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Pubblicato in: News

Skywind: dal modding al solido artigianato

Fra i contenuti usciti in concomitanza con Gamescom 2019, approfittando di una settimana di fuoco per i videogiocatori, un video molto particolare è emerso dalla rete, riportando l’attenzione su uno dei progetti di modding più attesi e affascinanti degli ultimi anni: Skywind, folle progetto portato avanti dal gruppo TESRenewal, che ha l’obiettivo di produrre una serie di remake dei classici della saga di The Elder Scrolls utilizzando il motore grafico di Skyrim, si è infatti mostrato in un pazzesco trailer di gameplay sottolineando ancora una volta la qualità e la vastità del progetto. Sollevando, inoltre, nuove domande sull’opportunità o meno di definire progetti amatoriali di questo tipo semplici passatempi di gruppi di amici smanettoni.

Skiwind e il progetto TESRenewal

Nel video diffuso in rete nella giornata di ieri tramite il proprio canale YouTube, TESRenewal ha mostrato una missione di quello che si annuncia come una vera e propria riproposizione dell’originale Morrowind, “padre” degli Elder Scolls “moderni”, in tutta la sua bellezza: atmosfere che affondano le radici nel classico del 2002, aspetto grafico tratto dritto da Skyrim (2011). Una sorta di sogno per tutti i fan storici della serie, magari introdotti a essa proprio attraverso Morrowind.

Il progetto non è certo inedito: sono anni che il team di sviluppatori continua ad aggiornare la community di curiosi che si è radunata attorno a esso.

Il piano produttivo, inoltre, sembra essere abbastanza ambizioso.

Come se non bastasse il progetto apparso in rete nella giornata di ieri, è ormai fatto di dominio pubblico la notizia che sia previsto anche un altro remake basato sulla stessa filosofia, ovvero Skyblivion, riproposizione di The Elder Scrolls IV: Oblivion col motore grafico di Skyrim, progetto che tuttavia sembra procedere a rilento a causa della priorità data a Skiwind.

A riconfermare l’importanza del rifacimento del mitico Morrowind c’è anche un altro dato, che oltretutto introduce al vero “corpo” della nostra riflessione: non stiamo più trattando un progettino fatto nel garage di casa da un gruppo di amici smanettoni, perché il team di TESRenewal ha pubblicato diversi post di ricerca di nuovo personale per portare a termine il remake.

Si tratterebbe, ovviamente, di puro volontariato: i progetti di cui stiamo parlando non sono chiaramente ufficiali e lavorano su una licenza in mano a Bethesda, dunque appare chiaro tutti coloro che stanno lavorando a TESRenewal lo stanno facendo per puro amore verso il brand e il videogioco.

E che amore, vorremmo aggiungere!

Remake e remastered: servono ancora?

In un clima sempre più caratterizzato dalla rivalutazione del classico e del vintage, nonché da una community di appassionati così solidamente ancorata a un certo nostalgismo intrinseco, remake e remastered sono parole ormai divenute chiave nel mercato. Per quanto infatti i giocatori siano attenti all’innovazione, al nuovo, ai progressi nella loro arte preferita, sono anche estremamente attratti dal costante recupero di ciò che quella stessa innovazione rischia di far dimenticare: i videogiochi con i quali sono cresciuti.

L’esempio di un progetto come Skywind, ovviamente, riconferma questo fatto, e lo fa ancor più se pensiamo alla natura no-profit di un lavoro così ambizioso.

Questa ricerca, ovviamente, è però una bella manna dal cielo per le software house: perché investire in sempre nuovi progetti quando basterebbe creare qualche sostanzioso remake ad hoc di un titolo di successo per portare a casa miliardi di dollari?

I remake sono ovviamente operazioni commerciali, dall’importanza strategica immensa, ormai irrinunciabili per i producers, tanto più in quadro nel quale l’esistenza di gaming device sempre più sofisticati rischia di rendere vecchi classici ormai obsoleti o non supportati. E’ qui però che un progetto come quello di Skywind rischia di cerare dubbi alquanto scomodi per l’industria: di fronte alla potenza di team indipendenti come quello dietro il remake di Morrowind, certe dinamiche commerciali potrebbero, potenzialmente, saltare e doversi riformulare.

Reimmaginando l’industria?

Progetti come TESRenewal lasciano intendere che in futuro piccoli gruppi di appassionati agguerritissimi potrebbero sostituire le software house stesse nella riproposizione dei loro classici attraverso delle operazioni spiccatamente amatoriali? E, se le cose iniziassero a stare in questo modo, tali team potrebbero diventare dei veri e propri componenti dell’industria, in grado di fare il “lavoro sporco”, magari “togliendo lavoro” alle major?

Domanda da un milione di dollari, che al momento non ha una risposta chiara e varia anche a seconda del tipo di gioco o di remake (del resto, un conto è realizzarne uno di un gigantesco gdr freeoaming come TES, un conto è mettersi a realizzare filmati su filmati come quelli di giochi narrativamente più complessi).

Fatto sta che, se ciò si avverasse, potremmo vedere uno scenario molto affascinante, con nuove opportunità di dialogo fra grandi compagnie (magari concentrate su progetti nuovi) e piccoli team indipendenti al lavoro su grandi licenze per creare delle riproposizioni sfruttando le proprie competenze, ma le major accetteranno certo di vedere un mercato come quello delle remastered andare a morire inesorabilmente sotto il peso della “concorrenza” di “semplici appassionati”? E, nel caso questi team venissero assorbiti, magari in virtù della loro bravura, con l’obiettivo di curare progetti come Skywind, siamo certi che l’impegno e la bravura sarebbero gli stessi?

 

>>A proposito di mod: leggi il nostro approfondimento <<

This post was published on 24 Agosto 2019 17:14

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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