dietro il motore fisico Havok) sta acquistando le licenze usate da telltale per sviluppare i titoli legati al mondo di Batman e al mondo di The Wolf Among Us, senza dimenticarsi per strada Puzzle Agent (titolo originale di Telltale).

Tutto bene quel che finisce bene si potrebbe dire in un primo momento ma all’atto pratico così non è perché come si può parlare di Telltale Games se nessuno dei dipendenti originali della compagnia è stato interpellato per lavorare sugli eventuali nuovi progetti?

Andiamo a vedere insieme cosa è successo più nello specifico.

Telltale rinasce…

“Il business di Telltale Games era un business più che fattibile che però è collassato su sé stesso a causa delle condizioni di mercato e a causa di alcune scelte fatte dal precedente management dell’azienda. A me piacciono i giochi che raccontano storie attraverso narrative complesse e stratificate e sono convinto che la nostra industria debba avere in qualche modo una compagnia specializzata in questo genere di videogiochi guidati dal comparto narrativo.” ha dichiarato Hamie Ottielie ai microfoni di Polygon.

La nuova Telltale Games avrebbe intenzione in sostanza di continuare alcuni dei brand storici che erano più attesi dai fan, in base alla licenze acquistate da LCG Entertainment. Per quanto ci è dato sapere al momento LCG Entertainment non ha potuto acquistare le licenze di Game Of Thrones, Guardians Of The Galaxy, Minecraft e Borderlands perché i diritti di tali licenze sono in mano a proprietari sconosciuti mentre non può acquistare i diritti per il brand di The Walking Dead a causa di Skybound Games, la divisione videoludica dell’azienda che possiede i diritti per il fumetto basato sul brand The Walking Dead.

Secondo l’idea di Ottilie, la nuova Telltale assomiglierà molto all’azienda originale mantenendo il concept episodico per i suoi videogiochi modificando il ritmo per gli stessi. Questo perché, almeno secondo nelle intenzioni del suo CEO, c’è la necessità di creare nei giocatori la necessità dell’abbuffata videoludica (NDR: l’intervista originale parla di binging content).

ma senza ciò che l’ha resa la Telltale da tutti amata.

Una differente visione dell’evento ci è stata posta da Jason Schreier in un suo articolo su Kotaku.

Telltale Games sarebbe tornata, si, ma giusto nel nome.

Ottilie e Waddle sarebbero essenzialmente una coppia di investitori intenzionati che con lo studio originale hanno davvero poco a che fare. Questa rinascita, oltretuttosarebbe unicamente legata ai nomi visto che anche geograficamente parlando la nuova versione di Telltale Games si posizionerebbe a oltre 400 miglia di distanza dall’originale zona dove vivevano i creativi responsabili dei videogiochi di The Walking Dead e simili.

La coppia Ottilie e Waddle funge da volto per un gruppo più grande di investitori provenienti direttamente da aziende cinese e da vecchi ricconi dell’industria.
La maggioranza dei fondi arriverebbe direttamente da Athlon Games, un publisher affiliato all’holding videoludica cinese Leyou (una delle aziende ad avere le quote di maggioranza di Digital Extremes, software house responsabile di quel successone che porta il nome di Warframe); altri dei nomi coinvolti nella vicenda sarebbero quelli di alcuni pezzi grossi di aziende come Rebellion o Starbreeze (cosa che non fa stare sereni).

Volendo riassumere abbiamo un gruppo di persone piene di soldi che hanno preso dal cestino dell’immondizia quello che è un nome familiare ed amato da un sacco di videogiocatori, portando a lucido la confezione senza però fare nulla al contenuto. Coloro che per anni hanno lavorato a Telltale Games, secondo le parole di Ottilie, potranno ottenere posizioni da freelance all’interno del nuovo assetto aziendale con la possibilità di avanzare verso una posizione full-time nel futuro; bene ma non benissimo come potrebbero dire i più giovani.

