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Twitter invaso da bot pornografici: successe anche al PSN

I siti porno con maggior successo li conosciamo tutti, inutile star qui a menzionarli. Ognuno di noi ha salvato tra i preferiti quelli a cui tiene maggiormente – non fate quelle facce e non negate l’evidenza – ma nell’ultimo periodo un altro nome si aggiunge alla lista di siti che propongono contenuti hot: Twitter.

Cosa c’entra il social network dell’uccellino (…) con il porno? Se ne siete assidui frequentatori, avrete notato un’impennata di tweet di risposta contenenti immagini piccanti e messaggi che fanno “velatamente” riferimento al sesso. Questi tweet di solito prendono di mira i trending topics, cioè gli argomenti di tendenza che, dunque, hanno maggiore affluenza di pubblico.

Non sono veri esseri umani e no, non c’è proprio nessuna ragazza a pochi chilometri da voi che, in cambio dei dati della carta di credito, vi concederà le sue grazie. Si tratta di bot che cercano di carpire le informazioni personali e delle carte di credito degli utilizzatori di Twitter per metter in atto mosse fraudolente.

Dai, ma chi ci casca? Davvero questi bot “pensano” di ingannare persone adulte e vaccinate (si spera) millantando sesso estremo? Chi cliccherebbe mai su link sospetti allegati a immagini che ritraggono donne succinte ammiccanti su una spiaggia da sogno? Eh… giusto? Non clicchereste, mi date conferma… spero.

Una volta cliccato, infatti, ci si ritrova su siti tipo Snapf**k e altra robaccia che, per completare la procedura di accesso, richiedono alcuni dati come l’indirizzo, l’email e, appunto, il numero di carta di credito. È uno dei trucchi più vecchi del mondo del web, ma miete ancora molte vittime.

E Twitter che fa?! Niente a quanto pare. Le linee guida del social non vietano in modo perentorio i contenuti porno poiché la Sensitive Media Policy afferma solo che gli utenti non possono pubblicare nudità completa o parziale “in aree altamente visibili su Twitter, inclusi video live, profili o immagini di intestazione”. Questi bot sembrano in incappare pienamente in questa regola.

Quello dei bot non è un problema solo dei social o delle applicazioni per messaggistica come Whatsapp e Telegram, visto che in passato anche il PlayStation Network ha subito un’invasione di questo genere.

L’invasione dei pornobot sul PSN

Il servizio di Sony, utilizzato da milioni di giocatori ogni giorno, ha dovuto fronteggiare negli anni molte problematiche che sono proprie dell’era di internet. Tra queste c’è stata anche l’invasione dei bot porno che ora stanno imperversando su Twitter (e Instagram). Per un certo periodo, parliamo di giugno 2017 più o meno, anche se non escludiamo che ancora oggi ci siano interferenze di questo tipo sul PSN, scoppiò una sorta di “bot-gate”, con segnalazioni sempre più cospicue di messaggi non esattamente coerenti con il mondo del gaming e dell’intrattenimento… almeno, non quello che intendiamo noi ora.

Lo sapete tutti, sul PSN è possibile chiedere e accettare l’amicizia di altri utenti con cui poi condividere le proprie imprese videoludiche o semplicemente parlare in una chat apposita. Molto spesso, accade che si accettino un po’ tutti, anche sconosciuti che in chat iniziano a fare domande generali per poi spostare la conversazione su argomenti più piccanti e, successivamente, chiedere informazioni che sarebbe meglio tenere per sé.

Anche in questo caso, non si tratta di esseri umani, ma di bot che spammano in automatico centinaia, migliaia di messaggi a utenti più o meno consapevoli del pericolo. I link spammati in chat rimandavano a siti porno che richiedevano un’iscrizione a pagamento o erano colonie di virus informatici.

Del caso si parlò anche nel programma televisivo Le Iene, ma fu trattato in modo del tutto fuorviante (e ti pareva). Il servizio suonava più o meno così: “Bambini adescati dai pedofili su PlayStation”. Nel servizio, che trovate ancora qui, vennero mostrate immagini arrivate sul PSN di un ragazzino con ritratte delle donne in bikini dal nickname improbabile, con sequenze alfanumeriche messe a casaccio. È tipico degli adescatori creare profili fake facili da sgamare.

In realtà, si trattava di bot. Per carità, pericolosi anche quelli, ma parlare di adescamenti da parte di molestatori è un po’ troppo. Inoltre, un bot cerca di adescare gli adulti, mica i bambini che non hanno certo accesso alle carte di credito… si spera.

Insomma, i bot porno colpiscono social e videogames senza fare sconti a nessuno, ma basta fare solo un po’ di attenzione. D’altronde, un software che spamma immagini e link a caso non può essere più intelligente di un essere umano… vero? Mi date conferma, non può esserlo…

Ve lo garantiamo, nessuna donna vi chiederà di fare sesso mentre giocate a Fortnite, neanche vostra moglie. Quindi, state sereni e continuate a giocare senza dar retta ai bot.

 

Immagine di copertina creata da Emil Lendof/The Daily Beast e riadattata dalla nostra redazione.

This post was published on 22 Agosto 2019 12:19

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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