Nei piani della nuova Telltale ci sarebbe l’intenzione di capitalizzare su alcuni dei vecchi giochi pubblicati anni fa, molti dei quali sono scomparsi addirittura dagli store digitali, cercando anche di portare nuovi contenuti nel portfolio dell’aziende. Troviamo ingiusto però sfruttare il nome Telltale dietro questa operazione commerciale perché al momento il succo di Telltale, i suoi impiegati, i suoi sviluppatori ed i suoi artisti, non sembrano particolarmente coinvolti nella questione.

La chiamavano autorialità.

Tempo fa abbiamo parlato del concetto di autorialità in correlazione al peso massimo Hideo Kojima. Hideo Kojima all’epoca sottolineo come parlasse dei suoi giochi come prodotti autoriali perché interessati ad ogni singolo processo produttivo e perché implicato nella creazione di praticamente ogni elemento del gioco, come quando le software house erano composte da una mezza dozzina di persone.

I videogiochi Telltale Games che hanno reso l’azienda universalmente riconosciuta sono stati fatti da persone che al momento non sembrano essere coinvolte in questo reboot aziendale e che potrebbero anche star lavorando da altre parti: ha eticamente senso chiamare questo nuova azienda Telltale Games?

No, perché banalmente parlando l’azienda è comunque la soma della gente che ci lavora dentro e al momento quello che era il DNA di Telltale Games è sparso chissà dove; avere delle licenze e creare dei giochi ludicamente molto simili a quelli proposti in passato non è abbastanza per poter chiamare una software house con un nome storico che si è costruito sul lavoro di altri e sul sudore di altri un lascito ed un eredità dal potere commerciale.

ùIn questo caso l’autorialità di Telltale Games è corale e non ci stupiremmo minimamente nel trovare messaggi pieni d’astio da parte dei vecchi lavoratori Telltale su qualche social network, come giustamente sottolinea il solito Schreier.

La complessa situazione di Telltale ha visto una software house affondare e vedere i suoi titoli maggiormente attesi venir cancellati nel giro di una settimana circa undici mesi fa; le motivazioni dietro il fallimento dell’azienda lo scorso anno vanno ricercate nella gestione economica fatta da direttori e piani alti.

L’importanza di Telltales Games.

Telltale Games è al giorno d’oggi una delle software house più importanti ad aver lavorato nel mondo dei videogiochi nel corso degli ultimi dieci anni perché capace di creare un paradigma di successo commerciale sfruttando una struttura episodica ed un gameplay che è la versione aggiornata dei tanto adorati adventure games degli anni novanta. Con la serie di The Walking Dead la software house ha venduto nel complesso più di cinquanta milioni di copie portandosi a casa un successo raramente visto prima nel genere, facendo anche incetta di premi da parte della critica per le velleità narrative incluse all’interno del gioco stesso.

La struttura episodica forgiata da Telltale Games per i suoi titoli mantiene la compattezza narrativa e la forza trainante di un telefilm fornendo al giocatore una manciata di ore di gioco per un prezzo ridotto; queste ore possono raddoppiare grazie alla rigiocabilità data dalla presenza di scelte multiple in grado di portare la trama su nuovi binari all’interno del tessuto narrativo e tale caratteristica ha trasformato l’esperienza Telltale in un qualcosa in grado di connettersi in modo fortissimo con i giocatori più emotivi.

La compagnia, in sostanza, è riuscita nel primo decennio degli anni duemila, a riprendere un genere videoludico che sembrava destinato a morte certa, quello delle avventure grafiche, e a riportarlo in auge mettendolo all’interno di nuovi contenitori, con nuove meccaniche e nuove sensibilità; l’azienda sembrava destinata a riprendere in mano la bandiera che veniva portata alta da aziende come Lucasarts venti anni prima.

Purtroppo come già detto sopra, la gestione approssimativa dei costi legati allo sviluppo, l’acquisto di troppe licenze incapaci di fare i numeri di The Walking Dead, hanno portato lentamente l’azienda sopra un baratro monetario che si è rivelato durante il settembre del mese scorso. Nel giro di un solo giorno duecentocinquanta su duecentosettantaquattro sviluppatori si sono ritrovati senza un lavoro e senza nemmeno molte spiegazioni; il sogno di Telltale era finito all’improvviso.

This post was published on 30 Agosto 2019 14:01

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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